GIAMPAOLO VISETTI, la Repubblica 11/10/2010, 11 ottobre 2010
CINA, SOS DELLA MOGLIE DEL NOBEL "MI HANNO ARRESTATA, AIUTATEMI" - PECHINO
Anche Liu Xiaobo, con un ritardo di quasi due giorni, ha saputo infine di aver vinto il premio Nobel per la pace. Ad avvisarlo, sabato notte, gli agenti del carcere cinese di Jinzhou, dove sconta una condanna a 11 anni. Hanno anticipato di qualche ora la moglie Liu Xia, che lo ha potuto vedere per pochi minuti nel primo pomeriggio di ieri. Un incontro commovente, sotto lo sguardo della polizia armata. Wang Jinbo, ex leader degli studenti insorti nel 1989, è riuscito a contattare Liu Xia. «Mi ha detto che Liu Xiaobo - racconta - è scoppiato in un pianto dirotto. Vuole che si sappia che il Nobel appartiene alle anime e agli spiriti di coloro che sono morti a Tienanmen il 4 giugno 1989». In una Cina sconvolta dal riconoscimento al dissidente-simbolo di «Charta 08», la tensione sembrava allentarsi. A tarda sera invece si è diffusa la drammatica notizia dell´arresto anche di Liu Xia, colpevole di aver sposato un premio Nobel. E´ stata lei stessa ad annunciarlo con un terribile messaggio su Twitter.
«Fratelli, sono tornata. Dall´8 ottobre sono agli arresti domiciliari. Non so quando potrò vedere tutti. Hanno manomesso il mio cellulare e non posso ricevere telefonate. Ho visto Xiaobo. Il 9 sera la prigione gli ha dato la notizia del premio. Il resto ve lo dirò più avanti. Vi prego, per favore, aiutatemi a far sapere. Grazie». L´avvocato di Xiaobo, Yang Jianli, ha subito rivolto un appello al mondo. «Liu Xia è sottoposta ad una violenta pressione. Chiediamo ai leader mondiali di condannare immediatamente questo atto vergognoso del governo cinese e che la detenuta venga liberata immediatamente e senza condizioni».
Nella notte la casa dove è stata rinchiusa, alla periferia della capitale, è stata circondata da militari in divisa nera. E´ stato l´ultimo atto di una domenica che ha riportato indietro di trent´anni l´orologio della storia cinese. I primi a riferire dell´abbraccio tra il premio Nobel e la moglie, erano stati gli esuli del Centro d´informazione sulla democrazia e i diritti umani di Hong Kong: come ai tempi in cui l´allora colonia britannica era l´estrema fortezza di libertà sul continente. Anche la suocera di Liu Xiaobo, e il fratello della moglie, prima di essere isolati sono riusciti a parlare con Liu Xia. «I due sposi - raccontano - hanno pianto insieme, di felicità e di paura». La preoccupazione per la sorte della coppia di dissidenti, aumenta.
Le autorità, confuse e furiose, non hanno ancora deciso cosa fare, nè come comportarsi in vista della consegna del Nobel, a dicembre. I cinesi sono costretti a ignorare l´evento, a giornali e tivù è stato ordinato di tacere e Internet rimane «armonizzato». È la conferma che la leadership della Cina è spaccata e scossa. La sua immagine internazionale è crollata e le autorità sanno che l´economia pagherà il prezzo di un´impresentabile considerazione dei diritti umani. Il governo di Pechino rivede così l´agenda e irrigidisce le sue posizioni. Per sollevare tutti da domande e imbarazzi, le prossime visite in Cina di premier e capi di Stato potrebbero essere rinviate. In forse anche il viaggio in Cina del presidente della repubblica Giorgio Napolitano, atteso a fine mese a Pechino, Shanghai e Hong Kong. Dopo Oslo, anche per l´Italia tacere sarebbe impossibile.