CARMELO LOPAPA, la Repubblica 11/10/2010, 11 ottobre 2010
IL CAVALIERE RIVOLUZIONA IL PARTITO "PRIMA DELLE ELEZIONI CAMBIO TUTTO" - ROMA
Un partito a sua immagine. Un partito dal volto giovane. Che sia tutt´uno col «governo del fare». Poche pedine alle leve di comando e dalla fedeltà blindata. «Voglio un Pdl più berlusconiano. E voglio un partito vero, con dirigenti locali rinnovati, cancellando ogni residua cellula finiana sul territorio».
Il presidente del Consiglio atterra a Roma e spiega a pochi collaboratori il senso del messaggio lanciato in mattinata dalla dacia sul lago appena fuori San Pietroburgo. Missiva indirizzata ai diccì di Rotondi, che chiama in causa lo strappo degli ex ora approdati a Fli, ma che è ad uso molto interno. Comunicazione ai naviganti, sul vascello in burrasca del Pdl. Tutto o quasi da rifondare, nei piani del Cavaliere che - raccontano - intende affidarsi ancora una volta (e in via esclusiva) al suo estro e alla sua intraprendenza manageriale. Un nuovo predellino per capovolgere il partito da cima a fondo. Non subito, però. Con molta più probabilità da gennaio, soprattutto nell´eventualità che la crisi precipiti e che si vada al voto in primavera.
Ed è proprio in vista di uno show down, racconta un ministro ben informato, che si lavora già al nuovo simbolo, dato che quello del Popolo delle libertà risulta «co-firmato» con Gianfranco Fini, come l´intero statuto del partito, d´altronde, e il suo utilizzo esporrebbe a possibili ricorsi legali. Quindi, via al partito con un «profilo berlusconiano» ancor più marcato. Lo va ripetendo da giorni, il presidente del Consiglio, accompagnando questa idea con l´immagine di dirigenti dal volto «giovane e spendibile nel marketing politico». Molte donne, c´è da scommettere. Si partirà dal basso, da nuovi coordinatori provinciali e regionali. E da designare con criteri rinnovati: elezione diretta e non più designazione dall´alto, come avvenuto finora, per unzione del presidente. Provvederanno consiglieri locali e parlamentari eletti in quei territori. Modifica che sarà adottata già nell´Ufficio di presidenza convocato in questi giorni. Era in programma per giovedì, ma l´operazione alla quale si sottoporrà Berlusconi al polso, con ricovero forse già oggi a Milano, ha imposto uno slittamento alla prossima settimana. Ventata di freschezza, forse, ma anche esigenza di «bonifica» interna. Il premier non ne fa mistero coi vertici del Pdl: «Ora che Fini ha dato vita a un partito, non c´è più ragione per tenerci i loro coordinatori locali». Appartengono a Fli quelli regionali in Piemonte e Campania, per esempio, alcuni vice e una sfilza a livello provinciale.
Ma è sotto traccia che in questi giorni si sta consumando la resa dei conti tra i sostenitori del partito vecchia maniera, capitanati da Fabrizio Cicchitto, e i più giovani sostenitori della svolta "light", da Gelmini alla Carfagna a Frattini. «Il Pdl è stato creato per dire addio alla vecchia politica, non per tornare a tesseramenti e correnti» è la tesi sostenuta dal ministro degli Esteri. Quando parla di «rinnovamento», il presidente del Consiglio tuttavia è in alto che mira. Nessun avvicendamento nell´immediato per i tre coordinatori La Russa, Verdini, Bondi. Alla vigilia del voto, però, il nuovo brand imporrà una rivoluzione in via dell´Umiltà, ammette il premier ai più stretti collaboratori. L´idea coltivata negli ultimi mesi, quella di affidare il coordinamento unico a Mariastella Gelmini è stata abbattuta dalla contraerea dell´area ciellina dalla quale in Lombardia non si può prescindere e che fa capo a Roberto Formigoni e Maurizio Lupi. Resta in stand-by, per ora nel chiuso del cassetto del Cavaliere, l´opzione Daniela Santanché. Mentre tornano a crescere le chance della guida a tre teste ma da affidare ad altrettanti ministri under 45. Il fedele Angelino Alfano, Giorgia Meloni, forte della sua conoscenza della macchina elettorale (scuola An) e Michela Vittoria Brambilla, già incaricata di organizzare il presidio dei "promotori della libertà". Prima di rimettere mano al partito, tuttavia, Berlusconi ha l´esigenza - caldeggiata a più riprese da Gianni Letta - di ricostruire un ponte con il Vaticano, dopo l´incidente della bestemmia e la reprimenda dell´Osservatore. Come altro leggere, suggeriscono in casa Pdl, l´annuncio di ieri di un «Piano per la vita per favorire natalità e famiglie»?