Notizie tratte da: Andrea Pamparana # Malacarne. Uomini di ’ndrangheta # Marco Tropea Editore 2010 # pp. 251, 16,50 euro., 11 ottobre 2010
Malacarne
Notizie tratte da: Andrea Pamparana, Malacarne. Uomini di ’ndrangheta, Marco Tropea Editore 2010, pp. 251, 16,50 euro.
‘Ndrangheta. Dal greco andragathia, sta a indicare le virtù virili e morali.
Lutto. I calciatori del San Luca, squadra di calcio di prima categoria, che domenica 8 novembre 2009 scesero in campo con il lutto al braccio. Motivo: onorare il boss Antonio Pelle, detto “Gambizza”, morto di infarto dodici ore dopo essere stato scarcerato per motivi di salute (San Luca conta quattromila abitanti e 39 cosche).
Eccellenza. Gli investigatori valutano il numero di affiliati alla ‘ndrangheta in decine di migliaia, cinquemila nella sola Reggio Calabria (con oltre 100 latitanti inseriti nella lista dei più pericolosi criminali del mondo nel 2009). Collaboratori di giustizia, non più di cento, per lo più esponenti di secondo piano (anche per questo i narcos colombiani prediligono la ‘ndrangheta alle altre associazioni mafiose, tanto che Cosa Nostra, da anni, acquista la droga da smerciare direttamente dai calabresi).
Transazioni. L’accordo sui carichi di cocaina avviene in Europa. Un agente della ‘ndrangheta cerca un rappresentante dei colombiani (attivi soprattutto in Spagna, dove la lingua comune facilita la mimetizzazione), che prima di dare la risposta, attraverso la fitta rete europea, cerca informazioni sulla capacità logistica e solvibilità del gruppo che lo ha contattato (in particolare su arresti subiti o, peggio, eventuali pentiti). In caso positivo il colombiano comunica la propria approvazione in patria, dove il gruppo calabrese invia in rappresentanza un secondo agente per controllare la partita e decidere le modalità di trasporto. Andato a buon fine il primo carico, seguono i successivi senza la mediazione del rappresentante colombiano in Europa.
Produzione. Cocaina prodotta nel mondo nel 2006: 984 tonnellate (610 in Colombia, 280 in Perù, 94 in Bolivia). Estensione delle coltivazioni: 156 mila ettari (160 mila ettari nel 2005). Tonnellate di foglie secche prodotte per ettaro: 1,86 (1,47 nel 2000). Chili di foglie usate per ottenere un chilo di coca: 297 (370,6 nel 2000).
Consumo. Chili di cocaina sequestrati in Italia nel 2008: 4.111,994.
Tagli. Costo di un grammo di coca di buona qualità: 50 euro, di un chilo di coca tagliata: 50 mila euro. Coca pura per ogni grammo: 25 per cento (alla fine il guadagno è quadruplicato).
Guadagni. Proventi del traffico di droga della ‘ndrangheta nel 2004: 22 miliardi di euro (contro 4 miliardi di euro dell’usura, 5 della prostituzione, 2 del traffico di armi).
Coltan. Le armi vendute dalla ‘ndrangheta ai miliziani congolesi in cambio di coltan, minerale che serve a diminuire il consumo di corrente elettrica nei chip dei telefoni cellulari.
Lavaggi. La ‘ndrangheta reinveste il 25 per cento dei proventi in attività illecita, il restante 75 per cento lo ricicla (c.d. money laundering, costo della ripulitura: 10 per cento). Secondo il professor Donato Masciandaro (cattedra di Regolazione finanziaria alla Bocconi di Milano), il «moltiplicatore netto da applicare al fatturato» è di 1,35, che nel 2004 ha fatto raggiungere alla ‘ndrangheta un bilancio pari al 5 per cento del Pil italiano.
Lavaggi/2. Paesi in cui la ‘ndrangheta svolge maggiormente attività di riciclaggio: Stati Uniti (per un quinto). Seguono Isole Cayman, Russia, Italia e Cina. In ottava posizione Città del Vaticano.
Letture. Libri sul comodino del super latitante Pasquale Condello (detto “il Supremo”), il giorno del suo arresto (18 febbraio 2008): Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, e il manuale del “Sole 24Ore” su come e dove investire senza rischi.
Ataud. Destinazione della cocaina prodotta in Sud America: Stati Uniti e Europa. Meta intermedia prima di raggiungere gli Usa (il mercato vale 250 miliardi di dollari all’anno), il Messico, dove la droga viene trasportata dentro minisub (detti Ataud, “casse da morto”), distrutti alla fine di ogni viaggio. Sono progettati da ingegneri al libro paga dei narcos delle Farc e delle altre organizzazioni paramilitari (sessanta all’anno, costo unitario 400 mila dollari, carico di ogni viaggio 12 tonnellate di cocaina purissima). Dotati di sonar e navigatori satellitari, possono spostarsi a lungo in profondità alla velocità di dieci nodi eludendo l’intercettazione dei radar. Un sistema refrigerante impedisce ai radar di localizzarli attraverso la dispersione di calore in acqua.
Monopoli. Il traffico di coca negli States è monopolio di colombiani e messicani. Conquistare il mercato non è riuscito nemmeno alla mafia russa (il tentativo di importare pelli di cincillà e altre pellicce impregnate di cocaina si è concluso in una guerra in cui sono morti solo i russi, per questo la ‘ndrangheta nemmeno ci ha provato).
Familia. Tra le organizzazioni criminali messicane dedite al traffico di cocaina, La Familia, guidata da Nazareno González, detto anche El Más Loco, “il più pazzo”, che vieta agli affiliati di fare uso di droga e ordina la lettura quotidiana della Bibbia e di imparare a memoria i suoi aforismi. Il manifesto dell’associazione, stampato su volantino e trovato dagli investigatori in un bar dopo una sparatoria: «La Familia non uccide per soldi, non uccide le donne, non uccide gli innocenti, colpisce solo quelli che se lo meritano. È la giustizia divina». Nel 2009 ritenne che se lo meritassero il capo della polizia Romero Vasquez (per non essersi fatto corrompere), ma anche la moglie e i figli. L’associazione può contare su novemila uomini armati, dotati di uniformi con tanto di sigla cucita sulle pettorine (Fm), e auto di servizio con sirene e lampeggianti. La guerra ingaggiata con il cartello del Golfo e il gruppo criminale denominato Millennio, tra il 2006 e il 2009 è costata oltre diecimila morti.
Europa. I carichi per l’Europa partono dal Brasile, destinazione la Spagna o l’Italia (via mare), o la costa occidentale dell’Africa via mare fino in Guinea (rotta più breve: San Paolo del Brasile-Conakry in Guinea, 2.160 miglia), via terra attraverso il Senegal e la Mauritania fino al Marocco, da Casablanca via mare verso Malaga, Gioia Tauro o Napoli.
Trasformazioni. Per essere trasportata la cocaina viene lavorata per farle assumere qualsiasi forma. Come trasformarla in una tovaglietta da colazione in plastica colorata. Mescolare un preparato simile alla gomma arabica con una soluzione di cocaina cloridrato, essiccare il composto fino ad arrivare a un 15 per cento di umidità, e versarlo in uno stampo fino ad ottenere una pellicola di plastica flessibile, su cui saranno incollate due pellicole colorate. Per recuperare la cocaina, togliere le pellicole colorate, scaldare la tovaglietta in forno a 50 gradi (per farle perdere l’umidità), frantumarla e macerare i pezzi nell’alcol. Infine filtrare l’alcol e lavare il residuo con etere. Da una tovaglietta del peso lordo di un etto si estraggono 20 grammi di cocaina cloridrato.
Aeroporti. La Polaria di Malpensa che scoprì un carico di cocaina nascosta dentro chicchi di caffè. Apparenti farfalle da collezione, esaminate dagli agenti di una dogana, che prese in mano si sbriciolarono in cocaina pronta per l’uso.
Cani. Il gruppo di narcos che usava cani per trasportare cocaina (praticata un’incisione nell’addome e, infilati i cilindri di droga ricoperti di lattex, tempo uno-tre mesi la ferita era cicatrizzata e il pelo cresciuto). Gli investigatori colombiani hanno scoperto centri ospedalieri a Bogotà e Medellin, dove finti pazienti venivano sottoposti a operazione chirurgica per fare aderire la coca sotto la pelle.
Ovulatori. Detti anche body packers o mules o Higher angels, ingeriscono ovuli di cocaina per trasportarli dal Sud America ai mercati di destinazione. Ovuli ingeriti in media per ogni viaggio: 70-90 (il record è 105). L’addestramento dura un mese. Eliminati grassi e farine dalla dieta, si fa palestra per rinforzare i muscoli dell’addome e si impara a ingerire progressivamente acini di uva, salsicce, pezzi di carota interi.
Modelle. Mercedes Julissa Bianela Brito, la fotomodella di Santo Domingo di anni 24, arrestata il giorno di Santo Stefano del 2006 all’aeroporto di Catania con 98 ovuli in corpo.
Crimine. Struttura organizzativa della ‘ndrangheta spiegata dal collaboratore di giustizia Francesco Fonti. L’organo di vertice, detto “Crimine”, ha sede a San Luca. Sette i componenti, detti anche loro “Crimini”, in rappresentanza dei sette luoghi più importanti della Calabria, detti “Locali” (San Luca, Africo, Gioiosa Ionica, Sinopoli, Rosarno, Platì, Cirò). Il Capo Crimine è eletto presso il santuario di Polsi, vicino San Luca (la carica è a vita). Analoga struttura è stata riprodotta in Canada e in Australia, dove sono in carica solo sei Crimini, perché il capo Crimine è unico al mondo. Secondo fonti più recenti, invece, l’elezione del Capo Crimine si svolge in Australia.
Operazione Decollo. Nel 2004 ha portato al sequestro di cinque tonnellate di cocaina, occultata in tubi di plastica, inseriti in blocchi di marmo e pietra, spediti dalla ditta Miguel Diaz Antonio Lerma (sede Santa Fè di Bogotà), alla ditta Lavormarmo sas (sede contrada Peraino di Nicotera, Vibo Valentia), e alla ditta Ladina Pty Ltd (sede Royston Park, South Australia). I proventi dell’attività illecita sono stati confiscati nel 2010, quando si scoprì che venivano riciclati acquistando da effettivi vincitori del Superenalotto le schedine vincenti e facendosi accreditare le vincite dalla Sisal di Milano su conti correnti aperti appositamente (per sottrarsi al rischio di segnalazioni per operazioni sospette).
Ecstasy. Il sequestro di 4,4 tonnellate di pasticche di ecstasy, per un valore di 264 milioni di euro, nel porto di Melbourne, nel giugno 2007, nascoste in tremila barattoli di pomodori pelati provenienti dall’Italia. L’11 agosto furono arrestati in sedici, tutti ritenuti appartenenti al Locale di Platì, trapiantati in Australia. Tra gli arrestati Pasquale Barbaro, classe 1937, a suo tempo indagato in Australia per l’omicidio, nel ’77, dell’attivista antidroga Donald Mackay, che aveva denunciato una vasta piantagione di marijuana.
Contiguità. «Uno dei motivi per cui questa organizzazione appare invincibile è proprio la perdurante contiguità con il potere politico, con le istituzioni, compresa quella giudiziaria, con la massoneria, con la grande finanza. Una ‘ndrangheta priva di rapporti con la politica sarebbe cosa assai diversa da quella che è attualmente» (Vincenzo Macrì, procuratore nazionale antimafia aggiunto).
Contiguità/2. Comuni sciolti per mafia in Calabria nel 1995: 28 (16 in provincia di Reggio Calabria).