10 ottobre 2010
Tags : Antonio Ferrentino
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FERRENTINO, ANTONIO"
2009
La differenza tra dialogo e scontro istituzionale si può leggere anche nel congelamento di ogni attività di collaborazione tecnica. Succede così che la richiesta inviata da Ltf agli uffici tecnici dei comuni della Bassa Valsusa di cooperare al monitoraggio ambientale, cioè alla fotografia dello stato attuale dell’ambiente, venga bloccata perché si «tratta di una decisione di carattere politico», spiega Antonio Ferrentino, presidente della Comunità Montana della Bassa Valsusa. Piccole scaramucce che però dimostrano come il ruolo dei sindaci possa essere determinante per costruire un clima positivo o negativo intorno alla Torino-Lione. Ferrentino non lancia ultimatum ma chiede al governo di «co-decidere insieme le nuove regole dell’Osservatorio e il ruolo che dovrà giocare Mario Virano».
Ferrentino ancora non ha capito che cosa ha interrotto i canali della diplomazia sotterranea che fino a prima di Natale hanno collegato i sindaci e l’«Uomo Tav». E adesso attacca: «Virano è un tecnico e dovrebbe parlare di meno, soprattutto, non fare politica. Non facciamo melina ma è evidente che senza un chiarimento politico con il Governo noi non parteciperemo più a nessun tavolo».
Adesso la palla è in mano al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Nei prossimi giorni incontrerà Virano ma, soprattutto, dovrà confermare a Ferrentino l’appuntamento a Palazzo Chigi e fissare il giorno di questo eventuale incontro. Il tema è quello delle garanzie perché «l’assemblea mensile programmata con il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli non ha nessun potere».
Resta da capire quali saranno le regole che governeranno l’eventuale terza fase dell’Osservatorio. Per ora si sa solo che il Consiglio dei ministri è intenzionato a rinnovare l’incarico «attribuendo allo stesso architetto Virano i poteri e le responsabilità conseguenti alla strategia della nuova fase che lo stesso consiglio sarà chiamato ad approvare». Ferrentino mette le mani avanti: «Se questo significa che Virano avrà i poteri di un commissario di Governo allora l’Osservatorio non serve». Secondo alcune indiscrezioni l’idea è quella di continuare a mantenere il carattere tecnico della struttura anche se i partecipanti dovranno avere un ruolo più deliberativo trasformandosi in una sorta di plenipotenziari anche se l’ultima parola dovrebbe essere assegnata ai decisori istituzionali. I tecnici di regione, Provincia e comune di Torino già si muovono su questa linea, lo stesso dovrebbero fare gli esperti indicati dagli agli enti locali, compresi quella della Bassa Valsusa. (Maurizio Tropeano, La Stampa 2/1/2009)
2008
Antonio Ferrentino è stato il sindaco capopopolo nell’autunno caldo della protesta no-Tav. Oggi è uno dei più accaniti sostenitori dell’osservatorio tecnico (con all’attivo il più alto numero di gomme d’auto tagliate): «Anch’io non scenderei più in piazza. E centinaia di persone me lo vengono a dire: "ho marciato, ora non marcerei"». Il perché? «E’ finito il tempo di urlare moriremo tutti d’amianto (le cose sbagliate le ha dette il governo, le abbiamo dette noi), ora si parla di ragioni vere e priorità. Non possiamo condannare la valle alla marginalità». Priorità, vale a dire: «Il potenziamento della linea, il nodo di Torino». E il maxi-tunnel? «Non è prioritario, ma se servirà se ne discuterà. Un referendum che non riduca il tutto a no-Tav sì-Tav ci riserverebbe sorprese». (Corriere della Sera 4 febbraio 2008, Alessandra Mangiarotti)