Francesca Cerati, Nòva 7/10/2010, 7 ottobre 2010
Strane correlazioni. Da un lato il 34% dei connazionali usa la rete a caccia di notizie di salute, oltre 16 milioni di persone, e il 29,5% lo fa cercando informazioni precise su patologie
Strane correlazioni. Da un lato il 34% dei connazionali usa la rete a caccia di notizie di salute, oltre 16 milioni di persone, e il 29,5% lo fa cercando informazioni precise su patologie. Mentre il 40,5% usa i social network (19,8 milioni). Parola di Ketty Vaccaro del Censis: «Si tratta di un manipolo agguerrito, spesso caratterizzato da un atteggiamento di sfida: le informazioni apprese online vengono utilizzate per controllare o contestare le indicazioni del medico». Gli interessati ai temi di salute accedono a forum e blog, consultano i siti di strutture sanitarie, prenotano visite ed esami. Ma soprattutto si informano, e poi discutono con il proprio medico: lo fa il 12%, una percentuale che raddoppia fra i più istruiti. Dall’altro lato, come riferisce l’Amami, l’Associazione per i medici accusati di malpractice ingiustamente il numero dei professionisti denunciati è in progressivo aumento. E stima che oltre l’80% dei chirurghi ha ricevuto o riceverà almeno una richiesta di risarcimento per presunta malpractice nel corso della vita lavorativa. L’esperienza però dice che oltre l’80% dei processi penali per malpractice si conclude con l’assoluzione del medico: in campo civile invece l’80% delle domande di risarcimento viene accolta, anche se alla fine il risarcimento equivale al 10% della richiesta iniziale.