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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

RADICALI: ECCO LE PROVE DEI FALSI DI FORMIGONI PASTICCI DAGLI AUTENTICATORI - MILANO

Ecco altre prove dei radicali sulle firme false raccolte per la lista che ha fatto rieleggere per la quarta volta il governatore lombardo Roberto Formigoni. Altri tre moduli con 53 firme, con calligrafia molto simile, che hanno il sapore di una sfida. «Formigoni ci ha accusato di dire falsità - attacca ancora il radicale Marco Cappato – intanto lo querelo, ma gli chiedo anche un contraddittorio pubblico. Uno dei due mente. Delle due l´una: o le firme sono vere, e io sono un bugiardo. Oppure sono false, e le parole di Formigoni pure. Chiedo solo che le nostre verità possano essere vagliate dall´opinione pubblica. Forse è tempo che il governatore lombardo chieda scusa e si dimetta, prima che siano accertati altri tipi di responsabilità. Se servono altri moduli, perché non dica più che le nostre sono falsità, vorrà dire che ne pubblicheremo altri». Un invito che fa capire non solo che il partito di Pannella non intende fare un passo indietro su questa vicenda, ma che è pronto addirittura a vuotare ulteriormente il sacco. Anche perché tra gli autenticatori delle 374 firme finora contestate dall´esperto contattato dai radicali, ci sono degli autentici recordman. Come il consigliere provinciale di Milano del Pdl Massimo Turci, che ne ha autenticate addirittura 140. Il consigliere provinciale di Varese, anch´egli pidiellino, Franco Binaghi ne ha certificate 114; il consigliere provinciale bresciano Emanuel Piona, 29; il collega della provincia di Pavia Gianluigi Secchi, 24 e la consigliera provinciale di Milano, Barbara Calzavara si è accontentata di sole 18 autenticazioni. Le loro firme sono tutte in calce ai moduli a sostegno della lista "Per la Lombardia" che appoggiava Formigoni alle scorse elezioni regionali.
Ma c´è di più. Stando ai documenti in possesso del partito di Marco Pannella ed Emma Bonino, ben 653 delle firme a sostegno di Formigoni erano state autenticate il 25 febbraio. Quindi un giorno prima al vertice con Berlusconi a Palazzo Grazioli che servì per chiudere il listino dei "magnifici sedici" del listino del governatore lombardo. La riunione fiume in cui i vertici di Pdl e Lega hanno litigato fino all´ultimo sulla collocazione dei loro candidati tra i primi otto della lista, per garantirgli l´elezione. Tra cui, l´ex igienista dentale dell´ospedale San Raffaele di Milano, Nicole Minetti, sponsorizzata dal premier che finì al quinto posto. A scapito della Lega che dovette accontentarsi di piazzare i suoi candidati nei secondi otto posti della lista. Quello non garantiti. Infatti, non furono eletti e furono ripescati come assessori nella nuova giunta di Formigoni. Come l´ex presidente del consiglio regionale lombardo Giulio De Capitani, ora assessore lombardo all´Agricoltura, la leghista Monica Rizzi, neo assessore regionale allo Sport e Luciano Bresciani, assessore lombardo riconfermato alla Sanità, nonché medico personale di Umberto Bossi. All´epoca, proprio il Senatùr parlò di «dilettanti allo sbaraglio» dopo l´esclusione della lista di Formigoni in Lombardia e del Pdl nel Lazio.
Nel frattempo, i radicali hanno messo a segno un altro mezzo punto. Il Tar della Lombardia, ieri, ha respinto due dei tre ricorsi che avevano presentato, ma sul terzo ha ordinato di «integrare il contraddittorio». L´udienza è fissata a dicembre. Esulta Marco Cappato: «Porteremo al Tar le firme false di Formigoni come prove». Di diverso avviso l´avvocato della lista "Per la Lombardia", Ernesto Stajano, che avverte: «I radicali non possono certo cantare vittoria». Il governatore lombardo, ieri, invece, ha preferito il silenzio. Per lui hanno parlato, però, il suo vice Andrea Gibelli della Lega: «Il voto dei lombardi è stato inequivocabile». E il coordinatore provinciale di Milano del Pdl, Romano La Russa, fratello del ministro Ignazio: «La vera sentenza è arrivata dai lombardi».