Monica Ceci, Gioia 15/10/2010 (uscita 7/10), 15 ottobre 2010
«Bersani credo di non averlo mai sentito per telefono. Lui vive bene anche senza telefonarmi evidentemente, e io per fare il sindaco non ho bisogno di chiamare il segretario del partito
«Bersani credo di non averlo mai sentito per telefono. Lui vive bene anche senza telefonarmi evidentemente, e io per fare il sindaco non ho bisogno di chiamare il segretario del partito. Rispondo ai fiorentini, non a lui» (Matteo Renzi). Se le dico “uomo di potere” qual è il primo nome che le viene in mente? «Giulio Andreotti. Venne una volta in Provincia e lo feci sedere alla scrivania per firmare il libro d’onore, come si usa, e lui mi chiese: “Di chi è questa poltrona?”. Dissi che era mia. E lui: “Posso darle un suggerimento? Non la ceda mai, neanche in prestito”». «Il mio impegno è nato da diverse esperienze personali: lo scoutismo, che è una grandissima educazione al carattere, alla socialità, alla responsabilità. Poi aver fatto l’arbitro di calcio, perché sei costretto a decidere, senza avere paura dei ragazzi più grandi che ti gridano in faccia di tutto su tua madre e tua sorella».