Rolling Stone n. 84 ottobre 2010, 7 ottobre 2010
SVEGLIATI ITALIA! [INTERVISTA A MARCO TRAVAGLIO E FABRI FIBRA]
Prendi la voce più critica di certo giornalismo italiano e falla conversare con quella più arrabbiata di certa musica italiana. Cronaca di un pomeriggio torinese a casa di Marco Travaglio con Fabri Fibra, qualche giovane fan e, ovviamente, “rs”. A parlare di un paese che dorme e di giovani che non sognano
Travaglio Marco, classe 1964, giornalista e scrittore. Fibra Fabri, classe 1976, rapper. Seduti comodi comodi su un divano, queste due “voci contro” non la finivano più di parlare (e infatti iniziate a leggere qui e continuate sul nostro sito). Scoprendo di avere davvero molto in comune...
rolling Stone: Quindi non vi eravate mai visti?
fabri Fibra: No! Dal vivo mai visti...
rS: Però Santoro ti aveva chiamato per Annozero.
fF: Sì... per Rai per una notte...
Marco Travaglio: Ah sì? E gli hai detto di no?
Altra voce: «Eri via, eri in Brasile».
fF: Lui è Vacca, lo conosci?
MT: Sììì...
fF: Ma come fai a conoscere Vacca?!
MT: Ho sentito su YouTube Vita da re, la canzone di Vacca, con Two Fingerz... mi sono innamorato di lui e l’ho fatto sentire a tutti! Parlavamo di Rai per una notte e della possibilità di fare tv anche fuori da Rai e Mediaset: non so se ci riuscirà Michele, ma ci sta pensando.
fF: Senti, ma poi sei stato tu il fautore della vicenda da Luttazzi, che poi è stato mandato via?
MT: Da Luttazzi sì, certo.
fF: Perché una cosa del genere oggi non è più possibile, Rai per una notte è stato un successo nel web...
MT: Nel web erano 6 milioni e passa, solo per la diretta, senza contare quelli che se lo rivedono su YouTube e continuano a rivederselo, quindi...
rS: Ma questo vi ha dato una voglia di autonomia?
MT: E sì, certo! Santoro non ne vuol più sapere di stare in Rai dopo quella roba lì... Infatti ha cercato in tutti i modi di venirsene fuori, non è ancora chiaro se riusciamo a stabilizzare una cosa del genere, perché quello era un unicum, però... Lui era già stato tentato dalla nostra esperienza di un giornale uscito dai grandi gruppi, pagato solo da chi lo compra, perché ci sono 110mila persone tra abbonati e acquirenti in edicola...
fF: Quando è nato il tuo nuovo quotidiano?
MT: Il 24 settembre 2009 e oggi vendiamo 67mila copie medie al giorno, più 45mila abbonati, quindi oltre 110mila acquirenti medi.
rS: Ma non sono andati via da Repubblica... Sono semplicemente 67mila nuovi lettori di quotidiani...
MT: In grandissima parte non leggevano più o non avevano mai cominciato a leggere... Per molti, per i ragazzi, il Fatto è il primo giornale che leggono.
fF: E a che età uno oggi comincia a leggere il Fatto?
MT: Anche a 15 anni. Io leggevo il Giornale a scuola... ero fanatico di Montanelli, totalmente rapito dal suo modo di scrivere.
fF: ...secondo me l’Italia è divisa in tre fasce: una di gente fino ai 15 anni che neanche si pone il problema, dai 15 ai 35 anni chi più o meno sa cosa succede, ma davanti ha quelli dai 40 in su che hanno creato un loro modo di vivere per comodità, di conoscenze, incastri, equilibri forzati che impediscono l’ingresso ai giovani... I quindicenni guardano e pensano: “Ma se lui di 30 anni non ce la fa, io a 15 devo prendere un giornale?”, quindi anche leggere il Fatto... gli devi dare la sensazione che qualcosa non va. Vuoi sapere che cosa non va? Leggiti questo. Però io sento forte queste tre Italie che vanno avanti a velocità diverse.
MT: Ma l’abbiamo detto, l’abbiamo detto: quello che c’è non vi racconta le cose o ve le racconta filtrate o parziali o addirittura taroccate... noi facciamo un giornale molto semplice, sintetico, che non fa paura... con Repubblica o il Corriere al sabato ti danno 15 chili di roba che non sai neanche da che parte cominciare...
fF: Ma all’italiano gli piace il quotidiano così, perché non lo legge ma fa impegnato andarci in giro! Il Fatto è stato vincente per l’immediatezza con cui è arrivato.
rS: Più che altro ha dimostrato che c’è un mercato, come Rai per una notte, no?
MT: Certo! Mi ricordo l’anno scorso, di questi tempi noi stavamo lavorando per il giornale e tutti mi dicevano: “Ma no, la carta è in crisi, non devi fare un giornale di carta, chi lo compra più...”, ma perché la gente dovrebbe avercela con la carta, che gli ha fatto la carta? Il problema non è la carta, è quello che ci metti sopra... Per carità, poi magari ci sono delle persone che si leggono un intero giornale online, ma non so, a me cascano gli occhi al secondo articolo! Avere un bel giornale, e te lo porti in treno, in metropolitana, al parco, lo apri, leggi un pezzo, poi interrompi, lo metti sotto il braccio, ritagli, tieni le cose... io penso che sia il modo migliore per un certo tipo di comunicazione.
rS: Posso farti una domanda Marco? Off the record... Perché avete scelto un’estetica da bollettino vicariale?
MT: Peggio, hanno detto che ricorda un giornale lituano degli anni ’50...
rS: Esatto... cioè, è cosciente?
MT: Diciamo che è l’ultima cosa di cui ci siamo preoccupati... eravamo talmente occupati a trovare la gente giusta, la strada giusta e a fare campagna abbonamenti, che abbiamo preso un grafico che ci ha presentato questo progetto molto popolare, copiato un po’ da certi tabloid inglesi e americani, che lì sulle prime non ci era dispiaciuto, e poi non avevamo tempo... il nostro problema era capire se saremmo riusciti a coprire le 15mila copie che ci servivano per sopravvivere, adesso che vendiamo dieci volte tanto probabilmente ci occuperemo anche della grafica.
rS: Perché la grafica può essere un deterrente...
fF: Però l’idea dell’indipendente la rende!
MT: All’inizio io non lo sopportavo proprio come grafica, adesso ci ho fatto l’occhio.
rS: Ma vedi che era respingente anche per te...
MT: Credo che prima o poi ci metteremo mano, anche se da uno studio commissionato a Natale abbiamo scoperto che quasi tutti quelli che ci compravano dopo i primi tre mesi dicevano: “Non toccate la grafica”.
rS: Quindi è un pubblico che veramente ama la Lituania... In quanto pubblico soviet!
mt: Eh eh eh, no, in realtà abbiamo un pubblico stranissimo, perché poi c’è il pubblico di Massimo Fini, il pubblico di Oliviero Beha, quello mio... sono molto poco di sinistra i nostri lettori, ce n’è una parte, ma essendo un pubblico molto giovane, molto deideologizzato, non gliene frega niente della sinistra... ovviamente non sopportano Berlusconi, ma...
ff: ...ma quello è sentimento comune, però non vanno ad approfondire, fino a 20 anni non te ne frega niente, anche se vuoi provare a capire, non capisci... Poi se esci dall’Italia te ne rendi conto molto di più, ma non sono tanti quelli che escono. Se guardi i giovani, adesso, sono quasi costretti a non uscire di casa fino a 35 anni... ti passa un po’ quell’agonismo di andare a girare il mondo, vivi come in una bolla, e in più questa bolla è molto facile da incrementare con le armi di distrazione al Paese... Quindi se stai molto in Italia, stai molto in casa con i tuoi, stai poco a guardarti intorno, hai la sensazione che tutto vada bene. E sono tanti gli italiani così. Se guardi i numeri, la gente che ha capito veramente quello che sta succedendo non è tanta... Tornando al discorso dell’inizio, io ho iniziato a guardare Passaparola (sul sito di Beppe Grillo, ndr) un anno fa, ho visto che i numeri delle visualizzazioni sono cresciuti molto...
MT: Prendi il video dell’attentato del lancio del Duomino sulla testa... Bruno Vespa l’ha mostrato a Porta a Porta per dimostrare che io ero il mandante, perché il giorno dopo il lancio avevo detto che questa storia dell’odio non aveva nessun senso, che nemmeno Hitler aveva mai chiesto al popolo tedesco di amarlo... Se uno vuole odiare un politico perché non lo può odiare? Personalmente io non lo odio, perché non lo ritengo degno nemmeno di un sentimento che mi coinvolga, ma se uno lo vuole odiare, se non gli fa niente di male, ma sarà libero di detestarlo? Non c’è reato di odio in nessun Paese del mondo, no? E allora, quella roba lì, dato che l’ha fatta vedere Vespa poi se la sono andata a vedere tutti, per cui ha fatto tipo 700mila contatti...
ff: Sì, il gioco opposto fa... che funziona sempre ma per quelli che sanno già il gioco qual è. Io sento che i ventenni non hanno neanche modo di capire di cosa si tratta e quando si interessano sembra sempre quasi un discorso di problemi personali... cioè sembra che te e Berlusconi siete andati a scuola insieme e vi state sul cazzo, e invece... Se io vedo un bel film o sento un bel disco lo dico agli altri, quando guardo Passaparola dico a tutti: “Ma hai sentito cos’ha detto?”, tipo quando hai raccontato il primo attentato andato a male che poi Veltroni l’ha raccontato tutto contento in tv...
MT: Sì sì, della storia dell’Olimpico (nel 1993, ndr).
ff: Quando comprendi che c’è una storia malata dell’Italia hai voglia sia di capirla sia di parlarne con gli altri... per me ’sta cosa finisce quando spengo il computer e Passaparola, e mi dà una grande frustrazione, perché sono poche 60-100mila in confronto a 60 milioni di italiani. Quindi, quando ad esempio guardo la tv e dalla pubblicità sento che la cosa più figa è che in edicola ci sono i discorsi di Mussolini...
MT: ...con Libero.
ff: Sì, però la notizia del giorno è quella, raga... e in televisione c’è la Pupa e il secchione e al centro di Milano ti fanno veramente festa perché c’è la Champions... mi viene un po’ da pensare, cioè, mi sembra un po’ un Paese anestetizzato, quanti Passaparola dovrebbero esistere per far sì che tutti capiscano? I numeri a me spaventano, e anche Rai per una notte, per quanto grosso, è inquietante che non se ne parli... Poi nella vita normale ti rendi conto che tutto è complicato, tutto! Ti faccio un esempio: io per cambiare residenza a Milano ci ho messo un anno e mezzo! Arriva la supertecnologia, i-Pad, mp3 e poi ti compri ancora l’auto che va a musicassetta, in Internet ti fai i tuoi spostamenti bancari e poi vai alla Posta e c’hai la dipendente che ti guarda e che ti sparerebbe... sono due Italie che andrebbero divise, e invece sono proprio invischiate l’una con l’altra. I personaggi che cercano di dividerle purtroppo sono pochi. Tu sei tra questi, allora o ti cloniamo o... e la domanda è questa...
MT: Ma qua mi state intervistando tutti!
ff: No, io non ho domande! Solo che tu mi dai la sensazione di conoscere quello che succederà perché studi i fatti e la storia. Ecco: hai idea di quello che succederà nel tuo lavoro e nel panorama italiano nei prossimi cinque anni, e quando lo racconti sei legittimato da questo o ci stai veramente raccontando dei fatti e dobbiamo preoccuparci? Cioè, mi devo preoccupare quando ti ascolto o...
MT: Sì, credo che ti debba preoccupare, perché io non ho la più pallida idea di quello che succederà. Io so solo quello che è già successo, poi puoi fare delle proiezioni, se vedi delle analogie con il passato e gli somiglia puoi cercare di capire quello che succederà dopo. In fondo non è che si inventa tutto, io vedo molte analogie tra quello che succede adesso e quello che succedeva nel ’92, ad esempio, quindi penso che siamo alla vigilia di un gran casino...
RS: Perché?
MT: Eh, sai, c’è questo cocktail di elementi convergenti: la crisi finanziaria, il governo che mette le mani in tasca alla gente pesantemente, gente incazzata, scandali con sperperi, corruzioni... crisi anche anagrafica di questa classe politica che è vecchissima e, insomma, è alla frutta... penso che basti pochissimo per far saltare tutto per aria. E sarebbe già saltato tutto per aria, se ci fosse opposizione a Berlusconi. Appena si sono messi un po’ d’impegno sulla legge sulle intercettazioni già non gliela hanno fatta passare, quindi vuol dire che il suo potere dipende soprattutto dalla mancanza di avversari, non dalla sua forza. Mosse come quelle di chiudere le trasmissioni sotto campagna elettorale...
ff: Mancanza di opposizione che è un po’ la sua forza.
MT: C’è stato un momento però in cui lui era veramente forte, aveva il Paese dietro, si vedeva che aveva un consenso, drammatico ma ce l’aveva, adesso non è che ci sia un consenso, insomma, lo votano per rassegnazione, per mancanza di alternative...
rs: Ma perché secondo te non succede mai, a parte via Padova, uno scoppio come nelle banlieue? Come mai la fascia giovanile, che è quella di cui si occupa Fibra, non reagisce all’assoluta mancanza di possibilità per il futuro?
MT: Questo non lo so, non conosco questo mondo...
RS: Perché veramente si tratta di un cul-de-sac generazionale che non è neanche difficile da capire...
MT: Non lo so, devo dire che non siamo un Paese che conosca grandi rivoluzioni né grandi restaurazioni... siamo l’unico Paese ad avere avuto la Controriforma senza aver avuto la Riforma protestante... quando cambiano le cose è perché una piccola élite le ha fatte cambiare, il Risorgimento l’hanno fatto in poche migliaia di persone, la Resistenza anche, la Costituente...
RS: Però in questi momenti di cambio, vedi il ’92, in realtà la reazione non è mai stata una reazione popolare ma di poteri oscuri, no?
MT: Non so se sono poteri oscuri, di sicuro Mani Pulite l’han fatta in pochi... le cose positive che hanno cambiato le cose sono iniziativa di piccole élite che si sono tirate dietro la massa, volente o no.
rs: Quindi non vedi la possibilità, tra virgolette, di un golpe massonico?
MT: Ma non ce n’è neanche bisogno! Perché la massoneria dovrebbe fare un golpe quando sta già al potere e fa quello che vuole? All’epoca si sono mossi, hanno ottenuto quello che volevano e adesso perché dovrebbero buttarlo giù? Stanno cercando delle soluzioni gattopardesche per tenere su tutto, no? Il problema è che adesso non sta più in piedi niente, perché non c’è solo Berlusconi in caduta libera, ci sono poteri più forti di lui, come Gianni Letta, il Vaticano che sta esplodendo da tutti i punti di vista... gli industriali non contano più niente, perché c’hanno le pezze al culo, i banchieri sono lì col cappello in mano al governo, perché potrebbero saltare come sono saltate le banche negli altri Paesi...
ff: Sembra un po’ un film, che quando tutto va male non va male niente. E come fa un ragazzo a reagire? A cosa? Se tutto va bene e qualcosa va male allora reagisce, ma se è cresciuto in ’sta situazione in cui tutto va male, vive benissimo! Perché i giovani non fanno niente? Perché non ne hanno bisogno, perché fai qualcosa quando vedi tuo padre e tua madre che stanno male!
rs: Ma perché, ad esempio, voi giovani sentite lui?
fan 17enne: Ma io ti sento da sempre, ti differenziavi, dicevi quello che volevi e ancora adesso... Non è vero che i ragazzi non hanno bisogno di reagire, io faccio delle litigate pazzesche con professori, compagni, tutti... perché non è che non sentono il bisogno, non lo sanno! Se tu accendi la tv senti ciò che il potere vuole che tu senta, se prendi un giornale, 19 su 20 non ti dicono ciò che ti farebbe incazzare tanto da fare una rivolta. Quando parlo io mi danno tutti contro... che poi non è ribellarsi, ormai ribellarsi è dire la verità!
ff: Sei l’elemento fastidioso che costringe gli altri a chiedersi perché... Però, allora, se non puoi ribellarti quando sei in minoranza, allora cosa fai? Te la tieni per te e cerchi valvole di sfogo: Fabri Fibra, Passaparola... Però acqua in bocca, se ti fai vedere troppo consapevole dai fastidio: dobbiamo cambiare le cose? Troppo casino, raga, ci sono 100 anni di storia e lo facciamo noi? Facciamolo fare ai nostri figli...
rs: L’avrai detto mille volte, Marco: i rapper hanno una concezione fulminante della comunicazione... i Public Enemy definivano l’hip hop la Cnn del ghetto, no? Ed è vero, perché alla fine questi sono signori che dicono cose e parlano attraverso un mezzo... oggi la vera linea di continuità tra te e Fabri è che siete produttori di contenuti su vari mezzi, no? Lui fa i dischi, però fa anche un programma tv, gli hanno chiesto di fare un programma radiofonico, di scrivere per l’Unità... e anche tu hai un pubblico che ti segue, in qualche modo anche quelli del Fatto sono i TUOI lettori... Tra virgolette, voi siete due “raccontatori di realtà”...
ff: Se ti vai a sentire il disco mio, sai che troverai certe cose, a seguire lui è uguale... in tv sei l’unico elemento di disturbo, come per me in radio, che non mi fanno dire tutto... Se dici questo non va bene per quello che dà i soldi per il programma... cioè, il conflitto di interessi regna in Italia. L’accanimento contro Berlusconi per me è quasi fuori moda, perché il vero danno è la mentalità che ha creato il momento Berlusconi. La malsana idea che c’è uno spazio per te anche se non fai niente, che prima o poi ci arriverai, basta conoscere la persona giusta. È una scorciatoia maledetta: smetti di studiare, di essere agonista, di informarti e cerchi le scorciatoie... lo fanno i banchieri, lo fanno nelle università, lo fa tutta l’Italia, l’Italia implode! Arriva lui, che ha capito la situazione e dice ok, io vi distraggo con un bel film, così non ci pensate. Quanto tempo ci vorrà perché finisca questo malpensare, generazioni forse, i loro figli saranno liberi in Italia, e avranno la banda larga.
mt: Il Berlusconismo sparirà molto dopo che sarà sparito Berlusconi, su questo non c’è dubbio, gli sopravviverà a lungo, perché comunque lui ha sdoganato quel modo di pensare lì, lo ha nobilitato.
ff: E quando uno che ha lavorato 40-50 anni, si è sposato, non ha mai fatto figli, non è andato mai in vacanza in vita sua, convinto che un giorno avrà questo premio... e un giorno si renderà conto che ha vissuto in un’Italia costruita, cosa avremo, un tasso di suicidi altissimo in Italia quel giorno lì? Il giorno che moriranno i nostri genitori e riusciremo a scoprire cosa è successo nel ’92, cosa succederà secondo te in Italia?
mt: Non lo so, ma vorrei esserci! Eh eh eh...
rs: Ma ci sarai, tanto come ha detto Silvio vivrai come Boris fino a 120 anni...
mt: Lui e Boris vivranno fino a 120 anni! Boris è il premier bulgaro che si chiama Borisov e che lui chiama Boris, non si sa perché...
ff: Agli inizi di Passaparola cosa ti aspettavi? Di essere seguito? Di diventare un nome riconoscibile?
mt: Ma io ero riconoscibile da prima di Passaparola, nel senso che sono diventato famigerato da quando sono stato da Luttazzi e ho fatto quel gran casino...
ff: Anche da Fazio hai fatto casino, no?
mt: Sulla faccenda di Schifani, però quello era già due anni fa quindi già ero strafamigerato.
ff: Però popolare è un’altra cosa, è quando sanno il tuo nome ma non sanno cosa fai, ad esempio molti sanno il tuo nome ma non sanno cosa fai...
mt: Sì, però poi Annozero capita a tutti di averlo visto almeno una volta, semmai Annozero e Passaparola li hanno aiutati a capire che io non sono solo quello che ce l’ha con Berlusconi. Molti mi dicono: “Ah, però! Anche a sinistra dai delle bacchettate”. Eh sì, certo, ci mancherebbe, se no saremmo dei killer...
ff: Quello è l’effetto collaterale della popolarità, perché sanno chi sei, ma non sanno cosa fai quindi confondono... anche con me, o mi ascoltano o mi odiano...
mt: Chi ti ascolta?
ff: Chi mi ascolta mi ama nel senso che qualunque cosa dica ci credono. Chi invece parte col presupposto che io sia costruito, come chi pensa che tu sei mandato da qualcuno... beh, qualunque cosa dirai non sarà mai accettata, perché c’è il muro di pregiudizio davanti che è la verità addosso alla bugia. Ecco il prossimo libro che dovresti fare: Chi è Marco Travaglio?
mt: Per carità!
ff: Perché c’è un doppio, c’è un altro Travaglio che gira al posto tuo e fa danni. Loro ti credono davvero pericoloso: ma ti rendi conto di quanto sei pericoloso?
mt: Sì, abbastanza, perché comunque vedo che faccio 5 minuti in tv e ogni volta succede l’ira di Dio... non è normale, no? In fondo se tu assommi i minuti di tv che vanno in onda ogni settimana sono 24 ore per 7 reti per 7 giorni e io faccio solo 5 minuti in quella somma... possibile che si parli sempre di quei 5 minuti di Annozero e tutto il resto niente? Che poi di solito gli attacchi vengono da uno che di tv ne sa, quindi lì lo capisci che gli dai fastidio... Però no, io non farei mai un libro che si chiama Chi è Marco Travaglio?!
ff: No, lo farà qualcun altro al posto tuo, ti faranno un video bootleg che girerà con “scritto da Marco Travaglio” e non sarà vero...
mt: Beh, ma sai che c’era su Facebook qualche pazzo che rispondeva al posto mio e io ho dovuto far sapere che non ci sono su Facebook... Comunque, dopo i miei 5 minuti in tv non succedono delle cose visibili, però ne succedono di invisibili... Non è che arriva qualcuno a sparare a me o ad arrestare qualcun altro per le cose che io ho detto, però nello stesso tempo ci sono 3-4-5 milioni di persone che hanno sentito qualcosa che gli rimane in testa e che da quel momento la sanno, cominciano a parlarne, quindi è chiaro che, essendo 5 minuti affogati in tutte quelle ore che abbiamo detto, sono più lenti a fare effetto, però poi alla lunga... Comunque, il mio punto di vista non è quello di uno che vuol cambiare le cose, se io volessi cambiarle farei il politico e poi vivrei frustrato perché non ci riuscirei... perché sono poi tre o quattro quelli che contano in Parlamento e dicono a tutti gli altri come devono votare... il mio punto di vista è quello di uno che vuole raccontare delle cose a quelli che non le sanno. Per me la massima gratificazione non è quando Cicchitto dice che io sono un terrorista mediatico, se mai mi soddisfa il fatto che gli ho rovinato un po’ il fegato... quello che mi soddisfa è che quando vado a fare in giro una presentazione del mio libro viene uno e mi dice: “Ah, io non avevo capito niente di quella roba lì poi ho sentito lei e l’ho capita”. E quello è uno che viene in rappresentanza di tanti altri...
rs: Quindi c’è anche un gusto, un piacere... no? La cosa che mi viene in mente è che siete entrambi due rompicoglioni!
mt: Certo! Il temperamento è quello.
ff: Ma io ne sono consapevole, però ad esempio tu hai centrato nel tuo obiettivo...
rs: Perché c’è un piacere nell’avere dei nemici?
mt: No, c’è un piacere quando ti diverti lavorando.
ff: E funziona quello che fai.
mt: Ma non è che io parto con l’intenzione di rompere i coglioni, se li rompo mi diverto, se no uguale.
rs: D’accordo, ma... c’è chi si diverte a fare dell’altro e chi si diverte a buttare dei sassi nello stagno, no?
mt: E certo! Lui prima ricordava la volta che sono andato da Fazio a parlare di Schifani. Pensavo fosse giusto dire, davanti a milioni di telespettatori, chi avevano appena eletto presidente del Senato e che rapporti aveva avuto con uomini di mafia eccetera, dopodiché mi è venuta una battuta e io mi farei ammazzare pur di fare una battuta, se mi viene, quindi ho detto che Schifani è il segno dello scadimento della classe politica perché una volta al suo posto c’erano i De Gasperi, gli Einaudi, ho detto, figuriamoci il prossimo! E mi preoccupa chi viene dopo Schifani, perché come forma di vita resteranno i lombrichi e le muffe... Ha fatto causa: sulle vicende di mafia era tutto vero e quindi mi hanno assolto, ma per la battuta sui lombrichi e le muffe che non era nemmeno riferita a lui, mi hanno condannato a pagare 16mila euro, e pazienza, li pago...
rs: Ma ogni tanto hai timore che le cause ti...
ff: ...più che il timore, se hai la consapevolezza che quello che dici può portarti grossi danni e se sai di superarli, tipo quando Berlusconi ti ha...
mt: Berlusconi chiese 40 miliardi di lire quando andai da Luttazzi, senza contare che ha fatto fare altre sei cause…
ff: E tu come l’hai vissuta?
mt: Con un po’ di ansia perché non basta sapere di avere ragione e neanche trovare un giudice che te la dà... però insomma, sapevo che avevo detto tutte cose vere e infatti non mi sono fasciato la testa e ho fatto bene perché poi le ho vinte tutte.
ff: E non hai mai pensato che potevi perderle?
mt: Sì, potevo perderle se trovavo un giudice corrotto... il timore era di incontrarne uno...
rs: Ma tu hai mai ascoltato dischi di Fibra?
mt: Un paio stanotte per documentarmi!
ff: Ah ah ah!!! Poverino... Vorrei il filmato di Marco Travaglio che...
rs: In macchina infatti ci chiedevamo come fai a stare dentro le 24 ore...
ff: Tu hai 80 ore in 24 ore!
rs: Ma c’è anche il piacere di essere un po’ dei predicatori? Come nella tradizione del gospel all’americana o dello speaker’s corner? Che si alzano e in mezzo alla folla dicono la verità o l’illuminazione? Cioè, il Paladozza è dove vanno le rockstar e voi lì siete entrati un po’ come delle rockstar, gli elementi di una band...
mt: Tipo le bestie da circo...
rs: Sì, era rotondo, poi! Il tuo momento è sempre un momento quasi liturgico, cala il silenzio, tu reciti in un determinato modo, sembra veramente un’omelia di uno strano prete che dice la verità, no?
mt: Invece non vado cercando questo, insisto sempre sull’assoluta normalità di quello che faccio, non credo affatto di essere anormale, sono anormali gli altri che non lo fanno... Il fatto che io sia conosciuto o considerato particolare non è merito mio, è demerito degli altri. Quando ho cominciato a fare il giornalista eravamo centinaia a farlo nello stesso modo, poi gli altri hanno smesso e io ho continuato, ma il problema è perché gli altri hanno smesso... In un altro Paese nessuno saprebbe come mi chiamo, perché fanno tutti come me. Cioè, se tu vai in America, i giornalisti fanno tutti come me.
rs: Evidentemente è la normalità del mestiere in Italia che è andata a ramengo?
mt: Certo, assolutamente!
ff: Qual è la percentuale del giornalismo venduto oggi?
mt: Beh, venduto presuppone che lo facciano pagati, in realtà ci sono i venduti gratis, che sono la maggioranza. Quelli che servono, che stanno attenti, che nascono piegati... non c’è bisogno che li paghino... io li capisco quelli pagati, almeno c’hanno un motivo. I servi gratis mi fanno morire dal ridere! Servi gratuiti e felici! Il servo nella commedia di Plauto è sempre incazzato perché deve fare il servo, invece questi sono felici!
rs: Forse sperano nell’osso...
ff: Ma no, anche in niente...
mt: O magari hanno raggiunto un certo gradino nella scala sociale e temono di perdere anche quello...
ff: Vogliono esserci anche se hanno ruoli minimi...
mt: Molti pensano anche che il giornalista è comunque membro di un circuito di potere, quindi tu sei stato ammesso e ti senti molto più vicino ai politici che non ai colleghi che fanno il tuo lavoro.
ff: Ma se la gente ha quest’idea è anche colpa dei giornalisti, no?
mt: È chiaro. Quando tu vedi Vespa che esce dal salotto di Maria Angiolillo insieme a banchieri, generali, cardinali, venditori, politici, cadaveri... capisci che allora non c’è più il controllore e il controllato, è tutto lo stesso mondo, ed è anche il motivo per cui non bisognerebbe mai avvicinarsi a Roma per più di poche ore alla volta... ho visto cambiare tantissima gente che stava a Milano o Torino e poi ha messo piede a Roma...
rs: Davvero? È vischiosa?
mt: Gelatinosa...
ff: Ma tu viaggi molto, ti piace andare all’estero?
mt: No, non molto, però quando viaggio scopro che ciò che faccio qua e che è considerato anormale fuori è considerato normale. Siamo stati a presentare il Fatto a Parigi, a Londra, a Barcellona, e sempre moltissimi italiani che vivono ormai esuli, ragazzi, ricercatori, migliaia di persone sanno di noi molto più di quelli che stanno in Italia, proprio perché hanno la fortuna di non vedere il Tg1 e di non leggere i nostri giornali.
ff: Non è però che l’informazione che tu fai, la controinformazione, diciamo, quella che merita ascolto, sia un po’ elitaria? Perché in fondo gran parte degli italiani ha il posto fisso, arrivano a casa alle 9 di sera, stanchissimi, la metà poi non ha neanche il computer, non sa neanche cosa sia Internet, quindi chi sa quello che tu dici è fortunato, fa parte di un’élite di prescelti, quasi...
mt: Mah, io credo che l’informazione è elitaria perché non se la possono permettere tutti quanti, dovrebbe essere democratica, arrivare nelle case di tutti e invece quella vera te la devi andare a cercare, devi comprare certi giornali, andare su Internet, insomma devi fare un certo sforzo... molti non si pongono neanche il problema, guardano il Tg1, pensano che l’informazione sia quella, di averne anche d’avanzo... ma tra chi invece se la va a cercare io credo di essere il meno elitario possibile, cioè cerco di parlare terra terra e di farmi capire, se mi dicono: “Non si capisce quello che dici” è terribile, perché è colpa mia, non di chi non capisce...
ff: Ma infatti meriti un premio anche solo per la comprensione, perché vai incontro alla gente...
rs: Ma c’è un po’ un limite in questo discorso... Prima parlavamo degli schiavi gratis e felici di esserlo... non c’è tutto ’sto popolo addormentato da risvegliare, è un movimento cosciente dell’italiano... perché non sono mica informazioni difficili da trovare...
mt: No, no. Non sono facili da trovare. E io non sono d’accordo che tutti sanno tutto ma non vogliono sapere: la gente non sa un cazzo.
rs: Non sarà come per le tasse, che tutti si indignano, ma poi nel loro privatino...?
mt: Ma anche quello non è vero, perché ci sono milioni di persone che le pagano. Come Jannacci che diceva “mio cognato che lavora alla Breda non ha mai preso una tangente in vita sua”... per quale motivo dovremmo accettare questa storia che tutti rubano? Allo stesso modo, non è vero che tutti sanno tutto. Non si sa niente! A volte racconto cose che io darei quasi per scontate e invece mi guardano...
ff: Più che altro non si sa che ci sono cose che dovresti sapere... e con tutte le versioni che ci sono, se quella del Tg1 è la più facile, tutte le altre confondono…
mt: Sì, ma il 70% degli elettori in Italia non sa neanche cos’è la Rete. Decide per chi votare seguendo quello che ha sentito nei telegiornali. I telegiornali sappiamo cosa sono... o sono incomprensibili o ti dicono una falsità o non ti dicono delle cose... quando Spatuzza ha tirato in ballo Berlusconi e Dell’Utri per le stragi l’intero Paese ha detto: “Possibile? Berlusconi e Dell’Utri nelle stragi?”. Non sanno che da 15 anni ne hanno parlato almeno 30 Spatuzza e che Dell’Utri è già stato condannato in primo grado, per cui comunque vada l’appello... quindi quando una cosa che io do per strascontata viene vista come una rivelazione, non so... Stanotte ho scritto il pezzo per L’Espresso, fanno l’inchiesta sul terremoto, no? Mettono sotto inchiesta la Commissione Grandi Rischi perché ha rassicurato la gente dicendo che non sarebbe successo niente, tre giorni dopo è venuta giù L’Aquila. Sui giornali e ai tg dicono: “Ah, questi imbecilli dei magistrati hanno incriminato la Grandi Rischi per non aver previsto il terremoto, quando è noto nel mondo che i terremoti non si prevedono”. Ma proprio perché non si possono prevedere i terremoti, non puoi prevedere che non ce ne sarà! E allora per quale motivo hai detto: “State tranquilli non ci sarà un terremoto”? Vengono incriminati esattamente perché hanno tranquillizzato la gente e non lo potevano fare. E la gente dice: “Quel povero Bertolaso, ora gli imputano pure di non aver previsto il terremoto”. No, gli imputano esattamente il contrario, cioè l’aver detto: “Non succede un cazzo, andate a dormire tranquilli”, e il giorno dopo erano sotto le macerie, mentre se non gli dicevano niente, quelli che da sei mesi vedevano tremare la casa magari stavano un po’ più svegli, no? È tutto distorto, ti lanciano messaggi per cui non riesci a capire niente. Conoscendo quali sono le tecniche di depistamento e di taroccamento delle notizie, l’alibi è totale per il popolo italiano. Poi certo, ci sono anche quelli che sanno e non vogliono vedere.
rs: Ma perché un poveraccio deve votare l’uomo più ricco del Paese?
ff: Perché è già ricco quindi non ruba! Ma è vero...
rs: Ma sì, perché sai quanto tempo abbiamo speso con gli americani per spiegare il fenomeno Berlusconi, volevamo mandargli una fattura!
mt: Mah, sarà il fascino del ricco... a Torino ai funerali di Gianni Agnelli c’è stata una fiumana di operai che hanno fatto una vita di merda per trent’anni nelle sue fabbriche, mentre lui se la spassava, e andavano commossi alla camera ardente.
rs: E come te la spieghi?
mt: Me la spiego col fatto che il ricco suscita fascino, ammirazione, invidia...
rs: Africa pura...
mt: Sì, che poi, rispetto a Silvio Berlusconi, Agnelli era santa Maria Goretti...
ff: Beh, ma quando uno sta su lo idolatrano. Come Bria-tore, che prima lo applaudivano in spiaggia, ma adesso che ha problemi hanno gusto nel distruggerlo...
mt: Ma infatti quando Berlusconi cadrà verrà maledetto e sputato da tutti... piazzale Loreto è proprio un fenomeno tipico: tutti fascisti fino alla sera prima, fino al 24 luglio del ’43 e poi dal giorno dopo no, basta...
rs: Ma quindi c’è un problema con l’italianità? Con gli italiani in generale?
ff: È masochismo...
mt: No, è coronismo, è cortigianeria...
rs: Perché in realtà voi due c’avete una terza cosa in comune, che in realtà amate pazzescamente il vostro Paese, no? Siete qua, non avete portato via le tolle e vi indignate, che significa che è un sentimento forte...
mt: Sai che noia fare il giornalista in un Paese normale!
ff: Però è anche una questione di missione, se sei nato in Italia e riesci a interpretare delle cose e riesci anche a raccontarle perché devi andar via?
mt: Vengono tutti a vedere l’Italia come si va allo zoo... giornalisti di tutto il mondo vengono a vedere questo strano Paese, si divertono come pazzi, non essendo italiani raccontano semplicemente le cose sbudellandosi dalle risate... Noi almeno un po’ soffriamo.
ff: Ma noi siamo anche un po’ drammatici, teatrali. C’è sempre la pesantezza della situazione addosso, poi quando si fa davvero pesante sembra che per liberarci debba arrivare qualcuno... a volte penso che dovremmo consegnare tutto all’Europa, dall’Alitalia a...
mt: Farci commissariare?
ff: Ma sì, sai la storia della scorciatoia, delle conoscenze, dei familiari... ma se tu mi sbarri la strada, come passo io? O la sfondo o rimango lì. Comunque, tornando ai giovani, io sono anche convinto che se uno non ha fame e c’ha il piatto di pasta sempre pronto...
rs: Ma ragazzi, fra un po’ la novità è che il piatto non ce sarà più!
ff: Comunque l’Italia è fondata sulla famiglia, quindi avrai sempre la zia, la nonna...
rs: La zia ha finito i soldi, perché li ha già dovuti dare a due generazioni... è suonata la sveglia anche per zia!
mt: Ah ah ah ah ah ah!!!
rs: Eh sì... ma lo sanno tutti che il rapporto del Censis quest’anno è disperato... perché il sostrato della famiglia, che in sostanza ha retto la crisi in Italia, in realtà ha implicato un trasferimento di denaro alla generazione di quarantenni, che già guadagna meno dei genitori e che ha avuto le case tutte pagate dalle famiglie, che però hanno finito i soldi... perché il terrore era che il tenore di vita del figlio non fosse superiore o perlomeno identico a quello dei genitori. Però è fritta, nel senso che i soldi sono terminati, e si pone adesso un baratro senza la rete di sicurezza della famiglia che nella prossima generazione difficilmente ci sarà... Che poi nella maggior parte dei casi sono tutti denari degli anni ’60-’70 o pensioni incassate alla fine degli anni ’70-’80... In più già sottoposte al disastro dell’euro, che le ha dimezzate... lì si pone lo strappo, capito? E allora il piatto di pasta non c’ha più niente sopra e quando degenera anche il cibo, dopo il calcio, qualche stridore si comincia a sentire, no?
ff: Beh, c’è anche il discorso che l’italiano ha bisogno di soldi ma non per fare la bella vita, ma perché se no è una vergogna: devo avere un tenore di vita pari a chi mi sta intorno, mi devo affermare socialmente e devo dare l’idea che sono ricco anche se non lo sono, quindi da lì tutta quella rincorsa alle firme, ai vestiti, tutto quello che ti può rendere prestigioso anche se non lo sei... quando iniziano a mancare queste cose... comunque sia io conosco ragazzi che se c’hanno 50 euro preferiscono andare a ballare che andare a magnà, per dirti... l’ultima cosa a cui rinuncerò è la cosa che effettivamente mi serve...
rs: Se pensi che una delle voci più alte di spesa nella famiglia italiana adesso è la...
ff: È il cellulare...
rs: Beh, ma anche il sesso, no? C’è questo strano link tra Brasile e Italia che è letteralmente un’industria sessuale, da una parte e dall’altra.
mt: Sì, però non è un fenomeno di massa...
rs: Eh, però le strade son parecchio piene di operatrici e quando il mercato è così grosso...
ff: Milano è strana, ragazzi...
rs: Beh, la vicenda Bertolaso è significativa, perché è proprio il maschio, no? con la polo, la felpa... quando un modello maschile così si sbriciola, non iniziamo a vedere che c’è una crisi profonda di un modello maschile dignitoso? Fiero di sé, anche un po’ quacchero, puritano... con l’orgoglio di non essere sceso a compromessi, no? In Europa queste figure esistono e sono figure di dignità personale...
mt: Infatti, lui prima pronunciava la parola vergogna: ecco, io credo che il nostro sia un Paese senza vergogna, nel senso che non ci si vergogna più di niente.
rs: Come la cosa che diceva Ammaniti, che è finita l’epoca delle figure di merda, la figura di merda non c’è più!
mt: Ma sì, guarda Scajola, che comunque non è uno dei peggiori, tra lui e Dell’Utri... però hanno scaricato lui e non Dell’Utri, interessante... perché, su una cosa che tutti hanno cara, come la casa di proprietà pagata da un altro che non ti ha detto niente, anche il tuo elettore capisce che gli stai raccontando una palla e fai una brutta figura, mentre invece... immagina, l’unico uomo scaricato da Berlusconi, mai scaricato nessuno!
ff: Però qua non c’è complicità con la classe dirigente italiana? Cioè, se un politico divaga, non si sa cosa fa dei soldi, non dovrebbe l’italiano stare ad aspettarlo sotto casa? Invece sembra proprio che l’italiano aspetti che il potente faccia una cazzata per poterla rifare senza sensi di colpa! Cioè, io sono contento che loro vanno a puttane, perché posso andarci anch’io...
mt: Io però credo che, prima o poi, qualcuno capirà e credo che questo sia il momento... che tu dici per anni: “Quello ruba e io glielo lascio fare così lo fa fare anche a me”, poi ti rendi conto che lui ruba a te. Quindi a un certo punto qualcuno il conto lo deve pagare.
rs: Quindi dopo la categoria del servo contento di fare il servo gratis c’è quella dei derubati entusiasti!
mt: Che votano per quelli che li derubano, però poi a un certo punto si fanno pagare il conto... Io mi ricordo la gente furente nel ’92, nel ’92 gli italiani erano incazzati neri perché vedevano questi ladroni che, dopo aver rubato per tutta la vita, andavano in Parlamento a dire: “Sì, rubiamo da quando eravamo piccoli... embè? Salviamoci perché se no scappiamo tutti ad Hammamet”, varavano la Legge finanziaria e chiedevano 93mila miliardi di nuove tasse agli italiani derubandoli una seconda volta. Questa è la ragione per cui sono stati mandati a casa per qualche mese almeno... adesso il problema si sta riproponendo, questi hanno rubato la qualsiasi, si vedono le prove, quello con la casa, quell’altro con l’affitto, quell’altro col pied-à-terre, quell’altro con le mignotte... manovra finanziaria da 25 miliardi che è l’antipasto, perché a Natale ne arriva un’altra da 30. E, secondo me questa è la ragione per cui non puoi fare leva sulla questione morale, che poi è personale, ma sulla questione economica certo che puoi fare leva!