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 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

FRASI DI GIACOMO AGOSTINI


Ago «Il mio cane sta diventando vecchio e puzza come un porco e si chiama Ago. Perché? Be’, semplice no?».

Casa «Abito a Bergamo perché sono nato a Brescia e poi sono venuto qui e ho tanti amici, interessi, parenti e tanti legami affettivi. Bergamo è tranquilla e vicino ai grandi aeroporti. Da qui posso arrivare ovunque molto velocemente. E poi restando qui, quando mi muovo, apprezzo di più i posti che vado a visitare. A Milano ho vissuto un anno, ma non fa per me. A Milano non ci sono orari, invece io credo che nella vita un po’ di regole bisogna averle... anche se al giorno d’oggi non le rispetta più nessuno».

Emilia Romagna «Se non vivessi a Bergamo, vivrei in Emilia Romagna, perché la gente è ospitale, lì si mangia bene ed è la patria dei mutor».

Salute «Per le vacanze consiglierei Svezia, Norvegia o Finlandia in estate, quando non vedi mai il buio, o in inverno quando non vedi mai il sole, perché sono posti che trasmettono una sensazione di salute».

Dio «Credo in Dio, anche se ho dei dubbi sulla sua esistenza perché a volte si vedono delle cose che accadono e mi dico: ma come è possibile che siano potute succedere queste atrocità? Certo, io sono la persona meno indicata per dirlo perché se c’è un Dio, mi ha aiutato molto».

Rossi «Vale fa bene ad andare in Ducati anche se ha 32 anni perché, nella vita, è giusto avere le proprie richieste da soddisfare e lottare per esse. Io quando ho deciso di passare dalla MV Agusta alla Yamaha avevo 32 anni come lui. L’ho scelto perché in quel momento le quattro tempi stavano soffrendo e avevo intuito che le due tempi avrebbero funzionato meglio. Ho pensato al futuro e ho indovinato».

4T «Fra MV Agusta e Yamaha mi riconosco più nella prima perché ci sono stato più tempo, e poi era una quattro tempi e quando l’accendo sento il motore che fischia. Quando l’accendo, la gente applaude».

Ordini «Ho smesso di fare il team manager perché prima il team manager era proprietario della squadra, era sua responsabilità occuparsi di tutto, dal procurare le moto, agli sponsor, ai contratti ai piloti. Oggi invece è una figura diversa, pagato dalla casa e fa quello che gli viene detto di fare. Io ho sempre preferito non avere nessuno a cui dovevo rendere conto».

Tourist Trophey (Isola di Man)«Il TT è pericoloso però non morirà mai perché... sono inglesi e gli inglesi dicono che il rischio fa parte dello sport. Ma questo pensiero non lo condivido. Tutti cadono, anche Valentino è caduto, anch’io sono caduto. Però ai piloti bisogna dare la possibilità di rialzarsi, invece al TT, se cadi, resti a terra. Fanno gli stessi ragionamenti che si facevano cento anni fa».

Sic «Dopo Vale c’è Simoncelli, poi il futuro è in mano agli spagnoli. È successa una cosa del genere perché negli anni passati non è stata istituita una scuola per coltivare nuovi talenti, non abbiamo rinnovato il parco piloti come invece hanno fatto in Spagna. Quindici anni fa la Spagna non era niente. Ma ci hanno creduto... Se non creiamo dei vivai, il futuro sarà ancora più duro».

Educazione «Lo stile è importante. Perché è sintomo di rispetto nei confronti di chi è con te. Vedo colleghi che vengono alle premiazioni in pantaloni corti. Mi sembra poco rispettoso nei confronti di chi ti ospita».

Auto «L’ultima cosa che ho comprato è un’Audi Q5 perché la desiderava mia moglie e le ho fatto un regalo».

Cassetti «Adoro la precisione perché odio cercare una camicia azzurra e dover aprire tutti i cassetti per trovarla. Io so che nel primo cassetto ho le camicie azzurre, nel secondo quelle verdi, e che le posso trovare anche a occhi chiusi».

Università «Ho due figli: Vittoria, 21 anni, e Piergiacomo, 16. Vittoria studia lingue ed economia a Milano, Piergiacomo va al liceo. Io non mi sono laureato perché avevo in mente le corse e pensavo che studiare non servisse per quello che volevo fare nella vita».

Correre «Se non avessi fatto il motociclista, avrei fatto il motociclista. Perché non me ne fregava niente di niente, io volevo correre in moto e basta».

Talento «Andavo più forte degli altri perché ho assecondato un talento che mi ha dato madre natura. Magari molti altri lo avevano, ma devi avere anche il coraggio di credere nel tuo talento. Vuol dire che se scegli di provare a diventare il migliore devi sapere che non puoi fare tardi la sera, bere, avere ogni sera una donna diversa. Devi prenderti la responsabilità di credere nel tuo talento e di sacrificare molte cose per esso».

Epitaffio «Amo la vita e non vorrei mai morire. Sulla lapide scriverei: "Qui riposa Giacomo Agostini... Sei stato grande, un abbraccio". Perché mi emoziono quando incontro la gente che mi dice: "Grazie per avermi fatto gioire"».