Rita Di Giovacchino, il Fatto Quotidiano 7/10/2010, 7 ottobre 2010
E SICA DISSE: "TENGO B. PER LE PALLE"
Arcangelo Martino dice di essere un uomo che non ha più nulla da perdere, nel mese di agosto è morta la moglie, lui ha tentato di suicidarsi. Ma proprio in quel periodo ha consegnato al procuratore aggiunto Capaldo la foto esatta della P3. Un gruppo di potere che fa capo direttamente a Silvio Berlusconi, quel Cesare cui i “congiurati” fanno costante riferimento, gestito per suo conto da Marcello Dell’Utri, il vice Cesare. Un direttorio in grado di controllare attraverso la sua “rete” nomine e incarichi, ma anche di eliminare personaggi scomodi ed escogitare soluzioni extra-legem ad ogni problema politico o giudiziario del premier. Dalle centinaia di pagine di questo verbale emerge un episodio dai contorni ancora sfocati. È la storia di un ricatto a Berlusconi, o forse una tentata estorsione, che proviene da uno dei personaggi meno noti, ovvero Ernesto Sica, l’ex assessore campano costretto a dimettersi quando venne alla luce il famoso “dossier Caldoro”. Gli inquirenti già sapevano dalle intercettazioni che Sica aveva cercato di impedire la nomina dell’ex esponente socialista alla Presidenza della Campania , ma il racconto di Martino offre nuovi spunti investigativi, tanto che il pg Capaldo insiste: “Sarebbe molto importante se sarà dimostrato quello che lei afferma”. Molto più importante del tentativo di distruggere Caldoro, è il fine che Sica, allora sindaco di Pontecagnano, perseguiva. E cioè prendere egli stesso il suo posto, visto che Berlusconi gli doveva un grande favore. “Lo tengo per le palle”, dice a Martino dopo avergli raccontato tutti i retroscena della compravendita di senatori che avevano portato alla caduta del governo Prodi. Un’operazione costata “milioni di euro”, messi a disposizione da un imprenditore campano. “Un amico mio, c’ho i pezzi di carta, tutti bonifici, se non mi nomina lo rovino, faccio cadere il governo...”. L’avvocato Ghedini e Paolo Bonaiuti, intuendo la sua pericolosità, lo avevano allontanato da Palazzo Grazioli dove aveva preso l’abitudine di dormire. Dice Sica a Martino: “Erano gelosi, perché io potevo comprare i senatori”. Dietro l’oscura storia del dossier Caldoro, ce n’è dunque un’altra ancora più oscura. Dell’Utri, informato da Martino, convoca tutti all’hotel Eden. “Bisogna dargli qualcosa”. E Sica divenne assessore in Campania. Proprio nella giunta di Caldoro, l’uomo che voleva distruggere. Il quale secondo Martino sapeva tutto.
Martino conosce Sica
MARTINO ARCANGELO - E quindi va beh , questo qua, questo Marconi non l’ ho visto per moltissimo tempo, un giorno mi chiamò era proprio nel procinto di questo impegno elettorale , di questi casini elettorali , mi chiama : "Ah , ciao , ciao , come stai , come non stai , mi vorrei pigliar e un caffè con te ", "Eh , che piacere vederti , pigliamoci il caffè " e ci vedemmo in un bar del lungomare a Napoli , di pomeriggio . Lui venne e al seguito si portò. questo Sica , ex Assessore , "Ti presento questa persona , che è "un caro amico mio , persona molto fidata , una persona perbene " (...)
P.M. CAPALDO: Eravate solo voi tre? MARTINO - Si, si, eravamo noi tre, poi la mattina dopo mi richiamò questo Sica : "Ah, che piacere risentirla, averla conosciuta, ci possiamo vedere, ci possiamo vedere", "guarda, io ho da fare , ci possiamo vedere, vediamo, vediamo, oggi pomeriggio" . Il pomeriggio ci rivedemmo al bar io e lui, mi venne là e mi comincia a fare: "dai, ma diamoci del tu", poi ve la faccio breve, una serie di questioni e alla fine dice : "no, io devo per forza stare a fare il Presidente, io devo fare il Presidente, fare il Presidente, a me me lo devono, perché io poi sono” (...) voleva fare il presidente della Regione, dice: “A me me lo devono”. CAPALDO: chi glielo doveva? MARTINO: Berlusconi (...) perché lui diceva di avere “Berlusconi per le palle. CAPALDO: E perché ce lo avrebbe avuto per le palle? MARTINO: (...) perché era stato protagonista di avere fatto cadere il governo Prodi, attraverso la sua azione e attraverso un imprenditore di grande livello, un imprenditore che tratta l’attività dei centri commerciali e dei supermercati. Il nome non l’ha mai fatto. CAPALDO: E le ha detto quanti soldi aveva tirato fuori? MARTINO: Molti. CAPALDO: - Molti che significa? MARTINO: Non quantificò, dice: "molti soldi, io sto fuori da milioni di euro" insomma e così via, allora piglia e mi disse che questa cosa era servita per fare , questa operazione, per far cadere Prodi e per far cadere Prodi alla fine mi fece il nome di un paio di senatori che quelli non li posso scordare: uno di questi è Andreotti (...) poi mi parlava di un certo Scalera. CAPALDO: – Ma nel senso che avrebbe dato lui dei soldi a Andreotti? MARTINO:Che loro avevano portato Andreotti sulla posizione di fare cadere Prodi, perché avrebbero provveduto attraverso iniziative finanziarie, questo: "io ho le cose, ho le carte, ho le prove, ho le prove dei pagamenti fatti, delle cose fatte, queste sono cose che non possiamo"(...) CAPALDO: Ma questa era una cosa che aveva voluto Berlusconi Lui aveva fatto un favore a Berlusconi?
MARTINO: Sì, e che lui era in credito, doveva incassare e che Berlusconi era obbligato a fargli fare il Presidente della Regione Campania, quindi lui diceva: "io ho le carte, ho i bonifici, le copie dei bonifici , abbiamo fattoquesto,abbiamofattoquesto,abbiamo le operazioni, io ho le carte", io dicevo : "scusa, tu hai tutte queste cose e vieni da me? E io che posso fare, che tu vieni da me” ? " No, perché tu sei socialista, sai sei socialista, allora sei più per portare Caldaro", io dissi : "guarda, devo dire la verità? Caldoro è amico mio da oltre 25 anni, è un ragazzo a cui tengo, però penso che lui non abbia la struttura per essere il Governatore, dopo i guasti che ha fatto Bassolino secondo me qua ci vuole non un Governatore, ma ci vuole un commissario di governo con potere assoluto" (...) tornando a Sica lui diceva di avere delle carte, dice : "no, a me non me ne importa , io adesso metto tutto per iscritto, scrivo , scrivo, scrivo e porto ai giornali se non mi chiamano , scrivo , scrivo e porto a i giornali", dice : "poi tu stai , non lo so come fai, ma ti rendi conto anche tu , tu sei una pedina molto importante, tu vuoi votare questo Caldoro, ma tu lo sai che Caldoro non lo voteranno mai "? "Perché? Caldoro ha le carte in regola , perché non lo" . .. " No, perché Caldoro ha dei problemi molto seri ", "e che problemi ha "? Dice : "No , Caldoro ha dei problemi , perché lui se la fa con transessuali, sanno dove se la fa, in quali alberghi, all’Hotel Excelsior, l ’albergo, che so, a Fuorigrotta, Agnano , io lo so questo , so questo , so questo", dissi : "guarda , io lo conosco bene, Stefano è amico mio, io non credo che abbia questi problemi, può avere tanti difetti, può avere tutti... ma questo non penso che ce l’abbia , tu dici di sì " .. , "lo so, lo so , lo so su questo, mò io su questo fatto di Berlusconi scrivo un documento , scrivo un documento e glielo porto, glielo faccio arrivare, glielo dico e poi esce sulla stampa, io lo faccio cadere Berlusconi". lo in verità feci informare Berlusconi .
CAPALDO - Come?
MARTINO - Feci informare Berlusconi, chiamai, andai a Roma, Dell’Utri etc . ..lo che feci? Dico : "allora tu dici che vuoi scrivere un documento? Scrivi il documento, poi appena l’hai scritto fammelo leggere , fammi vedere se" ...
CAPALDO: L’ha scritto questo documento?
MARTINO: Mai, perché poi il giorno dopo: “allora, scusa , ma tu l’ hai scritto questo documento” ? "Ma no, in verità lo sto scrivendo, sto vedendo, perché forse me lo fanno fare a me il Presidente e io se me lo fanno fare che lo scrivo a fare " ? Allora io lo volevo tirare sul terreno della verità, per capire, però intanto feci due cose, chiamai Caldoro e gli dissi: "ti devo parlare" . CAPALDO - Non ho capito, nulla, dopo che ha detto queste cose, lei è andato da Dell’Utri, è andato da Verdini? MARTINO: Sì, a informarlo che c’era questochedicevaquestecosecontroBerlusconi e che era pronto a ... CAPALDO: - Non contro Berlusconi, contro ... MARTINO: Contro Berlusconi. CAPALDO - Perché contro Berlusconi? MARTINO: Per la compravendita dei senatori. CAPALDO: - E ha avvisato Dell’Utri di questo? MARTINO:lnformai Dell’Utri e loro informarono Verdini, Verdini, al che loro si impaurirono e lo chiamarono subito. CAPALDO:Cioè Verdini e Dell’Utri lo chiamarono a Sica? MARTINO: Sì, io arrivati a questo punto, mi perdoni se le faccio un passaggio, feci due telefonate
CAPALDO: Lasci quella di Caldoro, seguiamo prima bene questa cosa qui, loro chiamarono, ma lei parlò solo con Dell’Utri?
MARTINO:Parlai con Dell’Utri e con Verdini (...) dico: "questo è un pazzo , qua c’è uno che mi dice questo, questo e questo, io non lo so, vedete voi " .
CAPALDO:Che diceva anche della storia della compravendita dei senatori?
MARTINO:Sì, sì , dico : “questo mi ha detto che ha intenzione di fare questo perché lui è a conoscenza, di fare questo, questo " , anche perché lui vantava di essere vissuto in casa Berlusconi, lui dormiva nella stanza accanto a Berlusconi in Via delPlebiscito,cioèluieraunuomolàamato, poi a un certo punto lo cacciarono, dice : "io mi hanno messo fuori per gelosie, bla bla bla, questi fatti e io devo rientrare, lui ha un debito con me e questo debito" CAPALDO: In che senso dormiva a casa , che faceva?
MARTINO: Era ospitato lì, lui era, diciamo, uno dei più graditi , poi diventò inviso a tutti, alla parte che stava vicino a Berlusconi , partirono per delle gelosie, non lo so, questo ... me ne parlò così. CAPALDO: - Sì , ma lei che cosa capì? MARTINO:Che lo fecero fuori per delle gelosie di Bonaiuti e Ghedini CAPALDO - Perché Berlusconi se lo era messo vicino? MARTINO:Perché lui dimostrò di essere capace di fare le cose di cui ho detto prima. CAPALDO: - Della compravendita di . . . MARTINO: Sì
Dopo aver informato i “vertici” CAPALDO: Andiamo con ordine MARTINO: Dopo che io gli ho informati, l’hanno chiamato e addirittura l’hanno fatto andare di domenica. CAPALDO: Dopo che lei ha informato Dell’Utri e Verdini MARTINO: L’hanno chiamato subito e dice: “Ah, sì, mi hanno tranquillizzato, però devono ancora fare dei passaggi, vediamo, qua e là”. (...) Forse gli davano questa Presidenza della Campania. A quel punto feci due telefonate, che sono importanti, una con Stefano Caldoro, e lui non mi rispose, venne a trovarmi il cognato, perché io lo mandai a chiamare, dissi: “Guarda, di a Stefano”....
CAPALDO: Il cognato di Stefano Caldoro, come si chiama?
MARTINO: Morabito. (...) mi venne a trovare e dice : "ah, sai, Stefano sta molto impegnato che è ‘sta cosa "? Dico: "guarda, la cosa sta così, così e così, questi sparlano di Stefano e dicono che questo qua sta con i transessuali, così e così, stanno facendo,secondome,unacongiurainforma" ... Il giorno dopo mi chiamò Stefano, dice : "Uè Arca’, come stai? Che piacere sentirti", "Uè , Stefano, hai parlato con Davide? Hai visto tutto a posto? lo ti ho mandato delle notizie " e lui mi disse . . .
CAPALDO - Davide sarebbe Morabito? MARTINO Morabito , disse: "sì, Arca’, ma con me fanno palla corta " , "io glielo ho detto che tu sei una persona per bene , quindi sotto questo aspetto facessero attenzione", però lo avvisai, fino al punto in cui poi dopo essere stato eletto, qualche giorno dopo, siamo andati a pranzo (...) CAPALDO :- Caldoro?
MARTINO Sì, io lui e il cognato, a casa dì ...a casa del cognato siamo stati.
CAPALDO Quindi c’era?
MARTINO:Eravamo tre e c’era la moglie del cognato, la moglie o la compagna, non lo so che cosa, la signora. (...)
CAPALDO Ma non le fece vedere nessuna carta Sica?
MARTINO: No , lui conservava delle carte, che erano forse copie di bonifici, però sai, diceva : "io ho le carte ".
CAPALDO Ma le carte per che cosa , per la storia dei senatori o per la storia dei transessuali, non ho capito?
MARTINO: No, dei senatori. (...) Dei transessuali lui diceva : "si dice nel partito , tutti quanti, bla bla bla", poi mi chiamò pure sul telefonino, mi mandò un messaggino, mi disse : "ma quello va là, quello va all’Excelsior , quello va ad Agnano, va a Fuorigrotta, va là ". Allora poi vi spiego che cosa dovetti fare io , perché mi disse poi, chiama i Marconi, chiama i Marconi, dico : "guarda , Umberto per favore vieni da solo ", dico: “vieni da solo , é urgente”, “sì , ma io non posso venire ", "guarda , devi venire, devi venire", dice: "va bene, allora vengo" . Venne là e gli raccontaiilfatto,dico:"Umberto,tuhaidetto che questa é una persona tua, é una personadicuitifidi,maquestapersonaamemi ha detto questo, questo , questo e questo", gli raccontai tutta la storia, dico : "ma questo é un ricattatore , questa é una persona pericolosissima (...)
CAPALDO - Ma Berlusconi o Caldoro glielo ha dato (documento, ndr)?
MARTINO: Berlusconi
CAPALDO Lei che ne sa di questa faccenda?
MARTINO PerchémelodisseVerdini,disse: "va beh , comunque lo accontentiamo, lo mettiamo in Giunta , ma non può fare mai il Presidente, questo è un ricattatore ha detto Berlusconi","vabeh,sonoproblemivostri", io li ho informati solo che questo fa un documento, un documento rispetto a questi fatti così , così e così , glieli dissi pure , gli dissi i contenuti , non avendo le carte , che quello il documento a me non me l ’ ha mai dato , perché loro dissero: "se tu ti fai fare il documento ce lo porti subito ", io lui mi chiamava e io dicevo : "è pronto questo documento? È pronto questo documento? Ma che fai a scrivere , non sai scrivere? Quando me lo scrivi " ? Lui non me l’ha mai portato , perché lui fu chiamato a Roma e si accontentò della presenza in Giunta, questo era il senso della sua follia, follia e infatti Marconi poiquandocisiamorivistidice:"Midispiace di te, ma come mai a frequentare una persona di queste? Questa è una persona pericolosissima" CAPALDO: - Perché l ’ hanno accontentato? MARTINO:Perché lui teneva in mano veramente le carte dell’operazione (...) lui ha le copie dei bonifici. (...) CAPALDO -Ma neanche il nome di questo imprenditore? MARTINO: No , no. CAPALDO C’ era qualcuno altro che lo sapeva, che era a conoscenza di questa vicenda? MARTINO:Di questo fatto ? Verdini (...) e Berlusconi , Berlusconi lo sa . CAPALDO: Quindi Lombardi anche è a conoscenza di questa vicenda? MARTINO: Sì e anche Carboni. CAPALDO: Perché? MARTINO: Carboni e Verdini, perché ne parlavano (...) quando io gli portai l’informazione. CAPALDO - Chi era presente? A Verdini e a Dell’Utri chi era presente? MARTINO :Tutti e due . (...)
Le rivelazioni di Carboni MARTINO ARCANGELO - Lo disse quando facevamo le riunioni : "Eh, ma quello là, quello là " e si parlava proprio del fatto che Berlusconi avesse detto : "ma quello é un ricattatore", giustamente come ha ricattato Berlusconi il Presidente non lo poteva proprio fare. CAPALDO - Ma perché Carboni ha incontrato Berlusconi? MARTINO: Lui diceva che lo incontrava. (...). Che Berlusconi si faccia il suo legittimo impedimento e le sue legginette personaliamenonmenefrega,perònonpuò pensare che il mondo va così e la gente va sottosopra perché faccia questo e quindi non ho problemi due volte a dirle che Berlusconi era "Cesare " al quale si faceva riferimento in riscontro di tutte queste operazioni. CAPALDO:Cesare chi era? MARTINO: Berlusconi, era uno pseudonimo che veniva usato dal gruppo CAPALDO Cioè stanno parlando di Cesare , chi è che parlava d i Cesare con lei? MARTINO: Verdini , Carboni , Lombardi. CAPALDO Quando parlavano di Cesare? MARTINO Cioè era Berlusconi. CAPALDO Era Berlusconi? MARTINO Era Berlusconi, questo ve lo posso mettere . . . non solo dichiararlo qua, quindi non ho avuto nessuna, alcuna reticenza nel dire che lui era sotto ricatto di questo Sica per quella operazione portata avanti , quindi io . .. (...)
Ha collaborato Damiano Zito