Fabio Pavesi, Il Sole 24 Ore 7/10/2010, 7 ottobre 2010
ANGLO IRISH E LO STRANO BALZO DEI CREDITI CATTIVI
Più il tempo passa, più il conto sale. Solo l’altro ieri Standard&Poor’s ha stimato in 35 miliardi di euro il costo salvezza per l’agonica Anglo Irish Bank. A fine agosto gli aiuti pubblici erano arrivati a 22 miliardi. E non più tardi di giugno scorso sembrava bastassero i 12 miliardi ricevuti fino ad allora dal governo di Dublino per soccorrere la banca moribonda. Ma c’è qualcosa che non torna in questa spirale al rialzo. E non è il futuro dell’istituto (o spezzatino per isolare la bad bank o liquidazione), ma il passato.
A fine 2008, infatti, quindici giorni prima di venire nazionalizzata, Anglo Irish Bank sprizzava di salute da tutti i pori. Conti in assoluto ordine con quei 101 miliardi di attivo, prestiti per 73 miliardi e utili pre-tasse per quasi 800 milioni. Ma soprattutto quei crediti del tutto sicuri da far invidia a molte banche europee. Già perchè i prestiti dubbi erano solo l’1,3% del totale dei crediti erogati. Un anno felice con clienti affidabili e mutui garantiti? Affatto. Anglo Irish Bank aveva un curriculum di tutto rispetto con i prestiti a rischio sempre sotto l’1%. Almeno dal 2005. Niente faceva supporre che la banca da lì a quindici giorni sarebbe stata nazionalizzata per poi cumulare perdite per 21 miliardi tra il 2009 e oggi. Cosa è successo? Clienti improvvisamente morosi o crediti classificati per anni come sicuri quando non lo erano affatto. Più facile la seconda. Basta vedere i conti della banca successivi al 2008. Tutto cambia all’improvviso. Da soli 900 milioni di cattivi prestiti (l’1,3%) si passa addirittura a 34 miliardi (il 48% del totale). Un balzo impressionante e giustificato solo dal fatto che evidentemente tutti i solidi prestiti classificati negli anni, così buoni non lo erano affatto. Nel 2008 i prestiti di buona e alta qualità erano per la banca oltre 62 miliardi. Evaporati, svaniti nel nulla, dato che a fine 2009 quei prestiti di buona qualità si erano assottigliati a soli 16 miliardi. Certo la crisi immobiliare è stata dura, ma possibile che mutuatari e imprese divengano insolventi per metà del portafoglio nello spazio di un mattino? In Irlanda evidentemente è stato possibile.