Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 07 Giovedì calendario

DAI RED SOX AI REDS

Mr HENRY L’UOMO CHE RESUSCITA I MITI Mesi di battaglie ritmate dal coro «Thanks but not Yanks» e il Liverpool sta per passare nelle mani di un altro americano. Solo che stavolta la curva è felice.
Difficile non dare il benvenuto a John William Henry II, l’uomo che riporta in vita i club impolverati di storia. Gli piacciono le squadre che hanno un passato, ha risvegliato i Boston Red Sox di baseball e non ha scelto a caso questo nuovo investimento, lui segue una sottile linea rossa. La sua proposta finirà probabilmente in tribunale perché gli attuali proprietari del Liverpool, Tom Hicks e George Gillett Jr, non vogliono cedere. Trovano l’offerta di 343 milioni di euro troppo bassa ma il consiglio di amministrazione della società è stufo di stare a guardare la decadenza e preoccupato dal penultimo posto in classifica così ha aperto le porte a mr Henry. E alle coincidenze.
I Red Sox e il Liverpool indossano la maglia rossa, hanno una canzone che il pubblico canta prima di ogni partita, «Sweet Caroline» di Neil Diamond, facile richiamo a «You’ll Never Walk Alone» di Rodgers e Hammerstein. A Anfield, stadio storico a cui i Reds si sono aggrappati, risponde Fenway Park, il più antico stadio di baseball in Usa e uno dei successi di Henry. Quando ha comprato la squadra, nel 2002, il trasloco era già in programma e lui lo ha fatto saltare. Conta la storia, contano i nomi, i monumenti e solo rispettando il passato si arriva al successo. Lo stadio datato 1912 è rimasto e con lui la versione americana della Kop, la leggendaria curva di Andfield. A Fenway Park c’è il Green Monster, il muro degli home run, là dove finiscono i ricordi. Non basta: i New York Yankees, rivali storici dei Red Sox, nel 2001, hanno siglato un gemellaggio commerciale con il Manchester United, guarda caso il rivale storico del Liverpool ed entrambi i club hanno molta Irlanda nelle loro origini. Se questo enorme disegno non bastasse a esaltare la piazza, ci sono i risultati.
Mr Henry ha riportato i Sox in testa all Major Legue dopo 86 anni e ha rotto la «Maledizione del bambino». Da quelle parti non vincevano dal 1918 e la colpa di tanta iella è andata alla cessione dell’idolo Babe Ruth, passato dai Sox ai nemici di New York nel 1920. Henry, in due anni, ha rimesso le cose a posto e ha portato a casa un secondo titolo nel 2007. Questa stagione è andata storta e lui ha comprato una pagina del «Boston Globe» per chiedere scusa. A Liverpool sono già commossi.
Non è un tipo mondano, anche se si è sposato tre volte, l’ultima l’anno scorso sul suo yacht battezzato «My Iroquois». La signora Henry è l’italo-americana Linda Pizzuti, una trentenne che detta la moda di Boston e si ispira alla regina Rania di Giordania. Il marito la lascia fare e si nasconde. Negli anni ruggenti della borsa lo chiamavano «il peggior urlatore di Wall Street» eppure ha fatto i soldi con gli edge funds, un patrimonio che ha sofferto la crisi. Pare si sia addirittura dimezzato, il ricco amante dello sport è uscito dalla prestigiosa lista di Forbes e ha più che barcollato prima di rimettersi abbastanza da essere pronto a spendere per un’altra gloria, il Liverpool.
È nato in Arkansas, è ha ereditato l’azienda di famiglia, riso e cereali, all’inizio degli Anni Settanta. L’ha venduta dopo 10 anni, proprio quando ha lasciato le radici e sciolto la sua rock band, gli Elysian Field, e ha investito in un colpo di genio, la John W. Henry edge funds. Ha scalato l’alta società e scoperto che lì ci si annoiava parecchio quindi ha puntato sulla sua passione, i vecchi club che grondano gloria. Possibilmente quelli in disarmo e vestiti di rosso.