chilavisto.rai.it; Guido Ruotolo, La Stampa 7/10/2010; Goffredo Buccini, Corriere della Sera 7/10/2010; Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della Sera 7/10/2010; Giusy Fasano, corriere della Sera 7/10/2010; Mario Diliberto, La Repubblica 7/10/2010; Giulia, 7 ottobre 2010
ARTICOLI SUL DELITTO SCAZZI
(Art. di Stampa, Corriere della Sera, Repubblica sotto la scheda di Sarah Scazzi completa di chi l’ha visto? con aggiornamenti per data del caso)
«MIA SORELLA SAPEVA» -
Concetta Serrano Spagnolo, la mamma di Sara, da ieri sera non si è mossa dalla sua abitazione. È stata continuamente davanti al televisore per seguire i collegamenti della tragica notizia: il corpo della figlia è stato trovato in un podere di proprietà dello zio Michele Misseri. È proprio lo zio l’omicida reo confesso della 15enne di Avetrana. Mamma Concetta guardando in tv uno dei tanti servizi si lascia sfuggire: «Mia sorella Cosima e mia nipote Valentina lo sapevano. Io su quell’uomo ho avuto sospetti sin dal giorno in cui ha trovato il telefonino di mia figlia in quel terreno». Poi il chiarimento sull’andamento delle indagini. Con un ulteriore sfogo: «Avevo ragione a dire ai magistrati di interrogarlo a lungo. Perché prima o poi avrebbe confessato. Così è stato».
Corriere.it 7/10/2010 Nazareno Dinoi *** (vedi sotto art. del 30 settembre e 1 ottobre)
SARAH STRANGOLATA DALLO ZIO NON CEDEVA ALLE SUE MOLESTIE -
ROMA - L’ha strangolata perché lei, per l’ennesima volta, lo aveva respinto. Per questo Sarah Scazzi, la ragazza di 15 anni scomparsa da Avetrana 1 lo scorso 26 agosto, è stata assassinata da Michele Misseri 2, lo zio reo confesso crollato dopo un interrogatorio notturno durato oltre dieci ore. Uccisa, poi denudata, poi violentata: questi alcuni dei dettagli raccapriccianti che emergono dalla confessione. Il corpo della ragazza è stato recuperato in mattinata e portato all’obitorio dell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto.
La lite con la cugina. Di quelle molestie, Sarah aveva parlato anche con sua cugina Sabrina, figlia dell’uomo, con la quale il giorno prima, proprio per questo motivo, aveva avuto una violenta lite. Quel 26 agosto, Misseri l’aveva avvicinata ancora ma questa volta per redarguirla e costringerla a non rivelare a nessuno le sue "attenzioni". E invece l’ha uccisa.
Il luogo, il cadavere. E’ stato lo stesso Misseri a indicare il luogo in cui ha nascosto il cadavere della giovane, una cisterna presso un casolare vicino ad Avetrana. E ha raccontato che intorno alle 15 del 26 agosto, dopo aver ucciso la nipote nel garage di casa, ha messo il corpo nel portabagagli della sua auto e lo ha trasportato nel suo terreno alla periferia di Taranto, ai confini con la periferia di Lecce. Qui, lo ha gettato nella cisterna sotterranea. E lì, intorno alle 2 della scorsa notte, i carabinieri del Comando provinciale di Taranto lo hanno rinvenuto, "nudo e in posizione fetale".
Strangolata e poi violentata. Dalla confessione dell’uomo, e dalle notizie diffuse dagli inquirenti emergono dettagli raccapriccianti. L’uomo ha detto di aver strangolato la ragazza con una cordicella "mentre era di spalle", poi afferma: "Ho abusato di lei dopo che era già morta".
Larepubblica.it
Da Chilhavisto.rai.it:
Il comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, Giovanni Di Blasio ha dichiarato l’omicidio è avvenuto per strangolamento e che Sarah Scazzi "non ha subito violenza sessuale prima di morire". Michele Misseri, "ha confermato di aver ucciso la povera fanciulla e ha indicato il posto dove il cadavere era stato da lui nascosto; ci ha portati sul posto e, quindi, ci ha consentito di fare i dovuti accertamenti". Lo ha detto il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. Il luogo in cui è stato trovato il corpo "non è un pozzo, è una sorta di covo interrato all’interno del suolo con un foro d’ingresso di poche decine di centimetri coperti da rami, foglie e pietre, quindi era praticamente impossibile accertarne l’esistenza, addirittura probabilmente passandoci sopra". "Il buco - ha aggiunto - è stato scoperchiato ed è stata accertata la presenza di un cadavere" di sesso femminile "con i capelli biondi" che sarà compiutamente identificato "anche attraverso l’esame del Dna". L’autopsia è stata affidata dal prof. Strada dell’università di Bari. Al momento le accuse contestate a Misseri sono sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere. Per gli investigatori è possibile che in famiglia avessero sospetti: in una intercettazione si sentirebbe Sabrina, la cugina, dire "se l’è portata lui...". Sarah, inoltre, avrebbe cercato aiuto dalla cugina Sabrina, con la quale il 25 agosto, per questo motivo, avrebbe avuto un violento litigio.
LO ZIO CROLLA: "L’HO VIOLENTATA E UCCISA" -
Violentata. Strangolata. Seppellita in una buca. L’indagine sulla scomparsa di Sarah, la 15enne che sognava di scappare dal piccolo borgo in provincia di Taranto, ha avuto nella notte una improvvisa e drammatica accelerazione, dopo il lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto lo zio Michele Misseri, l’uomo che pochi giorni fa aveva detto di aver trovato «casualmente», in un campo, il cellulare della nipote. È stato lui. Ha confessato. Nella notte, ha guidato gli inquirenti nel terreno dove il corpo della ragazza è stato alla fine recuperato e portato all’obitorio.
L’inchiesta è ripartita proprio da quel telefonino, ritrovato senza batteria e senza scheda telefonica. Era bruciacchiato perché finito in un mucchio di foglie secche di ulivo che di questi tempi vengono bruciate in campagna. Quel ritrovamento non ha mai convinto gli inquirenti: era danneggiato, ma non aveva tracce di terra nel suo guscio. Nessuna ammaccatura, e trovato in una posizione come se fosse stato lanciato da un’auto in corsa, o come se qualcuno lo avesse lasciato lì da poche ore proprio per farlo trovare. E poi c’erano le parole di zio Michele. Ha sempre dichiarato di avere fatto quella scoperta tornando indietro perché aveva dimenticato un cacciavite sul posto di lavoro. Possibile una coincidenza così straordinaria? Una versione dei fatti che Michele aveva ribadito ogni qualvolta gli inquirenti erano andati a ascoltarlo, confermata da un collega e avallata anche dalla famiglia di Sarah. La mamma, Concetta, ha sempre invitato gli inquirenti ad indagare a trecentosessanta gradi «anche su di me», ma su suo cognato Michele aveva garantito: «Lui non c’entra, non può essere stato lui». Si sbagliava. Così come si sono sbagliati tutti coloro che in questi lunghissimi 41 giorni hanno provato a fornire motivazioni alla scomparsa di Sarah.
Si sono sbagliati i familiari di Michele, le sue figlie in particolare che hanno maledetto il giorno in cui il loro papà aveva trovato quel telefonino: «Ecco, ora diranno che è stato lui, che quel telefonino lo ha trovato perché sa qualcosa. Ma tra tutte le persone che stanno cercando, proprio lui doveva trovare il telefonino?».
Una domanda che ora ha una risposta certa. E che esplode con le lacrime di Sabrina, sua figlia, che abbandona la diretta televisiva di «Chi l’ha visto?» per chiudersi in una stanza dove scoppia a piangere abbracciata da pochi amici. Le prime indiscrezioni sulla fase finale delle indagini rivelano anche di una intercettazione ambientale in cui proprio Sabrina, parlando con sua madre, avrebbe detto: «L’ha presa lui». E quel «lui» sarebbe stato proprio suo padre. Ad Avetrana avevano raccontato la famiglia Scazzi come una famiglia in crisi, in preda a liti per eredità contese, con papà Giacomo diviso tra Milano e la Puglia non solo per ragioni di lavoro, fa il muratore, (si era ipotizzata, poi smentita, l’esistenza di una figlia di Giacomo avuta fuori dal matrimonio). E poi ancora: la presunta lite tra Sarah e sua cugina Sabrina per un amore conteso. Un giro di amicizie adulte della quindicenne che avrebbero potuto indirizzare le indagini verso una eventuale ipotesi di violenza di gruppo.
Alla fine, la verità porta alla pista familiare. Sarah è stata presa ed uccisa poco lontano da casa. In un pomeriggio d’agosto, quando i borghi di mare sono in silenzio. Un silenzio che è durato 41 giorni. Poi qualcosa si è spezzato nella regia del delitto. Ora Sarah non è più un mistero. E’ la vittima di un assassinio.
Guido Ruotolo, La Stampa 7/10/2010;
UN PISTA IN FAMIGLIA
E Zio Michel e diceva: «Era la mia figlietta piccola, Sarah, era proprio come fosse figlia mia!». Lo ripeteva una, due, tre volte davanti alle telecamere: perché tutto è sempre successo così, in diretta tv. È andata così, in questa tragedia assurda che ha ballato sul cavo delle tv dai primi giorni, quasi da quel pomeriggio del 26 agosto nel quale il nulla ha inghiottito Sarah Scazzi, la ragazzina di Avetrana.
«Veniva giù da me in cantina, a chiamarmi "Zio, è pronto in tavola!", me la vedo davanti!» diceva zio Michele, e lo ripeteva ancora e ancora fissando l’obiettivo negli ultimi giorni che il cerchio gli si stava stringendo attorno, mettendoci su le lacrime, stesse lacrime sulle stesse frasi, negli stessi punti cruciali del racconto. Adesso che ha confessato, Michele Misseri, dopo una giornata intera di interrogatori al comando dei carabinieri di Taranto — e mentre a casa sua c’era la troupe di Chi l’ha
visto? che ha mandato in diretta il pianto di sua figlia Sabrina, cugina inseparabile di Sarah, la faccia impietrita e senza espressione di mamma Concetta, quelle degli amici sospettati ingiustamente, i respiri smozzicati, le frasi interrotte — adesso tutto assume un colore diverso, più cupo e terribile: i dettagli della vita di famiglia, la cantina, quei momenti tra lo zio e la nipote.
Perché sì, era sempre lì a casa loro, Sarah, in quella casa in fondo a via Deledda a nemmeno cinquecento metri dalla sua, quei cinquecento metri in cui s’è consumata la sua ultima estate, l’estate dei sogni da quindicenne che non ha fatto in tempo a vivere, l’estate della voglia di diventare grande, della compagnia con gli amici di Sabrina, Alessio e Ivano, delle notti al pub tirate fino all’alba, della voglia matta di scappare. Le stava stretta la vita, la casa, la famiglia, a Vico Secondo Verdi, con mamma Concetta troppo lontana e troppo fredda, con Claudio, il fratello maggiore, al nord a lavorare con papà Giacomo: tutto quel silenzio, tutti quegli abbracci mancati. Così l’altra sua vita stava lì, a casa dei Misseri, nella villetta con le palme di via Deledda dove c’era Sabrina, la cugina di 22 anni, quella scafata, che conosceva il mondo, dove ogni tanto tornava da Roma Valentina, 28 anni, ormai sposata, e dove c’erano zia Cosima e zio Michele, quasi un’altra mamma e un altro papà. Qui comincia e qui finisce la storia.
Proprio qui sta venendo Sarah quando sparisce, alle due e mezzo del 26 agosto. Deve andare al mare con Sabrina e Mariangela, un’altra della compagnia dei grandi. Dopo dieci minuti di ritardo, Sabrina le telefona due volte: la prima trova la segreteria, la seconda il cellulare muto. Il giallo di Avetrana comincia con quel silenzio. E comincia prestissimo perché — capiremo adesso come mai — Sabrina dà l’allarme in mezz’ora, si spaventa subito, allerta gli amici, «Sarah non si trova? L’avete sentita?». Uno degli amici è Ivano il pasticciere, 27 anni, belloccio: non risponde per tre ore ai messaggi di Sabrina, dov’è finito? «Facevo un pisolino, avevo lasciato il cellulare in macchina». Sua madre sulle prime lo contraddice, i carabinieri lo torchiano, Ivano si infila subito nei brutti panni del primo sospettato del giallo: Sarah peraltro ha una cotta per lui, lui ha avuto una storiella con Sabrina, l’ultima sera al pub le cugine se lo litigano.
Si può svanire nel nulla, in un pomeriggio d’estate, nel cuore d’un paesello salentino come Avetrana dove tutti conoscono tutti? Si può scomparire in dodici minuti e cinquecento metri, senza che nessuno senta un grido? La storia di Sarah è un rompicapo, diventa l’enigma di fine estate. Cominciano le ricerche nei campi, nelle cisterne, nei casolari. Spuntano due testimoni che l’hanno vista quel 26 agosto attraversare via Kennedy, la strada grande che porta al mare; testimonianza fondamentale perché il percorso della sparizione si dimezza, Sarah è scomparsa tra via Sanzio e via Deledda dove l’aspettava Sabrina: nemmeno duecento metri.
Mamma Concetta apre la porta della casetta azzurra in Vico Secondo Verdi a tutti i cronisti, tutte le telecamere, a chiunque bussi, nella speranza di ottenere un aiuto, con la paura che l’attenzione cada e Sarah sia dimenticata. Si fruga nella vita e nella stanza, nei cassetti e tra i poster di questa ragazzina di cui, nei primi giorni, viene delineato dalla cugina e dagli amici un ritratto angelicato e inverosimile: non accettava passaggi in auto, era timidissima, non aveva il computer e quasi non conosceva Internet. Quando salta fuori che Sarah è una ragazzina normalissima, con le sue cotte, con i suoi profili segreti su Facebook, con le agende in cui racconta quanta voglia abbia di piantare in asso paesello e famiglia, allora c’è chi strilla alla scoperta giornalistica. In realtà non s’è scoperto ancora nulla, il mistero di Sarah, nella sua banalità, sembra impenetrabile.
Come in ogni rompicapo quando non si trova via d’uscita, a rischiare grosso c’è sempre il capro espiatorio. Dall’inizio spunta la pista romena, l’auto nera e misteriosa. In casa Scazzi c’è davvero una romena, Maria, la badante del papà adottivo di Concetta che ormai è in fin di vita (morirà a settembre e avrà un funerale affollato di telecamere che mai avrebbe immaginato). Quando Concetta si rivolge prima al Tg2 e poi a La vita in diretta e dice «indagate su di noi, su chi era in casa, sulla famiglia», tutti volgono gli occhi verso Maria la romena e il fratello che è venuto a trovarla a luglio. In realtà la mamma di Sarah, che è una donna emotivamente piena di problemi, sta dando, a modo suo, un’indicazione precisa. Forse sa qualcosa, forse ha intuito. Nessuno la capisce. Qualcosa si comincia a capire quando salta fuori, dopo 35 giorni, il cellulare della figlia. A sette chilometri da Avetrana, lungo la strada per Nardò, in un campo. Lo trova zio Michele. Finora, su questo set permanente in cui s’è trasformato dall’inizio l’enigma di Avetrana, Michele Misseri è rimasto nell’ombra, un’ombra sfuggente che passa nel giardino di via Deledda mentre le donne di famiglia recitano da protagoniste. Ora i riflettori gli si accendono addosso: perché le probabilità che proprio lo zio di Sarah, proprio il papà di Sabrina, trovi dopo più d’un mese in mezzo a un campo il cellulare della nipote (senza scheda sim e senza batteria) sono pari a quelle di fare tredici al totocalcio. «Stavo bruciando le stoppie, era come se Sarah mi stesse chiamando», dice lui, prima ai carabinieri, poi alle telecamere. «Ero tornato a cercare un cacciavite e ho trovato il cellulare…», ripete, piangendo. Ma quel cellulare, troppo integro per star lì da 35 giorni, è un atto d’accusa, non può essere un caso. «Era come se Sarah mi stesse chiamando», dice lui ai cronisti, e forse ha già voglia di svelare di più: «Me la rivedo ancora qui in cantina, Sarah», dice una sera alle tv, e piange. Gli dicono: dai, Michele, faccela vedere la cantina. «Magari un’altra volta», dice lui, mentre Valentina, la figlia grande, lo trascina via: «Basta, papà, basta». Ormai è questione di giorni, di ore. Tutto è successo lì sotto.
Goffredo Buccini, Corriere della Sera 7/10/2010
L’ANGOSCIA IN DIRETTA
È finita, per la quindicenne Sarah, nel peggiore dei modi. Che fosse morta, in realtà, lo si temeva, soprattutto dopo quel ritrovamento del cellulare semibruciato, nelle campagne vicino a casa. Ma che dietro la sua misteriosa sparizione ci fosse — come sembra — una sordida storia di famiglia, questo, forse, non lo si immaginava e rende ancora più cupa e pesante la tragedia. Si favoleggiava di fughe volontarie, di incontri amorosi organizzati via Internet, di fidanzati venuti da lontano: vicende avventurose da film e da romanzi che servivano più che altro a tenere viva l’illusione e a dissipare l’angoscia, l’angoscia della mamma, soprattutto. E invece ieri alla infelice mamma è toccata l’angoscia maggiore: quella di venire a sapere in diretta televisiva, senza intermediari di sorta, che la sua adorata figlia quindicenne, la sua bella ragazzina bionda, era stata ritrovata morta ammazzata. Oltre un mese di attesa, di affanno, di progressiva perdita di speranze — ma si sa che si spera sempre, fino alla fine, a maggior ragione una mamma, che a nessun costo può rassegnarsi alla perdita di quanto ha di più caro — e poi, una sera, il telegiornale che spara in faccia la tremenda notizia, micidiale colpo che tramortisce, che squarcia il cuore. Inevitabilmente, penserà, la mamma, con dolore feroce, a come era Sarah da viva, fulgida nella sua bellezza di giovanissima donna: insopportabile il confronto tra il prima e il dopo, inaccettabile nel suo tremendo, brutale spreco di vita. E noi che abbiano visto su tutti i giornali le fotografie della bella ragazza, che forse l’abbiano osservata bene per cogliere sul suo viso il segreto della sparizione o comunque qualcosa di più di quanto raccontavano le cronache, ora che sappiamo dove e come è stato ritrovato il suo povero corpo, non possiamo che essere a nostra volta angosciati dal confronto che parla di bestiale violenza, di imperdonabile profanazione.
Isabella Bossi Fedrigotti, Corriere della Sera 7/10/2010
Lo zio confessa: cercate lì Trovato il corpo di Sarah -
Clamorosa svolta nel giallo di Sarah Scazzi, la quindicenne scomparsa da 42 giorni. Lo zio, Michele Misseri, che è in stato di fermo, ha confessato: «Cercatela lì». E i carabinieri nella notte hanno trovato il corpo di Sarah in una vasca nelle campagne tra Avetrana ed Erchie. La madre di Sarah ieri sera era ospite della trasmissione Chi l’ha visto?. Ha saputo tutto in diretta. MILANO — Alle due di notte la conferma: è di Sarah quel c or po s pari t o da 42 gi or ni . L’hanno trovato i sommozzatori. L’ha fatto trovare lo zio della ragazza, al termine di un drammatico interrogatorio. È stato lui ad indicare agli investigatori una vasca diventata la tomba segreta della nipote. Era immersa in un metro e mezzo d’acqua.
È stata una notte piena di colpi di scena. Le prime notizie sono arrivate confuse, alle undici di sera. La peggiore diceva che Sarah Scazzi, la ragazzina scomparsa da Avetrana il 26 di agosto, era stata ritrovata morta. La madre di Sarah era ospite della trasmissione Chi l’ha visto?. Avviene tutto in diretta: arrivano mezzesmentite, mezze c o nf e r me. «Tutto ancora da verificare, i carabinieri la stanno cercando», «forse ci sono due fermi » , « è ad Avetrana » , « è a Manduria», «lo zio ha confessato», «ha detto lui dove trovare il corpo». L’unica cosa certa, quand’è ormai notte fonda, è che nelle campagne fra Avetrana ed Erchie c’è un gran movimento di carabinieri e lampeggiano a decine le luci delle pattuglie. Tutto questo mentre davanti alla caserma dell’Arma si assiepa una folla crescente di persone. Tutti vogliono sapere, suonano il campanello, commentano quello che hanno sentito alla televisione, parlano dello sgomento della madre di Sarah. Ma in caserma non c’è nessuno, i carabinieri sono tutti fuori, a cercare conferme a quello che, pare, abbia raccontato ai magistrati uno degli interrogati nel pomeriggio. All’una e mezza arrivano sul luogo delle ricerche i sommozzatori, i vigili del fuoco. E alla fine il parroco del paese. E tutti capiscono che è l’epilogo, Sarah è stata ritrovata.
Fin dalla mattina, per ore e ore, gli inquirenti avevano sentito ancora una volta amici e parenti della ragazzina. E di nuovo l’attenzione si era concentrata sul telefonino di Sarah, ritrovato da suo zio, Michele Misseri, la mattina del 29 settembre, nell’uliveto che l’uomo stava ripulendo in vista del prossimo raccolto. Mentre bruciava i cumuli di foglie secche non si era accorto di niente, ma il giorno dopo era tornato nel campo a riprendere un cacciavite dimenticato e a quel punto il cellulare era sbucato sotto i suoi occhi: così ha raccontato lui ai carabinieri. E per l’inchiesta è stato un colpo di acceleratore. Che ci faceva proprio in quel punto il telefonino? Era lì fin dal giorno della scomparsa? Michele Misseri dice la verità?
Per capirlo l’uomo è stato convocato per un nuovo, lunghissimo interrogatorio. I magistrati l’hanno sentito ed ecco il colpo di scena: dalle sue risposte è arrivata la svolta della tarda serata. Nella notte la conferma che l’uomo ha confessato l’omicidio della quindicenne e che è stato firmato contro di lui un provvedimento di fermo.
Sempre a Taranto e sempre ieri nel pomeriggio, erano state interrogate anche la moglie di Michele Misseri, Cosima, e la figlia Valentina. Il solo dettaglio trapelato dalla procura è che a un certo punto gli interrogatori sono stati sospesi e ad Avetrana è cominciata la ricerca del cadavere di Sarah, in un punto non lontano dall’uliveto del telefonino.
Era proprio a casa di questi zii che Sarah Scazzi stava andando quel pomeriggio deserto di agosto in cui è sparita. Pochi passi fra casa sua e casa Misseri, dove l’aspettava Sabrina, la sorella di Valentina. Poche centinaia di metri e di lei non si è trovata più traccia fino al giorno del telefonino, quell’oggetto «senza macchie, né ammaccature, né terra», come spiega uno degli inquirenti, che è diventato il punto-chiave di tutta la ricerca. MILANO — Alle due di notte la conferma: è di Sarah quel c or po s pari t o da 42 gi or ni . L’hanno trovato i sommozzatori. L’ha fatto trovare lo zio della ragazza, al termine di un drammatico interrogatorio. È stato lui ad indicare agli investigatori una vasca diventata la tomba segreta della nipote. Era immersa in un metro e mezzo d’acqua.
È stata una notte piena di colpi di scena. Le prime notizie sono arrivate confuse, alle undici di sera. La peggiore diceva che Sarah Scazzi, la ragazzina scomparsa da Avetrana il 26 di agosto, era stata ritrovata morta. La madre di Sarah era ospite della trasmissione Chi l’ha visto?. Avviene tutto in diretta: arrivano mezzesmentite, mezze c o nf e r me. «Tutto ancora da verificare, i carabinieri la stanno cercando», «forse ci sono due fermi » , « è ad Avetrana » , « è a Manduria», «lo zio ha confessato», «ha detto lui dove trovare il corpo». L’unica cosa certa, quand’è ormai notte fonda, è che nelle campagne fra Avetrana ed Erchie c’è un gran movimento di carabinieri e lampeggiano a decine le luci delle pattuglie. Tutto questo mentre davanti alla caserma dell’Arma si assiepa una folla crescente di persone. Tutti vogliono sapere, suonano il campanello, commentano quello che hanno sentito alla televisione, parlano dello sgomento della madre di Sarah. Ma in caserma non c’è nessuno, i carabinieri sono tutti fuori, a cercare conferme a quello che, pare, abbia raccontato ai magistrati uno degli interrogati nel pomeriggio. All’una e mezza arrivano sul luogo delle ricerche i sommozzatori, i vigili del fuoco. E alla fine il parroco del paese. E tutti capiscono che è l’epilogo, Sarah è stata ritrovata.
Fin dalla mattina, per ore e ore, gli inquirenti avevano sentito ancora una volta amici e parenti della ragazzina. E di nuovo l’attenzione si era concentrata sul telefonino di Sarah, ritrovato da suo zio, Michele Misseri, la mattina del 29 settembre, nell’uliveto che l’uomo stava ripulendo in vista del prossimo raccolto. Mentre bruciava i cumuli di foglie secche non si era accorto di niente, ma il giorno dopo era tornato nel campo a riprendere un cacciavite dimenticato e a quel punto il cellulare era sbucato sotto i suoi occhi: così ha raccontato lui ai carabinieri. E per l’inchiesta è stato un colpo di acceleratore. Che ci faceva proprio in quel punto il telefonino? Era lì fin dal giorno della scomparsa? Michele Misseri dice la verità?
Per capirlo l’uomo è stato convocato per un nuovo, lunghissimo interrogatorio. I magistrati l’hanno sentito ed ecco il colpo di scena: dalle sue risposte è arrivata la svolta della tarda serata. Nella notte la conferma che l’uomo ha confessato l’omicidio della quindicenne e che è stato firmato contro di lui un provvedimento di fermo.
Sempre a Taranto e sempre ieri nel pomeriggio, erano state interrogate anche la moglie di Michele Misseri, Cosima, e la figlia Valentina. Il solo dettaglio trapelato dalla procura è che a un certo punto gli interrogatori sono stati sospesi e ad Avetrana è cominciata la ricerca del cadavere di Sarah, in un punto non lontano dall’uliveto del telefonino.
Era proprio a casa di questi zii che Sarah Scazzi stava andando quel pomeriggio deserto di agosto in cui è sparita. Pochi passi fra casa sua e casa Misseri, dove l’aspettava Sabrina, la sorella di Valentina. Poche centinaia di metri e di lei non si è trovata più traccia fino al giorno del telefonino, quell’oggetto «senza macchie, né ammaccature, né terra», come spiega uno degli inquirenti, che è diventato il punto-chiave di tutta la ricerca.
Giusy Fasano, corriere della Sera 7/10/2010
«SARAH È MORTA CERCATELA LÌ» -
AVETRANA - «È in un pozzo, andatela a cercare». Nella notte sono scattate le ricerche di Sarah Scazzi, la ragazza scomparsa dal 26 agosto. È stato lo zio, al termine di un interrogatorio fiume, a crollare e a indicare un pozzo nelle campagne tra Avetrana e Porto Cesareo. Subito sono stati mobilitati i sommozzatori dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Nella notte stanno scandagliando i fondali mentre la madre di Sarah segue le fasi concitate delle ricerche da casa sua, collegata in diretta con il programma "Chi l´ha visto" su Rai3. Una svolta che gli inquirenti avevano già preannunciato, all´indomani del ritrovamento del cellulare della quindicenne tra le ceneri dallo zio di Sarah, Michele Misseri, in un campo dove l´uomo il giorno prima aveva lavorato per eliminare erbacce e foglie secche. Quel cellulare rappresentava un giallo nel giallo. Per i segni non compatibili con il rogo di foglie secche e senza ossidazioni tipiche della lunga esposizione al sole all´umidità. Per questo ieri mattina la zio è stato convocato presto e messo sotto torchio dagli inquirenti.
Anche la cugina di Sarah lasciava trapelare nervosismo: «Provo una gran rabbia. Sono certa che chi ha preso Sarah sta ridendo. Perché vede le indagini puntare su gente innocente», aveva detto prima che il padre crollasse. Sabrina è finita sulla graticola perché nell´ultima settimana lei, i suoi genitori e gli amici di sempre sono al centro di interrogatori e accertamenti. «Leggo che il cerchio si stringe. Mi sento impazzire. Vorrei essere utile alle indagini e non so come fare. E perché quel cerchio si stringe intorno a gente che non ha nulla da nascondere. Secondo me, quel cerchio bisognerebbe allargarlo», è sempre il suo pensiero prima che il padre indicasse il pozzo maledetto.
Sabrina aveva scelto di non parlare più. Ieri però ha rotto il silenzio, proprio mentre suo padre, sua sorella e sua madre erano rinchiusi nel comando provinciale dei carabinieri per rispondere alle domande dei magistrati. Sabrina parla per difendere parenti e amici. «Sono certissima che la mia famiglia non c´entra con la scomparsa di Sarah. Così come sono sicura che non c´entrano Ivano, Alessio e Mariangela». Sabrina voleva chiarire anche quella discussione con la cugina, la sera prima di quel fatidico 26 agosto. «Non ho litigato con Sarah. A volte l´ho ripresa come una sorella maggiore. Le chiedevo di non stare attaccata ad Ivano. Volevo tutelarla. Qui basta poco per finire al centro di malelingue. E lo dico un´altra volta. Non sono innamorata di Ivano. È solo un amico».
Sulle indagini la ragazza appariva perplessa: «Aspetto gli accertamenti sul cellulare di Sarah. Spero che arrivino elementi per aiutare a svelare questo mistero». L´inchiesta sulla scomparsa della quindicenne da 43 giorni era contraddistinta da un paziente lavoro di ricerche. Di rastrellamenti e controlli nelle impervie campagne di questo spicchio di Salento. E anche ieri tra uliveti e casolari si sono infilati decine di carabinieri e volontari della protezione civile. I sub si sono immersi nei pozzi per ispezionarne il fondo.
Mario Diliberto, La Repubblica 7/10/2010
QUARANTA GIORNI TRA VELENI E DEPISTAGGI -
DAL NOSTRO INVIATO
AVETRANA - Sono passati quaranta giorni. Mille punti interrogativi e una sola certezza: il 26 agosto una ragazzina di 15 anni, Sarah Scazzi, è sparita in un buco nero lungo 300 passi, quanti ce ne volevano per andare da casa sua a casa della cugina Sabrina. Sarah aveva un appuntamento con lei, sarebbero dovute andare insieme al mare: aveva soltanto il costume da bagno, un telefonino e un asciugamano. Ecco, questo era l´unico punto certo.
Poi sono arrivate soltanto le domande, forse i depistaggi, le bugie, le facce scavate dei parenti e pochissime lacrime. Tantissime apparenti contraddizioni, strani comportamenti. In un primo momento, per esempio, gli inquirenti erano convinti che Sarah non fosse sparita. Ma scappata. La convinzione derivava da una serie di elementi: i diari, i temi di scuola, le chat su Internet, sempre e ovunque Sarah raccontava dei suoi problemi a casa, un rapporto conflittuale con i suoi genitori, la non volontà di convertirsi ai Testimoni di Geova come invece voleva, il recinto troppo stretto di Avetrana. Tutto faceva pensare a una fuga volontaria, magari con l´aiuto di qualcuno conosciuto su Internet. Gli inquirenti erano certi, tanto che in un primo momento si indagava non per il sequestro ma per una fuga volontaria. «Sarah è sparita, tra un po´ tornerà, non può essere andata lontana» erano convinti gli investigatori. Che però non hanno mai smesso di lavorare, cercare, inseguire ogni singola voce che circolava nel paese. Il maresciallo Fabrizio Viva, il comandante della stazione di Avetrana, non ha dormito per giorni. Ma cinque giorni dopo, d´accordo con la procura di Taranto, hanno cominciato a pensare il peggio. Da Sarah non arrivava nessuna notizia. E i familiari che avrebbero potuto aiutarla nella fuga non facevano nemmeno un passo falso. Il fratello di Sarah, per esempio. All´inizio in molti erano convinti che fosse lui ad avergli dato una mano. L´idea arrivava da due elementi: il rapporto strettissimo e complice tra i due. E il fatto che il ragazzo non avesse sentito il bisogno di tornare da Milano, dove lavorava. «La sta aiutando» sussurravano nei corridoi del comando, nella speranza che la ragazza fosse viva. Purtroppo non era così.
La pista familiare è stata subito quella più battuta. Non convinceva Sabrina, che nei suoi racconti aveva lasciato troppi buchi, troppe contraddizioni. E poi quella denuncia immediata, poche ore dopo la scomparsa. E una sicurezza: «Qualcuno ha preso Sarah» ripeteva Sabrina a tutti. E lo stesso scriveva su Facebook la cugina Antonella, che per Sarah ha aperto un gruppo che in poche ore ha raccolto decine di migliaia di iscritti in tutta Italia. «Le cugine sanno qualcosa» erano tutti convinti, forse anche gli investigatori. Per questo Sabrina è stata convocata ai Carabinieri nei giorni scorsi. L´hanno tenuta praticamente per 24 ore in una stanza del comando provinciale insieme con cinque persone. Speravano crollasse, si tradissero, erano in una stanza e decine di microspie li ascoltavano. Non sono crollati. In quella stessa stanza c´era Ivano, l´amico 28enne, il ragazzo per cui Sarah aveva perso la testa, e Sabrina forse. Ivano era il sospettato numero 1: per quattro ore, proprio quando Sarah cadeva nel buco nero, non aveva risposto al telefonino. Aveva giurato che dormiva, e a confermare il suo alibi aveva chiamato la madre. La signora prima si era confusa, poi ha detto, scusate, ho sbagliato. Infine, sulla scena è arrivato lo zio e il ritrovamento di quel telefono. Un signore con le braccia forti, un cappellino da pescatore e le lacrime facili, strano perché dall´inizio in questa storia non piangeva mai nessuno. Ha detto: «Quando ho visto quel telefono, ho sentito la voce di Sarah che mi diceva, zio aiutami». Poi l´epilogo notturno, la confessione. E, come al solito, le telecamere accese.
Giuliano Foschini, La Repubblica 7/10/2010
Sarah Scazzi
Sesso:F
Età:15(al momento della scomparsa)
Corporatura:esile
Statura:158
Occhi:castani
Capelli:biondi
Abbigliamento:Maglietta rosa con il coniglietto di Playboy, pantaloncini rosa, infradito nere. Al collo ha un laccio nero con un ciondolo argento a forma di scoiattolo e una collanina con un teschio di strass rosa
Scomparso da:Avetrana (Taranto)
Descrizione:Ha con sé un cellulare Vodafone 735 con cuffia stereo, una sacca di stoffa nera, un telo da mare e un caricabatterie
Data della scomparsa:26/08/2010
Data messa in onda:30/08/2010
Sarah Scazzi ha 15 anni e vive ad Avetrana (Taranto) con la sua famiglia. Il 26 agosto è uscita di casa verso le 14.30 per raggiungere a piedi l’abitazione di una cugina con la quale aveva intenzione di andare al mare. Per consuetudine ha fatto uno squillo sul cellulare dell’amica per avvertirla del suo arrivo. Dopo un po’ non vedendola, la cugina l’ha richiamata sul cellulare per sapere che fine avesse fatto ma il cellulare ha squillato a vuoto e in seguito è risultato irraggiungibile. La strada presumibilmente percorsa da Sarah Scazzi a quell’ora del pomeriggio era deserta e nessuno dei vicini ha visto o sentito nulla. I familiari della ragazza sono molto preoccupati, escludono un allontanamento volontario e temono un rapimento. Anche Telefono Azzurro partecipa attraverso il 116000, la linea telefonica per i minori scomparsi, alla ricerca della 15enne.
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31 agosto 2010
Sono riprese stamattina, per il sesto giorno consecutivo, le ricerche di Sarah Scazzi. Anche oggi decine di carabinieri, con l’aiuto delle unità cinofile e della protezione civile, perlustreranno casolari, cave, canali e pozzi di acqua alla periferia di Avetrana alla ricerca della ragazza. Nelle ultime ore si è deciso anche di ispezionare degli immobili mai ultimati alla periferia di Nardò, in provincia di Lecce, che dista pochi chilometri da Avetrana. Diverse persone (parenti, amici e conoscenti) saranno ascoltate nella caserma di Manduria per tentare di ricostruire gli ultimi momenti antecedenti la scomparsa della giovane che frequentava l’istituto alberghiero di Maruggio. I carabinieri, coordinati dal ten.col. Antonio Russo, nelle ultime ore, attraverso i tabulati e le celle telefoniche, hanno riscontrato la versione dei fatti fornita dalla cugina della ragazza. Su Facebook è nato un gruppo per ritrovarla: vi hanno aderito fin’ora circa 3.000 persone. "Mia figlia è stata rapita, non trovo un altro modo per spiegare la sua scomparsa - afferma Concetta Serrano Spagnolo, madre di Sarah Scazzi - è una ragazza tranquilla, non aveva un fidanzato, doveva andare al mare con la cugina, era normale, normalissima quando è uscita di casa. Ora sono in tanti a cercarla ma di mia figlia ancora nessuna traccia". Tre diari, sui quali la scomparsa annotava i suoi pensieri e il suo stato d’animo, sono stati prelevati dai carabinieri. Inoltre secondo gli inquirenti ci sarebbe un buco temporale di 12 minuti, periodo di tempo che va da quando si hanno notizie certe sulla ragazza, le 14.30, e le 14.42 quando il cellulare viene spento e non sarà mai più riacceso.
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1 settembre 2010
Una cinquantina di carabinieri hanno partecipato per il settimo giorno consecutivo alle ricerche, ascoltando testimoni e perlustrando casolari e campagne della zona. Le ricerche sono state estese anche a ridosso delle confinanti province di Brindisi e Lecce. I familiari della ragazza hanno categoricamente escluso l’ipotesi di un’allontanamento volontario e sono sempre più convinti che sia stata rapita. Pur non tralasciando altre piste, gli investigatori ritengono ’’seria’’ l’ipotesi del sequestro ma non si sbilanciano sul possibile movente. Secondo questa ipotesi, Sara, appena uscita da casa in via Verdi per raggiungere l’abitazione della cugina Sabrina, sarebbe stata affiancata da un’auto e inviata a salire con un pretesto da una o più persone che forse conosceva.
Gli investigatori hanno precisato che la scomparsa avvenuta il 29 agosto del 39enne Antonio Sammarco da Manduria (Taranto), a 10 km da Avetrana, non è collegata al caso.
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2 settembre 2010
Un appello a tutti i cittadini di Avetrana perché, se sanno qualcosa sulla scomparsa di Sara lo comunichino anche in forma anonima, è stato rivolto dal sindaco di Avetrana, Mario de Marco, che ha tenuto una conferenza stampa convocata in accordo con la famiglia della ragazza scomparsa e le forze dell’ordine. L’ amministrazione comunale ha anche fatto stampare 2.000 volantini con la foto di Sara e 5.000 cartoline che vengono distribuite ovunque in paese e nelle zone limitrofe. Il sindaco ha inoltre chiesto a tutti coloro che sono proprietari di fabbricati rurali e di terreni in campagna, di collaborare con gli investigatori controllando le loro proprietà, per verificare se ci siano tracce che possano in qualche modo contribuire a far ritrovare Sara. Intanto continuano le verifiche delle tantissime le segnalazioni di persone che ritengono di aver visto la ragazza in varie parti d’Italia. I carabinieri che coordinano le indagini sono in contatto giornaliero con la redazione di ’Chi l’ha visto?’ e con ‘Telefono Azzurro’, che stanno a loro volta ricevendo numerose segnalazioni che vengono girate ai militari.
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3 settembre 2010
Continuano le ricerche a tutto campo per ritrovare Sarah Scazzi, sotto il coordinamento del comandante del Reparto Operativo del Comando provinciale dei carabinieri, colonnello Antonio Russo, con i Reparti Speciali dell’Arma, Ros e Racis. Il procuratore di Taranto Franco Sebastio, riguardo le indagini sulla ragazza scomparsa, ha rivelato che ci sono ipotesi operative e investigative privilegiate rispetto ad altre, specificando però che non si trascurano nemmeno le ipotesi più remote.
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6 settembre 2010
La madre di Sarah Scazzi ha rivolto un appello al Presidente della Repubblica pregandolo di far intensificare le ricerche per ritrovare sua figlia. Il Viminale ha reso noto che il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse ha attivato tutti i canali necessari alla ricerca della 15enne sin dal primo momento successivo alla denuncia, tenendosi in stretto contatto con le Forze di polizia e con il magistrato incaricato di coordinare le indagini.
Un testimone ha dichiarato agli inquirenti di aver visto Sarah Scazzi ad Avetrana, poco prima della sua scomparsa, nel tratto di strada tra via Raffaello Sanzio fino in via Grazia Deledda, nei pressi dell’abitazione della cugina Sabrina, che l’aspettava per andare al mare. Solo due giorni dopo, sfogliando i giornali, ha visto la foto di Sarah Scazzi e si è ricordato del momento dell’avvistamento. Gli inquirenti, che credono il testimone attendibile, stanno restringendo a quel tratto di strada le indagini per ricostruire gli istanti che hanno preceduto la scomparsa della 15enne.
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7 settembre 2010
Venti uomini del Corpo Forestale dello Stato si sono uniti alle ricerche perlustrando terreni e pozzi abbandonati intorno ad Avetrana. L’amministrazione comunale ha organizzato per Giovedì 9 settembre alle 20 una fiaccolata silenziosa che ripercorrerà la strada fatta dalla 15enne prima di scomparire il 26 agosto. Alla fiaccolata parteciperanno anche i ragazzi dell’istituto alberghiero di Maruggio, dove sono ricominciate le lezioni. I compagni hanno deposto un mazzo di fiori sul banco di Sarah.
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8 settembre 2010
"Proseguono le ricerche e la speranza è che questa storia possa concludersi a lieto fine, ma purtroppo ancora non ci sono novità sostanziali". Lo ha affermato oggi il pm del tribunale di Taranto Mariano Buccoliero, titolare delle indagini sulla scomparsa di Sarah Scazzi.
"Non tralasciamo alcuna pista - aggiunge il magistrato - e comprendiamo l’ansia dei familiari della ragazzina. In queste ore stanno spuntando diverse testimonianze, tutte da verificare. Non possiamo attribuire un particolare significato al fatto che Sarah abbia detto ad alcuni amici che aveva desiderio di cambiare vita. Al momento c’è un fascicolo per sequestro di persona a carico di ignoti’’.
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9 settembre 2010
Nel giorno della fiaccolata per Sarah organizzata ad Avetrana, la madre Concetta ha lanciato un appello: "Sarah è stata rapita da più persone. Me lo sento. E’ stata una trappola. A coloro che l’hanno presa dico di lasciarla, prendere una bambina così è pazzesco’’. La signora ha anche denunciato la pubblicazione di notizie inesatte sulla figlia e sulla famiglia, annunciando il mandato a un legale per verificare eventuali violazioni della privacy.
Attraverso il prefetto di Taranto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto pervenire ai genitori la sua risposta all’appello rivoltogli dalla madre di Sarah: "Ho ricevuto la vostra toccante lettera e comprendo la profonda angoscia in cui state vivendo da tanti giorni nella trepidante attesa di notizie. Ho compiuto i passi necessari per assumere informazioni e per sollecitare un’azione adeguata, e posso assicurarvi che è già in atto e continuerà ad essere profuso il massimo impegno investigativo e operativo nella ricerca di Sara’’. Nella sua lettera il capo dello Stato, anche a nome della moglie Clio, ha espresso ai genitori di Sara sentimenti di affettuosa vicinanza.
Sul versante delle indagini è stato acquisito il computer di un pasticcere di 31 anni di Mottola (Taranto), che ha raccontato ai carabinieri di avere, prima della scomparsa, "chattato" anche in video con una ragazza che è convinto fosse Sarah, raccogliendone le confidenze.
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11 settembre 2010
Si sta facendo tutto il possibile per trovare Sara Scazzi, la 15enne di Avetrana scomparsa da 17 giorni, e le ricerche proseguiranno sino a quando la vicenda non sarà chiarita. E’ quanto ha assicurato il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, incontrando ad Avetrana i genitori della ragazzina nella loro abitazione. Mantovano era accompagnato dal prefetto di Taranto, Carmela Pagano, che ha partecipato all’incontro, dal questore di Taranto, Enzo Mangini, e dal comandante provinciale di Taranto dei carabinieri, Giovanni Di Blasio. Intanto la famiglia Scazzi ha deciso di rinunciare alla collaborazione di un conoscente, che aveva fatto da portavoce nei giorni precedenti, ed ha sollevato dall’incarico il legale nominato il giorno 9 per seguire gli sviluppi dell’inchiesta giudiziaria. I carabinieri oggi hanno perlustrato soprattutto le campagne tra Maruggio e Avetrana e ascoltato alcuni amici di Sara Scazzi. Proseguono anche gli accertamenti sui quattro profili Facebook aperti dalla ragazzina.
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14 settembre 2010
I carabinieri di Avetrana e il pm Mariano Buccoliero, titolare dell’inchiesta, hanno ascoltato Concetta Serrano Spagnolo, la madre di Sarah Scazzi. Sembra che gli investigatori abbiano voluto avere chiarimenti su alcune frasi pronunciate dalla donna ieri pomeriggio, durante il programma televisivo Rai "Pomeriggio sul 2": ’’Io posso escludere tutti - aveva detto la madre di Sarah - e accusare tutti. Investigassero su familiari che sapevano che Sarah quel giorno doveva andare al mare’’. La donna aveva aggiunto che poche persone erano a conoscenza che quel pomeriggio del 26 agosto, alle 14,30, la figlia sarebbe uscita di casa per recarsi a casa della cugina Sabrina e poi andare al mare.
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17 settembre 2010
A 23 giorni dalla scomparsa la madre di Sarah ha lanciato un nuovo appello al capo dello Stato e al ministro della Difesa chiedendo un rafforzamento di uomini e mezzi per le ricerche della ragazza. E’ venuto intanto a mancare nella notte il nonno della ragazza, da tempo ammalato gravemente.
22 settembre 2010
"Chi l’ha visto?" ha nuovamente ripercorso, passo dopo passo, il percorso di Sarah Scazzi il giorno della scomparsa, basandosi sulla testimonianza dei due fidanzati che l’hanno vista su viale Kennedy alle 14.30. Il campo di indagine si può restringere a pochissimi metri. Uno spazio temporale e fisico dove nessuno sembra aver visto o sentito nulla, neanche gli operai che lavoravano nell’edificio scolastico proprio di fronte. La mattina del 21 settembre, proprio mentre la madre di Sarah stava rilasciando un ‘intervista a "Chi l’ha visto?" le è stato recapitato un plico. La busta gialla proveniva da Venezia e conteneva due quadernoni scritti in corsivo molto fitto con alcune parti del discorso sottolineate. L’autore, che si firma "Michelangelo", parla di Sarah chiamandola ‘sorellina’. I due manoscritti sono stati requisiti dai carabinieri di Avetrana che coordinano le ricerche.
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26 settembre 2010
A poco piu’ di un mese dalla scomparsa della quindicenne Sara Scazzi, avvenuta nel primo pomeriggio del 26 agosto, la madre, Concetta Serrano Spagnolo, ha lanciato nuovi appelli attraverso televisioni e giornali. ’’Mi rivolgo alle istituzioni e alle forze dell’ordine - ha detto tra l’altro - perche’ non abbandonino le ricerche e non ci lascino soli’’. Ed ha chiesto al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, di ’’mettere a disposizione il Corpo forestale regionale’’ per le ricerche di Sara.
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29 settembre 2010
Mentre la madre di Sarah Scazzi Concetta Serrano si trovava a Taranto per essere ascoltata in procura, il cellulare della ragazza è stato ritrovato, per metà rovinato dal fuoco, nella contrada ‘Tumani’ a sette chilometri da Avetrana, sulla strada che porta al mare, verso Torre Colimena. Il telefonino, parzialmente bruciato e privo di batteria e della carta sim, si trovava in mezzo a un mucchio di cenere, non lontano dal ciglio della strada. Il suo codice Imei ha permesso di identificarlo con certezza. A trovarlo è stato il signor Michele Misseri, padre di Sabrina e Valentina e marito di Cosima, sorella di Concetta Serrano. Visibilmente commosso, durante la trasmissione ha ricostruito il ritrovamento. Ha raccontato che siccome aveva dimenticato un cacciavite si era recato presso l’uliveto, dove il giorno precedente aveva lavorato, insieme con un suo amico, per ripulire il terreno e bruciare delle foglie. Dopo aver visto il cellulare, riconosciuto grazie a un lucchetto che vi era attaccato, ha avvisato la figlia Valentina ed è tornato a casa. Quindi ha riferito tutto ai Carabinieri e li ha accompagnati sul posto a prendere il cellulare. Lo zio di Sarah ha spiegato anche che il 26 agosto lui era a casa quando venne chiamato dalla figlia Sabrina che gli chiedeva se avesse visto arrivare Sara. ’’Io risposi di no’’. Ed ha aggiunto che, quando Sabrina gli rivolse quella domanda, lui era in cantina perché il trattore col quale doveva andare in campagna non partiva. ’’Stavo per prendere l’auto quando Sabrina mi chiese di Sara. Subito dopo andai con mio cognato a raccogliere i fagiolini’’.
Il padre di Sarah ha negato di avere una figlia segreta, ribadendo che l’unica priorità per lui è il ritrovamento della figlia scomparsa.
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1 ottobre 2010
Quattro persone sono state sentite come ’informate sui fatti’ fino a tarda notte nella sede del Comando provinciale di Taranto dei carabinieri, alla presenza del pm Buccoliero. Uno dei testi sentiti è Sabrina, la cugina con cui Sarah aveva appuntamento il giorno in cui è scomparsa. Un’altra testimone è Mariangela, l’amica di Sabrina insieme alla quale, con la sua auto, le due cugine sarebbero dovute andare al mare. Gli altri due testi sarebbero amici delle ragazze.
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7 ottobre 2010
Avetrana (Taranto), 7/10/2010 - Dopo una giornata sotto il pressante interrogatorio dei carabinieri Michele Misseri ha confessato l’omicidio della nipote Sarah Scazzi. Misseri ha strangolato la nipote nel garage della sua abitazione e ne ha occultato il corpo in un podere vicino ad Avetrana il giorno stesso della scomparsa. I carabinieri,seguendo le indicazioni di Misseri, in stato di fermo per omicidio volontario, hanno ritrovato il corpo. Nelle vicinanze, alcuni giorni fa,Misseri aveva detto di aver trovato il telefonino di Sarah. Concetta Serrano Spagnolo, la madre di Sarah, ha partecipato in diretta alla trasmissione del 6 ottobre in collegamento proprio dalla casa di Michele Misseri, assente con la moglie perché trattenuto dai carabinieri. Quando le voci che i carabinieri avevano cominciato le ricerche del corpo si sono fatte insistenti, Federica Sciarelli ha chiesto alla donna se non preferisse allontanarsi. Accompagnata da uno dei suoi avvocati, la madre di Sarah ha raggiunto casa sua, dove qualche ora dopo le è stata comunicata la tragica notizia.
Il comandante provinciale dei carabinieri di Taranto, Giovanni Di Blasio ha dichiarato l’omicidio è avvenuto per strangolamento e che Sarah Scazzi "non ha subito violenza sessuale prima di morire". Michele Misseri, "ha confermato di aver ucciso la povera fanciulla e ha indicato il posto dove il cadavere era stato da lui nascosto; ci ha portati sul posto e, quindi, ci ha consentito di fare i dovuti accertamenti". Lo ha detto il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. Il luogo in cui è stato trovato il corpo "non è un pozzo, è una sorta di covo interrato all’interno del suolo con un foro d’ingresso di poche decine di centimetri coperti da rami, foglie e pietre, quindi era praticamente impossibile accertarne l’esistenza, addirittura probabilmente passandoci sopra". "Il buco - ha aggiunto - è stato scoperchiato ed è stata accertata la presenza di un cadavere" di sesso femminile "con i capelli biondi" che sarà compiutamente identificato "anche attraverso l’esame del Dna". L’autopsia è stata affidata dal prof. Strada dell’università di Bari.
Fonte: chilavisto.rai.it 7/10/2010
FACEBOOK RICORDA SARAH TRA DOLORE E RABBIA
Facebook ricorda Sarah tra dolore e rabbia La mamma di Sarah accompagnata dal legale della famiglia
Michele Misseri e’ appena crollato dopo un lungo interrogatorio, ammettendo di aver strangolato la nipote nel giorno della scomparsa e gia’ su Facebook appaiono migliaia di messaggi per ricordare Sarah Scazzi. Molti le dedicano un pensiero, una preghiera, una canzone. Ma sono tanti anche coloro che inveiscono contro lo zio. Sul gruppo ’500.000 Fans Uniti, Per Trovare Sarah Scazzi’, Stefania dice "....non ci sono parole....sono sconcertata...era solo una ragazzina...forse se le forze dell’ordine avessero cercato meglio intorno alle campagne dei parenti....", mentre Alyssa scrive: "Sei morta in un modo bruttissimo, nn dovrebbe accarede a nessuno. per questi bastardi ke stanno in giro nn basta stare attenti agli estranei ora anche hai parenti. cmq addio ora sarai in pace". Francesco le rivolge "tutte le nostre preghiere", Miryam la chiama ’’piccola grande donna...’’ e le dedica un video di Gianluca Grignani, "PER TE SARAH!!!!!! Destinazione paradiso". Poi c’e’ Angelo Ultras Taranto che scrive: ’’addio sara anke noi ultras della tua stessa terra t rendiamo il nostro piu’ caro saluto ke possano gli angeli accompagnarti in paradiso e sorridere in pace per tutta l eternita’’’.
Anche su un altro gruppo, ’CERCHIAMO SARAH SCAZZI’, i messaggi arrivano uno dopo l’altro. Helga le chiede scusa: ’’Io che l’avevo giudicata male, pensando che fosse scappata con qualche uomo... le ho chiesto scusa per questo e prego per lei e la sua famiglia...’’. Rosanna sa che c’e’ ’’nel cielo un nuovo angelo’’ mentre Tamara non ha parole: ’’Quello che ti ha fatto tuo zio e’ veramente orrendo certe cose non dovrebbero accadere ....e invece tu povero angelo sei l’ennessima vittima.....speravo che fosse tutto diverso ma invece e’ finito tutto tragicamente.......ti bacio piccolo angelo’’. Angela, infine, fa anche un riferimento alla trasmissione ’Chi l’ha visto?’. ’’Poi non si puo’ dare la notizia della morte di un figlio in diretta tv.......! Sarah riposa in pace’’. E poi sul ’Gruppo per cercare Sarah Scazzi’, Paola Cecilia dice che ’’ad Avetrana dovrebbero dedicare almeno una Via...a questo martire Angelo biondo....e solo...’’; Roberto parla dello zio della 15enne, ’’SPERO CHE IN GALERA GLI DIANO IL BENSERVITO’’. E Alessio lancia un appello, perche’ ’’questa storia deve insegnare qualcosa... se avete problemi, siete vittime di abusi, maltrattamenti o anche solo attenzioni particolari da parte di qualcuno 8anche vostro parente) ... parlate!!! confidatevi con amici, parenti o con chiunque altro ...una soluzione si trova sempre ... a patto che non sia troppo tardi!’’.
Repubblica.it 7/10/2010
***MIO COGNATO NON C’ENTRA (30/9/2010)
«Se dovessi escludere una persona io escluderei proprio mio cognato, lui non c’entra niente». Lo ha detto al Tg5 la mamma di Sara Scazzi, la ragazza scomparsa da Avetrana il 26 agosto scorso, a proposito del ritrovamento del cellulare della 15enne fatto ieri dal cognato Michele Misseri mentre era a lavoro in un uliveto. Anche la figlia dell’uomo, Valentina, è sicura: «Mio padre è sincero, mi dispiace che sia strato lui a trovare il cellulare di Sara, perchè pensiamo alla malignità della gente, mi dispiace perché fra tutti quelli che lo potevano trovare l’ha trovato proprio lui». Sua sorella Sabrina, l’altra figlia di Michele Misseri, oggi verrà ascoltata in procura dal pm che indaga sulla scomparsa, Mariano Buccoliero. Il giorno della sparizione le due cugine (Sara e Sabrina) avevano appuntamento per andare insieme al mare in quel pomeriggio di fine agosto. Sara uscì di casa alle 14,30 per raggiungere casa della parente che dista poche centinaia di metri, ma a quell’appuntamento non è mai arrivata. Parlando con i giornalisti ha detto anche che ieri, quando il padre ha trovato il cellulare ha chiamato casa per descriverlo e sapere se si trattasse proprio di quello di Sara. Prima che dal numero identificativo verificato dagli investigatori il cellulare è stato riconosciuto dai famigliari per alcuni ciondoli tra cui la linguetta di una lattina. «Sara faceva collezione di linguette - ha spiegato Valentina - perchè voleva farsi un braccialetto». «Io non sapevo - aggiunge - che avesse cambiato cellulare, pensavo che avesse ancora quello fucsia che abbiamo visto nelle fotografie». La ragazza ha aggiunto infine che suo padre Michele questa mattina è andato a lavorare come sempre.
Michele Misseri, lo zio di Sara
Michele Misseri, lo zio di Sara
LA CONFERMA - «Michele aveva perso il cacciavite che aveva usato per aggiustare il trattore che aveva avuto un guasto. Per questo ieri mattina è tornato nel campo dove avevamo lavorato insieme e ha trovato il telefonino di Sara; io non c’ero, ma è andata così». Con queste parole Carmelo Parisi, compagno di lavoro di Michele Misseri, ha confermato la versione fornita già ieri dallo zio di Sara Scazzi sul ritrovamento casuale del cellulare della ragazza. Parisi, che con Misseri oggi è ritornato a lavoro nei campi, ne ha parlato con l’agenzia Ansa mentre con il suo compagno di lavoro era passato da casa di Misseri con il furgoncino sul quale stavano trasportando un trattore in campagna per un nuovo lavoro. L’altro ieri Misseri e Parisi avevano ripulito un uliveto dalle foglie secche per preparare la raccolta delle olive, e avevano dato fuoco alle sterpaglie. Lo zio di Sara poi, accortosi di aver lasciato sul campo un cacciavite, vi aveva fatto ritorno e sotto la cenere di uno di questi mucchi ha trovato il cellulare semi bruciacchiato della nipote privo della batteria e della carta sim. Misseri è stato già ieri ascoltato dai carabinieri e la sua versione, che inizialmente aveva suscitato sorpresa per la incredibile coincidenza, è stata giudicata credibile dagli inquirenti. «Ho già raccontato tutto ai carabinieri - ha dichiarato oggi Misseri - se vorranno riascoltarmi racconterò di nuovo tutto».
LE RICERCHE - Si concentrano nel podere dove ieri è stato ritrovato il cellulare le ricerche, mai sospese, per la 15enne scomparsa il 26 agosto scorso. L’area si trova al confine dalle province di Taranto e Lecce, in agro di Porto Cesareo, lungo la strada che collega Avetrana con Nardò. Dopo oltre un mese senza che di Sara si trovasse una minima traccia, il ritrovamento da parte dello zio del cellulare - privo di batteria e di scheda sim - ha richiamato l’attenzione degli investigatori sulla zona che già era stata battuta nei primi giorni successivi alla scomparsa. Si cercano ora eventuali altre tracce della ragazza che nel giorno della scomparsa con sè portava uno zainetto con il telo da mare che non è stato mai ritrovato. Le ricerche vengono condotte anche dai sommozzatori che stanno perlustrando i pozzi e cisterne della zona.
Corriere.it 30/9/2010
Corriere.it
HO DUBBI SU MIO COGNATO
«Quello che è accaduto ieri è un fatto increscioso», ha detto Concetta Serrano Spagnolo, durante la trasmissione di ieri «Pomeriggio sul 2», riferendosi al fatto che fosse stato proprio il cognato Michele Misseri, papà di Sara, a ritrovare il telefonino della figlia Sara. «La tensione sta aumentando anche tra noi famigliari», ha poi aggiunto la signora facendo intuire un incrinamento mento nei rapporti tra parenti. La sera prima, davanti ad un’altra telecamera, quella di «Chi l’ha visto», sempre mamma Concetta aveva sostanzialmente sostenuto il contrario affermando che tra tutti i sospetti che nutre sulle persone che orbitano intorno a questa vicenda, il cognato Michele sarebbe proprio da escludere: «lui non centra niente», aveva detto.
Che abbia le idee confuse è comprensibile per una madre che teme di aver perso la propria figlia e, per lo più, circondata, da oltre un mese, dalle telecamere («sono più confusa di prima», dichiarava l’altro ieri commentando la notizia del rinvenimento del cellulare da parte del papà di Sabrina). Non si è mai scostata, invece, dai sospetti che sin dall’inizio ha avuto sulla governante rumena, Maria Ecaterina, e dagli ambienti frequentati dal marito Giacomo a San Pancrazio Salentino. In merito alla rumena anche ieri Concetta ha ribadito i sospetti «di quelle lunghe telefonate che Maria ha fatto anche poco prima che Sara uscisse da casa». Anche il paese del marito è un chiodo fisso. «E’ strano - ha ripetuto la mamma di Sara - che mia figlia sia stata rapita dopo che aveva trascorso tre giorni a San Pancrazio, da mia sorella, dove qualche male intenzionato può averla adocchiata e seguita sino ad Avetrana». A riportare Sara a casa il 25 agosto, giorno prima della scomparsa, fu la sorella di Concetta, sposata a San Pancrazio, che l’aveva ospitata in quei tre giorni. Mamma Serrano ricorda un particolare di quella sera. «Ebbi con mia sorella una discussione che si è rivelata come una tragica premonizione. La criticavo per la sua abitudine di mandare il figlio di dieci anni da solo ai giardinetti. Ma come - le dicevo - non hai paura che te lo rubino?».
Corriere.it 1/10/2010