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 2010  ottobre 06 Mercoledì calendario

IL LIBRAIO IN CRISI SI INVENTA EDITORE —

Chi ha mai detto che Francoforte è noiosa? Le nuove sfide della rivoluzione digitale sembrano aver ridato l’antico vigore alla Buchmesse, la più importante fiera letteraria del mondo giunta alla sessantaduesima edizione. Il rinascimento del libro ha un che di paradossale: mentre i più importanti agenti letterari ed editori internazionali animavano ieri sin dal mattino le sale del Frankfurter hof, dove si intavolano decine di trattative e si cercava di piazzarsi per l’asta migliore alla ricerca del bestseller spazza crisi, ieri negli spazi della fiera si annunciava l’apertura della Buchmesse con onori per il Paese ospite, l’Argentina, che qui ha inviato il suo presidente, la signora Christina Fernàndez de Kirchner, e soprattutto con grandi discorsi sulla nuova era del libro digitale. L’effetto paradossale è questo: che nelle trattative degli agenti l’ebook e il mondo digitale compaiono nelle note a margine, mentre nelle strategie dei grandi gruppi oltre che delle discussioni in fiera, che ufficialmente si apre oggi, è ai primi posti.
Molti già ieri commentavano l’annuncio su «Publisher’s weekly» di Barnes&Noble, il colosso delle librerie statunitensi reso grande dall’italoamericano Len Riggio, e ora fortemente in crisi dopo la chiusura dello store simbolo di New York, di lanciare una piattaforma digitale per la pubblicazione di libri di autori ed editori indipendenti. Si chiama PubIt, ha spiegato Theresa Horner, vicepresidente dei prodotti digitali di Barnes&Noble, «e sta già lanciando alcune migliaia di titoli». Titoli naturalmente compatibili con l’ereader Nook, alternativo ai concorrenti Kindle di Amazon e iPad di Apple. Chi dava per spacciato Len Riggio, che intanto è rientrato nel consiglio di Barnes&Noble, ha parlato troppo presto e la partita si sta giocando proprio sul terreno, ancora avveniristico per il vecchio mondo, dell’ebook. E mentre le annunciate edizioni Google partiranno entro l’anno negli Stati Uniti, in Europa dovrebbero arrivare nella prima metà del 2011, disponibili per vari devices, compreso iPad, ma non per Kindle. Intanto il colosso dei motori di ricerca si prepara allo sbarco lavorando con oltre 35 mila partner editoriali in 100 Paesi.
«C’è una differenza notevole tra il mercato americano e quello europeo. Qui le cose devono ancora succedere, ma succederanno, da noi stanno già avvenendo» ci spiega Andrew Wylie, il più famoso e forse potente agente letterario americano che di recente è stato protagonista di un braccio di ferro (lui lo definisce ironicamente «la mia follia») con la Random House in seguito al progetto di pubblicare direttamente online con la nuova società Odissey gli autori del suo portafoglio, che tra i viventi comprende Salman Rushdie e Orhan Pamuk, tra i classici Saul Bellow, Jorge Luis Borges e Italo Calvino. La sfida di Wylie è stata fermata dal vigoroso intervento del colosso editoriale, ma l’intrepido agente non ha liquidato la sua creatura digitale. «Nel catalogo di Odissey — dice sornione Wylie, in camicia bianca sotto un elegantissimo gessato — ci sono attualmente sette titoli, da Saul Bellow a Jorges Luis Borges». Insomma, ci sembra di capire, il primo round è stato vinto dall’editoria tradizionale, ma la partita non è conclusa.
L’ebook attualmente copre oltre il cinque per cento del mercato librario americano e in pochi anni dovrebbe superare il dieci. Lo stesso ma più lentamente avverrà in Europa, dove il mercato dell’ebook sta emettendo i primi vagiti: l’un per cento in Germania, lo zero virgola qualcosa in Italia. «È un processo inarrestabile — commenta Wylie — che travolgerà l’editoria commerciale, in minor misura quella letteraria di qualità. La crisi generale dell’editoria ha inoltre dimostrato che qualcosa non funzionava nella distribuzione, ora si è più attenti a non investire a lungo termine nei prodotti effimeri, cioè in titoli che non fanno catalogo». Su Barnes&Noble Wylie non vuol dare giudizi, incontrerà i vertici del gruppo la prossima settimana a New York. È il segno che qualcosa si sta muovendo.
Di editoria digitale si parlerà molto anche nel padiglione italiano: mentre Edigita, la piattaforma creata da Feltrinelli, Messaggerie italiane , Gems (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) e Rcs libri, sta accelerando i tempi per lanciare sul mercato 1400 titoli leggibili sui vari supporti (da Kindle all’iPad), sembra che Mondadori annuncerà domani con Telecom la sua piattaforma con 1200 titoli, di cui 800 del catalogo storico e 400 novità. Quanto costerà un libro leggibile sui supporti elettronici? È vero che metterà in crisi il fratello maggiore inventato da Gutenberg e con esso gli editori tradizionali? «Secondo me — ipotizza Luigi Spagnol — dovrebbe costare il quindici per cento in meno, perché non ci saranno i costi della carta ma non è vero che gli editori e gli autori saranno spazzati dalle nuove tecnologie. Anche perché prevedo tempi lunghi». Per Vicki Satlow, agente letteraria americana che lavora a Milano e rappresenta tra gli altri Susanna Tamaro, è difficile azzardare previsioni, anche se «si può ipotizzare un mercato parallelo come quello rappresentato una volta dai club del libro. Non è detto che il mercato cartaceo si contrarrà, può anzi darsi che l’ebook porterà nuovi lettori».
Dino Messina