6 ottobre 2010
GAY PER GIORGIO
Tiziano Ferro, nel libro autobiografico ’Trent’anni e una chiacchierata con papà’ (in libreria dal 20 ottobre) svela di essere gay. Intervistato da Enrica Brocardo su Vanity Fair, racconta: «Un paio di anni fa ho iniziato un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose, a partire dal mio rapporto con l’omosessualità. Così, al termine dello scorso anno, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere quella parte di me, smettere di considerarla un mostro, qualcosa di negativo, addirittura invalidante». I primi dubbi, spiega, risalgono alla sua adolescenza, quando aveva una fidanzata. Proprio a lei li confidò: «Le dissi che pensavo di essere attratto anche dai ragazzi. Mi rise teneramente in faccia, mi disse che non poteva essere vero». Poi arrivò il successo e Tiziano, incapace di «chiarirmi con me stesso» sui suoi sentimenti, scelse di non viverli. «Non posso puntare il dito contro nessuno, solo contro me stesso». «Tuttora non so spiegarmi perché considerassi l’omosessualità una specie di "malattia"... Non ho la presunzione di salvare nessuno, ma se il mio libro potesse aiutare qualcuno a evitare di perdere tutti gli anni che ho buttato via io, sarei felice». Le voci ricorrenti sulla sua omosessualità, spiega, «mi facevano una tale rabbia. Non perché non volessi passare per gay, ma perché la verità è che un fidanzato avrei voluto avercelo. E, invece, non avevo nessuno». Perché? «Perché avrei dovuto vivere una doppia vita e io non ne sono capace. Mi dà fastidio quando si parla di accettazione dell’omosessualità. Io, semmai, sogno la condivisione. Una famiglia che accetti le mie scelte non mi basta, voglio che le viva insieme a me. E lo stesso vale per i miei amici». Ora che quella condivisione è diventata realtà, è pronto a vivere pienamente. «Cerco l’amore, la parte della vita che mi è mancata finora... Per il momento sono solo, ma spero presto di non esserlo più».
Un paio di anni fa Ferro ha svelato d’essere gay a suo padre, che gli ha risposto così: «E’ giusto che tu possa essere te stesso e se qualcuno ha qualcosa da ridire mandalo affanculo».
Di recente ha fatto scalpore anche la dichiarazione dell’agente dei vip Lele Mora che, ai pm che il 13 ottobre 2009 lo interrogavano nell’ambito dell’inchiesta sul crac della Corona’s, ha dichiarato: «Ebbi una relazione con Fabrizio Corona, spesi per lui circa 2 milioni di euro nel periodo 2004-2006» (il verbale è stato reso pubblico solo nei giorni scorsi). Corona, intervistato da Striscia la notizia che gli ha consegnato il Tapiro, inviperito ha negato tutto. Lele Mora, ospite di Domenica 5, ha poi ridimensionato la faccenda dicendo: “Quello che ho provato per Corona è stato un amore da padre a figlio, un amore platonico”
Soltanto pochi mesi fa l’attore inglese Rupert Everett ha messo in guardia le future generazioni di attori omosex: "Rivelare al mondo di essere gay ha distrutto la mia carriera, mentite e tenete segreta la vostra sessualità altrimenti rischiate di fare la mia stessa fine".
Elton John non ha mai nascosto le proprie preferenze sessuali e nel 2005 ha sposato il suo compagno David Furnish.
Leo Gullotta fu tra i primi a rivelarsi. Tra le donne: Portia De Rossi, Cynthia Nixon, Lindsay Lohan, Joan Baez e Tracy Chapman.
«Non mi piace definirmi bisessuale. Mi sembra di escludere un sacco di gente, hai capito? Magari i trans… Non mi sento bisessuale, mi sento polisessuale» (Gianna Nannini a Claudio Sabelli Fioretti, Corriere della Sera Magazine 7/9/2006).
Si sono dichiarati gay lo stilista Stefano Guerriero, Dolce e Gabbana, Giorgio Armani e la coppia Pierfrancesco Gigliotti e Maurizio Modica.
Martina Navratilova, nel 1981, fece sapere di essere omosessuale.
Uno dei mondi più omofobici è quello del calcio, dove resiste il mito del giocatore macho. Tra i pochi a fare outing il giocatore di football americano Esera Tuaolo, ma solo a carriera archiviata.
Justin Fashanu, attaccante anglo- nigeriano del Norwich, nel 1990 azzardò il coming out: un fratello e la comunità nera lo rinnegarono, i tifosi lo massacrarono. Fashanu si impiccò nel ’98, a 37 anni, dentro un garage.
Qualche giorno fa, al Chiambretti Night, il giornalista sportivo Paolo Colombo ha detto che di omosessuali, nel calcio, ce ne sono eccome. "Nella Juve c’è un gay che milita tra il centrocampo e l’attacco. Un altro ha lasciato il Milan e ora gioca altrove. Io stesso ho avuto una relazione con un calciatore straniero arrivato in Italia a fine anni ’90. Poi si è sposato!". “Non parlare dell’omosessualità nel calcio è un’autodifesa di quel mondo. Nel calcio però di gay ce ne sono, me ne accorgo quando li intervisto. Anche nelle squadre al top della classifica. Ci sono giocatori controllati, giocatori per cui le società hanno ritirato le foto perché questi erano in compagnia di uomini anche nudi sulle barche. C’è una sorta di pudore da parte delle società per proteggere il giocatore, anche se poi l’anno dopo, lo stesso giocatore, viene immediatamente ceduto".
Nell’ottobre 2007 il deputato Franco Grillini, presidente onorario di Arcigay, disse alla Gazzetta dello Sport che in serie A i calciatori gay erano una ventina. "Alcuni hanno fidanzate o mogli di facciata. La classica ragazza di copertura, messa lì per confondere, per nascondere".
Arbitri gay?
"Ne frequento uno, considerato molto bravo. È sposato, ha figli e fa una vita d’inferno, poveretto. Mi racconta che ai raduni della categoria è costretto a millantare inesistenti conquiste femminili perché lì è d’obbligo darsi arie da grandi conquistatori di donne. Il mio amico è disperato. Recita e mente, è al limite della sopportazione".
Perché non fa "coming out?
"Allo stadio lo distruggerebbero. E lo stesso i giocatori: restano coperti, vivono l’omosessualità nell’ombra, perché hanno paura degli ultrà.
I calciatori di oggi sono i gladiatori del circo romano nell’antichità e sono prigionieri di una cultura maschilista. Anzi: più è forte il sospetto che alcuni di loro siano omosessuali, più costoro devono mostrarsi donnaioli".
«Onestamente credo che tra i calciatori di gay non ce ne siano. In 40 anni di attività non li ho mai incontrati, ma non li escluderei per questo dalla Nazionale» (Marcello Lippi nel 2009)
Nel dicembre 2008 un calciatore di Lega Pro (l’ex serie C) che rimase anonimo, intervistato da Paolo Colombo su Victory, il magazine sportivo de La 7, rivelò: «Vendo le mie prestazioni a giocatori di squadre importanti. Ho circa 30 clienti calciatori, una dozzina di serie A, ce ne sono alcuni, non tanti, che sono della Nazionale, e anche sposati. In tre occasioni mi hanno chiesto di far l’amore in gruppo. Con più giocatori della stessa squadra, ma anche con amici di formazioni diverse. E´ solo una questione sessuale, niente parole. Tengono molto alla privacy e hanno molta paura di essere scoperti e di scoprirsi». «Lo sanno che gioco anch’io ma non vengo richiesto per questo. Mi chiamano per una questione di delicatezza, preferiscono una cosa soft. Sono più attivi che passivi. Molti di loro sono bisex, hanno bisogno di una facciata rispettabile, magari sono anche sposati. In Italia nessun calciatore del campionato ammetterà mai di essere gay, almeno non ora. Ci sono troppi condizionamenti sociali, e forse è giusto così». «Gli incontri sono quasi sempre in hotel o a casa di amici - prosegue -. Negli hotel la scusa è sempre quella, un documento da ritirare, un autografo da far firmare, e così si riesce a non farsi registrare. Il prezzo dipende dal contesto e dal tempo. Chiedo da 500 a 2000 euro. Se si tratta di restare tutta la notte, capita di rado, la tariffa sale. Mai avuta una discussione sui soldi, lo capiscono da soli. Come arrivano da me? Tramite il passaparola, frequento imprenditori e professionisti».
Dopo le rivelazioni di Paolo Colombo al Chiambretti Night, Alessandro Cecchi Paone ha fatto sapere di aver avuto "due storie molto belle con calciatori, che però purtroppo sono naufragate perché erano obbligati a tenere in segreto questo amore per paura dello spogliatoio, dei tifosi e dei colleghi". Il giornalista, ai microfoni di Mattino 5 ha aggiunti: "Uno dei due giocatori gioca in serie A e uno in serie C1: uno ha una finta moglie e l`altro una finta fidanzata".
Alessandro Cecchi Paone confessò di essere «omoaffettivo» nel maggio 2004 : «Sono rimasto fermo sull’eterosessualità per un po’, poi, forse dai 35 anni, sono andato su e giù nello spazio che sta tra eterosessualità e bisessualità. Ho avuto grandissimi amori con donne che mi hanno migliorato la vita. Uno è stato con la mia ex moglie Cristina. Il mio ultimo libro Solo per amore, su famiglia, sessualità e procreazione, è dedicato a lei perché ci siamo amati, siamo stati complici, siamo stati alleati. Se dovessi trovare un altro rapporto che mi dà questa intensità, non avrei problemi a presentarmi a cena o alla prima della Scala con un uomo» (a Candida Morvillo su Vanity Fair ).
Alessandro Cecchi Paone ha raccolto in un libro "A viso aperto" le centinaia di e-mail che riceve da parte di ragazzi omosessuali in difficoltà nel dichiarare il proprio orientamento sessuale.
Il giorno che Alfonso Signorini disse ai suoi genitori d’essere omosessuale: «A casa l’hanno presa bene, nonostante fossero anziani. Ho fatto outing davanti alla gallina bollita con mostarda, una domenica a pranzo, pressato da mia sorella che sapeva tutto da anni. A un tratto, alla presenza di mia zia zitella, i miei genitori, mia sorella, mia cognato, mia nipote, ho tirato il fiato e ho detto: ”Sono gay, amo un uomo e sono andato a vivere da lui”. Cinque secondi di silenzio, i più lunghi della mia vita interrotti da mio padre che fa: ”Mi l’avevi semper dì”».