Varie, 5 ottobre 2010
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Chaudhry IftikharMuhammad
• Quetta (Pakistan) 12 dicembre 1948. Giudice della Corte suprema • «[...] giudice anticorruzione [...] icona della lotta per la democrazia [...] Rimosso il 9 marzo del 2007 dall´allora presidente Pervez Musharraf [...] aveva messo in moto un vasto movimento di contestazione, che avrebbe portato nel 2008 alla caduta del regime [...] è stato reintegrato a capo della Corte. [...]» (“la Repubblica” 23/3/2009) • «[...] Nato nel 1949 a Quetta, una delle città di frontiera con l’Afghanistan, centro delle tensioni che dalle “zone tribali” si allungano al Balucistan, ha percorso le tappe principali della carriera giuridica nel sistema pubblico per approdare nel Duemila alla Corte Suprema. Sino alla sua nomina di presidente della Corte era sembrato funzionale a Musharraf, convalidandone la conferma per il secondo mandato presidenziale e lasciando credere di condividere con lui quella visione di Stato laico modellato sulle riforme di Kemal Ataturk in Turchia che hanno caratterizzato le frizioni con il fondamentalismo musulmano nel Pakistan contemporaneo. Poi però il suo atteggiamento è via via mutato. Ha cominciato ad ascoltare i gruppi di pressione per la difesa dei diritti umani, ha dato forza all’ordine degli avvocati, si è fatto paladino delle nuove pulsioni democratiche, alimentate tra l’altro dalla nascita di una trentina di radio e televisioni private, oltreché dallo sviluppo dei giornali di opposizione. La sua campagna in difesa delle centinaia di “desaparecidos” - attivisti politici, sindacalisti, mullah, giornalisti - sembra rapiti e alcuni di loro assassinati per mano dei servizi segreti locali (c’è chi accusa anche gli americani in lotta contro Al Qaeda) non è piaciuta a Musharraf. E men che meno il presidente ha apprezzato l’impegno di Chaudhry contro la sua rielezione per il terzo mandato, in barba alla costituzione. Da qui la scelta di licenziarlo [...] Ma la reazione delle piazze ha colto Musharraf totalmente alla sprovvista. Giudici, magistrati, giornalisti e avvocati hanno inscenato manifestazioni a Islamabad, Lahore, Peshawar, Rawalpindi. A Karachi ci furono 40 morti negli scontri con esercito e polizia che cercavano di imporre il coprifuoco [...] per recarsi in auto da Islamabad a Lahore per partecipare ad un’assemblea impiegò 25 ore perché rallentato dal bagno di folla. Un viaggio che in condizioni normali non necessita più di 5 ore. Tali e tante furono le proteste che [...] Musharraf fu costretto a riammetterlo al suo posto tra il plauso del Paese. Una mossa sostenuta anche dai massimi ranghi militari. [...]» (L. Cr., “Corriere della Sera” 4/11/2007).