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 2010  ottobre 05 Martedì calendario

CastroEspin Mariela

• L’Avana (Cuba) 27 luglio 1962. Sessuologa. Figlia del presidente Raul Castro, direttrice del Centro nazionale di educazione sessuale • «[...] molto amata da omosessuali e transessuali, essendo stata lei a “sdoganare” in patria comportamenti sessuali pesantemente censurati dal padre Raul e dal líder maximo. Fino agli anni Ottanta i gay non hanno avuto vita facile, e tuttora negli ambienti militari sono considerate illegali le relazioni tra persone dello stesso sesso. Forse la chiave per capire “Mariela la ribelle” - ma anche la “preferita” di Raul, che certo non l’ha ostacolata nell’ascesa ai vertici di importanti istituti di regime - è in quel secondo cognome Espín, che rimanda alla madre Wilma, femminista storica e per anni alla guida della federazione delle donne cubane. Oltre a difendere i diritti degli omosessuali, Mariela s’è fatta promotrice d’una legge che autorizza le operazioni di cambio di sesso (e dell’identità anagrafica nelle carte ufficiali). [...]» (Simonetta Fiori, “la Repubblica” 21/3/2008) • « Essere la figlia di Raúl e dire tranquillamente: “Il ‘permesso di uscita’ da Cuba andrebbe abolito; gli hotel non dovrebbero essere riservati solo ai turisti; bisognerebbe garantire libero accesso a tutti gli strumenti elettronici... [...] Contrasti con mio padre? Ne ho avuti sin da bambina — ride — su tutto: da come si apparecchia la tavola alle vicende politiche” [...] secondogenita [...] da bambina leggeva Heidi, racconta, “mia madre poi mi diede un libro su Leonardo Da Vinci che mi piacque moltissimo”. La biografia di Garibaldi di papà, invece, rimase sullo scaffale, con lui piuttosto guardava i film di Charlie Chaplin. [...] Il secondo marito fotografo palermitano [...] nel nostro Paese è di casa: [...] “Alla Facoltà di Pedagogia mi occupavo di età prescolare. Mia madre Vilma (pioniera a Cuba nel campo dei diritti delle donne, morta nel 2007, ndr) aveva avviato da tempo un lavoro sull’educazione sessuale, progressivamente me ne sono interessata anche io”. Con il Cenesex ha raggiunto obiettivi che anche associazioni italiane reclamano, come le cure ormonali garantite dal servizio sanitario pubblico. [...] “Io direi che a Cuba c’è un’omofobia light, non aggressiva, non si hanno casi di persone uccise o picchiate perché gay, come succede in Europa o negli Usa. C’è stato un periodo più difficile negli anni ’60-‘70, è vero, quando però c’era un rifiuto dell’omosessualità in tutto il mondo. Poi a partire dal lavoro sui diritti delle donne si è arrivati a riconoscere anche il diverso orientamento sessuale [...] Molti anni fa, a un Congresso delle donne cubane mio padre disse pubblicamente che mia madre lo aveva aiutato molto a cambiare mentalità. E che anche io lo avevo aiutato... Mi dice sempre di procedere come faceva mamma: con attenzione, rispetto, delicatezza. Senza strappi. Così ho fatto” [...]» (Alessandra Coppola, “Corriere della Sera” 27/3/2008).