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 2010  ottobre 05 Martedì calendario

PARTORISCE E UCCIDE IL FIGLIO DURANTE LA CENA —

Non fosse stato per i rimorsi di una badante polacca, il terribile segreto custodito per tre mesi da questa famiglia bene di Trento sarebbe rimasto tra le mura della villa cinquecentesca di Cognola, sulle colline della città. Ma c’era da difendere il buon nome dei Bolzoni Giovannoni e, soprattutto, evitare che Francesca, 41 anni, da 20 maestra d’asilo, pagasse per aver ucciso il figlioletto appena partorito nel bagno di casa. Così, quella sera del 26 giugno in cui accadde il fatto, alla cena che serviva a festeggiare il ritorno da Santo Domingo del padre della donna fu stretto un patto: nessuno avrebbe dovuto parlare, il piccolo tanto era morto e il feto sarebbe sparito.
Seduti attorno al tavolo nella casa del nonno, Gualtiero, 89 anni (vedovo della contessa Ines Ferlizzi, artista di fama, i cui quadri sono anche al Mart di Rovereto), oltre a Francesca, c’ erano il suo convivente, Cristiano Fusaro, il padre, Enzo (libero professionista che amministra i beni della moglie, dentista di Santo Domingo), e un medico e amico di famiglia Mauro Vincenzo. Nessuno sapeva della gravidanza della donna. Così almeno risulta agli inquirenti, e il gip Francesco Forlenza scrive in merito nella sua ordinanza: «Tutti dicono di ignorare che fosse incinta perché lei è obesa, comunque robusta e dal ventre prominente». Quello che è successo lo ha svelato soltanto la cameriera e badante del nonno, Wilinska Wieslawla, che quella sera c’era e si muoveva tra la cucina e la sala da pranzo. Dopo mesi di tormento, nei giorni scorsi è andata dai carabinieri e ha raccontato tutto.
Secondo la sua ricostruzione, confermata dalle indagini coordinate dal maggiore Paolo Puntel, durante la cena Francesca si era alzata per andare in bagno. La sua assenza era durata 20-25 minuti, poi era tornata a tavola come se niente fosse. Nel frattempo aveva dato alla luce un bambino «vivo e vitale», lo aveva avvolto negli asciugamani e poi nascosto in un sottoscala. Il tutto senza che nessuno si accorgesse di quanto stava accadendo.
Era stata Wilinska - da 17 anni a servizio della famiglia - a udire, passando vicino al sottoscala, dei vagiti simili a un miagolio e lo aveva riferito agli invitati. Subito Francesca si era alzata ed era andata a raccogliere il fagotto, dicendo che si trattava di un gatto ferito trovato davanti al cancello. Nel frattempo Cristiano l’aveva seguita, ma lei era riuscita ad evitare che altri guardassero: «Meglio che muoia questa povera creatura... Perché non mi lasciate in pace a seppellirla?». Mentre parlava, non vista, aveva stretto il collo del piccolo con la mano destra fino a quando quegli «strani miagolii» erano cessati. Poi Francesca era scesa in giardino a cercare un posto dove seppellire il fagotto. Un istante dopo era stata raggiunta dal padre che si era trovato davanti la scena agghiacciante di sua figlia con tra le braccia il neonato morto (ma lui ora sostiene che era effettivamente un gatto).
Tutti allora erano corsi fuori, anche Wilinska, che quando ha visto quello che era accaduto è stata colta da malore, e il medico Mauro Vincenzo, che ha accertato il decesso del neonato in seguito seppellito non si sa dove, forse gettato in una discarica o nell’Adige.
Francesca è stata arrestata ieri, dopo che i carabinieri hanno avuto la conferma del racconto della badante. Il convivente della donna, che come gli altri in questi mesi ha taciuto, ha detto che non sapeva che Francesca fosse incinta (circostanza confermata da un referto, l’11 giugno, quando la donna, in ospedale per una caduta, si era rifiutata di fare una lastra perché in gravidanza). Lei, al momento dell’ arresto, non ha voluto dire nulla, ammettendo vagamente di essere stata incinta. Sotto choc la scuola dove insegnava.
Luigi Corvi