Marco Belpoliti, La Stampa 5/10/2010, 5 ottobre 2010
LA BAGUETTE AL SILICONE
Quanti contenitori ci sono in casa? In un geniale articolo, pubblicato oltre vent’anni fa, Primo Levi aveva calcolato che anche nella più umile delle cucine erano presenti almeno un centinaio di recipienti, e di non meno di venti forme diverse. Aveva anche stilato una lista di «contenitori» prodotti dall’uomo: dalle botti alle scodelle, dalle scatole alle lattine della conserva, dalle giare alle bombole.
Nell’elenco tuttavia non c’erano ancora i Lékué, i contenitori in silicone prodotti in anni recenti da una ditta spagnola: gomme siliconate; ovvero, masse polimeriche cui è stato aggiunto un opportuno catalizzatore, in modo che possono essere modellate ad alte temperature, per ottenere la forma che si desidera. Nel catalogo della Lékué ci sono forme per fare torte, budini, per tartine o biscotti, per congelare l’acqua e ricavarne cubetti a forma di freccia, cuore, stella, cane, gatto, mela, anatra; e ancora: coperchi per pentole da riporre in frigo, per sigillare teglie da forno, ecc. Non solo il silicone non si scioglie con il caldo, ma protegge e custodisce i cibi nel freddo. L’ultima proposta di Lékué nel campo degli involucri e dei contenitori avrebbe di sicuro catturato l’interesse dell’ex deportato: Baguette buddy, una sorta di custodia in silicone proposta in due versioni: 17x6 cm e 7x2 cm, colori dal verde al giallo, in cui riporre il panino appena confezionato sul tavolo di casa. Ci si può scrivere sopra: Bruno o Maria; oppure: prosciutto o mortadella. Si ripone nello zainetto per gite, viaggi, scampagnate, o per la pausa-pranzo in uffici o scuole.
Levi faceva precedere l’elenco dei contenitori da una considerazione: la peculiarità dell’uomo, rispetto agli altri animali, è di fabbricare recipienti; perché sa pensare al domani e sa prevedere il comportamento della materia: come il contenente e il contenuto reagiranno tra di loro nel momento del loro contatto, e nel corso del tempo. Levi non si sarebbe stupito della Baguette buddy, anzi, l’avrebbe apprezzata. A differenza dei sacchetti di plastica o delle pellicole trasparenti, il contenitore del panino non si butta via, si lava ed è pronto per il prossimo uso. Il chimico torinese ci avrebbe spiegato anche perché e come Frederick Kipping nel 1907 sintetizzò il papà (o la mamma) di Lékué: Silicone.