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 2010  ottobre 05 Martedì calendario

QUANDO LA GAZZETTA UFFICIALE SEMBRA UNA LAVANDAIA PETTEGOLA

Qualche giorno fa la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato cinque decreti del presidente della Repubblica: conferma di Antonio Marzano a presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro; nomina di quattro e otto esperti dello stesso Cnel; nomina di novantasette e dieci rappresentanti di categorie e associazioni, sempre nel Cnel. Per ciascun decreto: poche righe, nessun allegato. Immaginiamo che cosa sarebbe successo se, con i decreti, fossero stati pubblicati pure i curricoli dei centoventi consiglieri del Cnel. Decine e decine di pagine della Gazzetta sarebbero state sprecate. Ebbene, quel che non si fa per il Cnel, organo costituzionale, il ministero del Lavoro e delle politiche sociali lo fa per le «consigliere di parità effettive e supplenti» delle province. Prendiamo, come esempio, il supplemento ordinario n. 208 alla Gazzetta Ufficiale n. 200 di quest’anno. Si tratta della bellezza di un’ottantina di pagine interamente ricolme dei decreti ministeriali per nominare sei, diconsi sei, consigliere di parità, ciascuna con relativa supplente. Ogni decreto è abbastanza contenuto nei vari «visto, considerato, ritenuto» iniziali (sette capoversi in tutto), riporta un breve dispositivo di nomina e presenta, invece, pagine su pagine per inverosimili curricoli delle signore nominate consigliere. Non sfugge un solo convegno in cui l’avvocata tale o la dottoressa talaltra abbiano preso parte, una sola docenza di un paio d’ore, un solo incarico ricoperto in un circolo privato, una sola attività ludica. Si può spaziare da «sta frequentando la scuola di ballo Isola cubana di Crespiano – corso base balli caraibici» a «da dilettante scrive poesie e brevi romanzi», dall’inserimento nel libro «Le protagoniste» alla «partecipazione mercatino Croce rossa». C’è perfino chi comunica che «un tempo amava dipingere». Non allegando, però, titoli di propri quadri, la consigliera ha consentito di risparmiare un po’ di righe nella stampa della Gazzetta. I ministri Roberto Calderoli e Renato Brunetta, benemeriti per l’impegno profuso per semplificare la burocrazia, potrebbero avvertire il collega Maurizio Sacconi perché elimini dalla Gazzetta l’ostensione del curriculum vitae, così della consigliera effettiva di parità come della consigliera supplente. Anzi, i decreti potrebbero essere pubblicati semplicemente per estratto, con omissione delle premesse. Discorso simile riguarda i riconoscimenti di titoli esteri ai fini dell’esercizio in Italia di una professione. Anche in questo caso le lunghissime premesse servono solo a intasare pagine su pagine del giornale ufficiale della Repubblica, senza alcuna concreta motivazione. O forse no, perché la lettura di queste minuziose premesse consente di scoprire fenomeni burocratici invero esilaranti. Un solo esempio. Sulla G.U n. 141 si legge, fra l’altro, il decreto del ministero dello Sviluppo economico 27 maggio 2010, che riconosce al cittadino italiano G. A. «l’attestato di qualifica professionale nell’esercizio della qualifica di parrucchiere, NVQ livello 3, rilasciato dall’Hairdressing and Beauty Industry Authority – HABIA (Gran Bretagna), conseguito presso il Centro Hair Do Top di Cuomo Nicola e C. S.n.c. in Napoli, affiliato ad A.E.S. Srl di Reggio Emilia». Ai fini del riconoscimento del «titolo di studio estero» è stato prima acquisito un «parere emesso dalla Conferenza di servizi» e poi «sentito il conforme parere della Confartigianato e della CNA-Benessere». Ecco: la benemerita semplificazione della Gazzetta rischia di cedere di fronte alla tentazione di conoscere meandri burocratici che la lettura di simili provvedimenti, viceversa, concede.