Massimo Arcidiacono, La Gazzetta dello Sport 28/9/2010, 28 settembre 2010
DISGRAZIE
«Non è che io disprezzi lo sport, anzi. Il fatto è che lo praticai in gioventù, al tempo del fascismo. Era obbligatorio e questo non lo accettai: fui l’unico studente italiano, penso, rimandato a ottobre in educazione fisica nel ’42. Poi mi capitò una, non so se definirla disgrazia o altro. E cioè: mio padre divenne presidente dell’Empedoclina, una squadretta da quattro soldi. Io ero figlio unico. Ricordo queste angoscianti domeniche sera, nelle quali mio padre non tornava a casa dopo la partita. Erano partite che finivano sempre a botte, si svolgevano tra paesi vicini. Non sapevamo, con mamma, se papà era stato arrestato, fosse all’ospedale...» (Andrea Camilleri a Massimo Arcidiacono, La Gazzetta dello Sport 28/9).