Mario Cervi, il Giornale 2/10/2010, pagina 27, 2 ottobre 2010
La prima guerra mondiale finisce domani - Sta per essere definitivamente archiviato il contenzioso della prima guerra mondiale (1914-1918)
La prima guerra mondiale finisce domani - Sta per essere definitivamente archiviato il contenzioso della prima guerra mondiale (1914-1918). La Germania doveva ancora pagare- e lo farà appunto domani- ai Paesi vincitori 70 milioni di euro come ultima tranche delle riparazioni che le furono imposte dal trattato di Versailles del 1919. Contemporaneamente sarà festeggiato a Berlino il ventesimo anniversario della riunificazione. Quando le due Germanie si ricongiunsero le conseguenze della sconfitta nella seconda guerra mondiale non erano ancora state del tutto composte: lo furono nel 1994. Resta comunque il fatto che le immani sofferenze causate dalleaggressioni hitleriane e gli immani sacrifici cui, per punizione, fu assoggettato il popolo tedesco, sono stati passati agli atti prima che il debito della prima sconfitta venisse estinto. La tranche che la signora Angela Merkel si appresta a onorare è, per una economia florida e per un Paese che è la locomotiva d’Europa, puramente simbolica. Testimonia tuttavia d’un atteggiamento dei vincitori del 1918 che fu senza dubbio duro e, alla luce delle conseguenze che ebbe, imprudente e imprevidente. Alla Germania si chiese di riconoscersi massima responsabile della prima guerra mondiale responsabilità meno evidente di quella nazista nella seconda- e di versare ai vincitori (Francia, Inghilterra, Italia e Belgio) 132 miliardi di marchi oro.L’economia tedesca fu messa in ginocchio, la Repubblica di Weimar che aveva preso - male - le redini del Paese si trovò alle prese con un’iperinflazione devastante, e di conseguenza con un montante malcontento popolare. Un dollaro valeva, nel novembre del 1923, quattro miliardi e 200 milioni di marchi. Sul risentimento per una vessazione che, dichiarando di voler colpire la strategia guerrafondaia di Guglielmo II, affamava invece la gente comune, si fondarono la propaganda e il successo delle croci uncinate. (In un analogo processo storico anche il fascismo fece leva sulla «vittoria mutilata», sostenendo che Versailles avesse penalizzato l’Italia, che pure era tra i vincitori) Una volta preso il potere, Hitler sospese i pagamenti del debito, primo atto d’una escalation che l’avrebbe portato alla remilitarizzazione della Renania, alle annessioni di Austria e Cecoslovacchia, all’aggressione della Polonia, allo scontro fatale prima con le democrazieoccidentali, poi con l’Urss di Stalin e con gli Stati Uniti. Nel 1945, debellato il nazismo, riaffiorò il problema delle vecchie riparazioni. La Repubblica federale di Bonn riuscì per fortuna, nel 1953, a far capire agli angloamericani - nel frattempo il ruolo di pericolo pubblico numero uno era passato dal nazismo ormai scomparso al comunismo staliniano quanto sarebbe stato folle ridurre nuovamente alla disperazione i tedeschi. L’importo da versare fu ridotto a 30 miliardi di marchi. Restavano peraltro in sospeso - cito da un articolo di Alessandro Alviani sulla Stampadue obbligazioni siglate tra il 1945 e il 1953, da onorare, si specificava, dopo la riunificazione tedesca. Prospettiva che pareva allora remota e quasi irrealizzabile e che invece si è poi avverata. Cosicché le cambiali delle quote insolute sono state riproposte, e la signora Merkel finalmente pagherà saldando i conti con la guerra guglielmina. I conti con la guerra hitleriana, lo si è accennato, sono stati invece chiusi da tempo (ma c’è voluto mezzo secolo per regolarli). In effetti nel 1945 lo status della Germania nazista era ben diverso da quello della Germania del 1918. Alla seconda era stata riconosciuta, pur nella sconfitta, la dignità di Stato sovrano, autorizzato ad amministrarsi e ad avere una autonoma politica internazionale. Vi fu pertanto un formale trattato di pace. La Germania nazista ho già avuto occasione di spiegarlo recentemente nella risposta a un lettorecome entità statale non esisteva più. I vincitori la consideravano uno Stato criminale i cui dirigenti dovessero essere mandati- e lo furono- alla forca, e il cui territorio venisse spartito un zone e gestito da americani, inglesi, francesi e russi. Niente trattato di pace, dal momento che uno Stato tedesco non esisteva, o che, con il trascorrere degli anni, ce ne furono due perché l’Urss volle erigere a Stato il territorio tedesco occupato (e le democrazie avallarono, obtorto collo , questa mostruosità). Dopo la caduta del muro di Berlino e l’implosione dell’universo comunista, si arrivò non a un trattato di pace vero e proprio, ma a una composizione dei problemi riguardanti la Germania (o le Germanie). Quel documento fu chiamato Final Settlement e firmato a Mosca il 12 settembre 1990, qualche settimana prima della proclamazione ufficiale della riunificazione tedesca. Vi si stabiliva che la Germania recuperasse piena sovranità entro il 15 marzo 1991, e che le ultime truppe sovietiche se ne andassero entro il 1994. Due guerre mondiali e due terribili sconfitte tedesche per arrivare all’Europa d’oggi dove, nonostante tutto e tutti, la Germania è la prima della classe.