Andrea Piva, ItaliaOggi 2/10/2010, 2 ottobre 2010
QUANTO CORRE IL MAIS
Non si arresta il prezzo del mais. Nell’ultima settimana di settembre il mais ibrido nazionale ha raggiunto quota 207 /tonn. portando la differenza rispetto agli stessi valori dell’anno precedente ad un incremento su base annua del 70%. Negli anni scorsi, nello stesso periodo, i valori erano inferiori: 128 /tonn nel 2009, 148 nel 2008, fatto salvo il 2007 con 232 /tonn (tabella 1), 151 /tonn nel 2006.
La produzione di mais nel mondo nel periodo 2006-2010 (tabella 2) è stata in costante ascesa, di pari passo - con l’eccezione del 2008 - sono andati i consumi - sempre con l’eccezione del 2008 - e anche gli stock. I valori più alti riscontrati sul mercato (2007, anno nel quale le quotazioni di mais avevano raggiunto livelli record) hanno coinciso con consumi più elevati rispetto alla produzione e il più basso rapporto ( altro indice considerato strategico ) tra stock e consumi. La situazione è andata normalizzandosi negli anni successivi tanto che gli stock più alti (2008 e 2009 ) hanno coinciso con i prezzi più bassi. Nel 2008 il disavanzo tra produzione e consumi è stato pari a circa 80 milioni di tonnellate.
L’anno in corso è stato colpito dalle avversità climatiche che hanno determinato un calo della produzione (- 3% nell’Ue 27) , - 4% in Argentina e - 8% in Brasile ma, compensate dalla maggior produzione cinese (+7% -secondo paese produttore al mondo con una quantità pari al triplo della produzione brasiliana / europea che sono pari rispettivamente a 51 milioni di tonnellate e 54 milioni di tonnellate). Per quanto concerne il futuro, secondo alcuni analisti finanziari il mais potrebbe addirittura sovraperfomare, ma difficilmente potrà raggiungere le quotazioni del 2007 (al cbot di Chicago il future per dicembre 2010 è quotato 505 cent/bushel pari a 198 dollari equivalenti al cambio attuale a 146,6 euro/tonn). L’instabilità dei prezzi comunque sarà la base dei mercati nei prossimi anni. Rimane come incognita per il futuro l’entrata a regime delle politiche agroenergetiche in particolare quella americana che prevede entro il 2017 la destinazione di 133 milioni di tonnellate per la produzione di bioetanolo pari a circa il 40% della produzione maidicola americana, dato di tutto rispetto se consideriamo che oggi gli Usa esportano una quantità di mais che è il 16% della propria produzione ed è pari a tutta la produzione europea dei 27 paesi