Alberto Grimelli, ItaliaOggi 2/10/2010, 2 ottobre 2010
OLIO MADE IN ITALY, CI PENSA IL SUD
L’Europa oliandola non ringhia più. A poche settimane dall’apertura dei frantoi e a fonte di una stagione positiva sul fronte climatico la produzione nell’Ue dovrebbe attestarsi sugli stessi livelli dell’anno passato, secondo l’indagine di Teatro Naturale, settimanale telematico specializzato in agricoltura, e ItaliaOggi.
La Spagna dovrebbe infatti confermare le 1,4 milioni di tonnellate d’olio della precedente campagna, con la sorpresa della zona di Toledo che, scampate le gelate primaverili, manifesta un ottimo carico produttivo. Lieve l’incremento per la Grecia (+5%) a 330 mila tonnellate, che ormai ha raggiunto l’Italia che dovrebbe avere una produzione di 350 mila tonnellate. È soprattutto Creta, che l’anno passato aveva sofferto un vistoso calo produttivo, a sostenere la produzione greca. Quarta forza produttrice nel vecchio continente è il Portogallo che dovrebbe produrre 60-80 mila tonnellate, a seguire la Francia con 6 mila tonnellate. Ma è fuori dai confini dell’Unione europea che si registrano le performance più dinamiche e sorprendenti. Ottime le previsioni per Siria (150 mila tonnellate) e Turchia (160 mila tonnellate), rispettivamente +20 e +9% rispetto all’anno passato. Sebbene questi Paesi mostrino sensibili incrementi produttivi, la quantità di olio esportata verso l’Italia è modesta, preferendo commercializzare direttamente con marchi propri in nazioni consumatrici, come gli Stati Uniti. In Medio oriente, campagna da festeggiare in Israele (9 mila tonnellate) e Iran (8 mila tonnellate), con produzioni tra il doppio e il triplo dell’anno precedente. Altalenante invece la situazione in nord Africa dove in Tunisia si prevede un calo del 20%, per una produzione di 120 mila tonnellate, stabile il Marocco a 80 mila tonnellate mentre l’Algeria dovrebbe raggiungere le 60 mila tonnellate (+20%). Una situazione in chiaroscuro anche per l’Italia, se scendiamo nel dettaglio regionale: bene il sud, male il Centro-nord. I progressi più significativi dovrebbero registrarsi in Calabria e in Sicilia, mentre in Puglia, Gargano e Salento hanno ottime produzioni, che invece sarebbero meno abbondanti nel barese e nella zona di Andria. Se il Nord Italia soffre del fenomeno dell’alternanza, con un significativo calo delle produzioni, nel Centro la situazione è più complessa. Le ottime prospettive in fioritura sono infatti state parzialmente deluse per le diffuse piogge e grandinate dell’estate che hanno compromesso la campagna in alcune aree, in particolare in Emilia Romagna, Toscana e Umbria. Tirando le somme, i due terzi della produzione 2010/11, pari a almeno 200 mila tonnellate di olio d’oliva, si concentreranno in Puglia, Calabria e Sicilia. L’Italia, però, inizierà la nuova campagna con gli stock azzerati. Gli ultimi contratti, in corso di definizione, assorbiranno infatti tutta la produzione dell’anno passato (2009/10). E anche i commercianti greci sono in attesa del nuovo extravergine, mentre in Spagna lo stock ammonterebbe ancora a 250 mila tonnellate, rappresentando un enorme bacino che potrebbe calmierare i prezzi all’origine nelle prime settimane della nuova campagna olearia.