varie, 2 ottobre 2010
Elisabetta Tognotti, 46 anni. Casalinga, lunghi capelli biondi e fisico prorompente, «bella donna, esuberante», viveva in un casolare nella campagna di Cecina (Livorno) col marito Paolo Giusti, ferroviere di 49 anni, e il figlio Daniele, 16 anni
Elisabetta Tognotti, 46 anni. Casalinga, lunghi capelli biondi e fisico prorompente, «bella donna, esuberante», viveva in un casolare nella campagna di Cecina (Livorno) col marito Paolo Giusti, ferroviere di 49 anni, e il figlio Daniele, 16 anni. Colpita anni fa da un cancro che l’aveva piegata nel corpo e nello spirito, dopo la guarigione s’era tutta ringalluzzita, era andata dal chirurgo estetico per farsi gonfiare seno e labbra, aveva cominciato a fare jogging e s’era pure data alla cartomanzia, ricevendo in casa, per i consulti, donne e uomini a cui non chiedeva una tariffa fissa ma solo un’offerta («diceva di avere un dono, lo faceva per passione»). Proprio grazie a questa nuova attività aveva conosciuto un tale con cui cornificava il consorte, che però aveva intuito tutto e faceva alla moglie continue scenate di gelosia. Mercoledì notte, durante una lite furibonda, il Giusti afferrò la sua pistola calibro 40 e la puntò addosso alla Tognotti. Lei alla vista dell’arma scappò verso la porta di casa ma il marito la inseguì, le sparò un proiettile che la colpì alla nuca uscendo all’altezza della fronte e subito dopo si puntò l’arma alla tempia e fece fuoco. Il figlio della coppia, rientrando verso le 7 di mattina dopo aver festeggiato i suoi sedici anni a Firenze con gli amici, trovò l’ingresso barricato, allora sbirciò dentro dalle finestre e vide i cadaveri dei genitori in una pozza di sangue. Tra la serata di mercoledì 29 e l’alba di giovedì 30 settembre in una casa cantoniera delle Ferrovie a San Pietro in Palazzi, Cecina (Livorno).