Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 01 Venerdì calendario

NOTIZIE RELATIVE AL GIORNALE, AL FOGLIO E A GIULIANO FERRARA SU DAGOSPIA DELL’1/10/2010

e IL MONDO 8/10/2010

Andrea Montanari per Milano Finanza
Silvio Berlusconi è stato rassicurante: «Ove mai venissero a cadere i contributi pubblici (3,4 milioni nel 2009, ndr)», avrebbe già detto a Giuliano Ferrara in un recente incontro, «Il Foglio non avrà problemi di sopravvivenza. Perché ci sarà sempre un azionista forte a garantire il sostegno finanziario di un quotidiano che nella stampa italiana rappresenta un’isola di equilibrio e intelligenza».

Organo della Convenzione per la Giustizia, movimento politico fondato dal senatore del Pdl Marcello Pera e dal verde Marco Boato, Il Foglio potrebbe infatti molto presto non godere più dei contributi destinati alla stampa di partito. Ma come farà il premier a sostenerlo se nel capitale non sono presenti membri della famiglia né aziende a lui riconducibili, ma solo la moglie separata Veronica Lario (al secolo Miriam Bartolini), titolare del 38%?

La strada più facilmente percorribile è quella che conduce alla Mondadori (che già detiene il 39% del Giornale) cui potrebbe non dispiacere l’idea di una seconda testata. I primi contatti tra i vari soggetti coinvolti nel possibile affare ci sarebbero già stati. Un nodo eventuale è però quello relativo al ruolo che potrà assumere la casa editrice di Segrate: secondo la legge Gasparri, non può infatti acquisire partecipazioni di controllo in quotidiani almeno fino al 2011.

Ma poiché si tratta di una partecipazione di minoranza (il 38% appunto), qualora non si rivelasse dominante non dovrebbero esserci problemi. Sicché l’azienda presieduta da Marina Berlusconi (considerata da Fortune una delle donne più potenti al mondo) potrebbe entro qualche tempo essere davvero il nuovo partner di riferimento (ma non dominante) del quotidiano di Ferrara.

Resta naturalmente da verificare la disponibilità a vendere della signora Lario. L’avvio della trattativa è anche l’esito di un processo di riavvicinamento tra Berlusconi e Ferrara sulla scia dello scontro tra il premier e Gianfranco Fini, sul quale Il Foglio, dopo aver tentato di ricondurre entrambi alla ragione, ha preso una chiara posizione a favore del primo.

******************

ANSA - "Sono stato chiamato al Giornale per ripianare i conti, ma se la mia presenza è d’impiccio me ne vado, senza polemiche". Lo ha dichiarato all’ANSA il direttore editoriale de Il Giornale, Vittorio Feltri. Ieri il premier Silvio Berlusconi aveva sostenuto che "i giornali considerati più vicini a noi forse ci fanno più male che bene".

A proposito delle dichiarazioni di Berlusconi "sono convinto - ha aggiunto Feltri - che le pensi. Mi hanno chiamato al Giornale perché dovevo ripianare un deficit che al mio arrivo era di 22 milioni e 700 mila euro. In quattro mesi era sceso a 17 milioni. Quest’anno, secondo le previsioni, dovrebbe chiudersi con un passivo di 7 milioni. In 16 mesi sono riuscito a recuperare 15 milioni. E’ questa la missione che cerco di portare a termine ma se devi fare i risultati è necessario fare un giornale di un certo tipo". "Può anche non piacere, basta dirlo - ha continuato Feltri - come sono arrivato in via Negri in due ore vado via, senza conferenze stampa e senza polemiche".

******************

DAGOREPORT/1
Chi è il candidato di Berlusconi per il dopo-Feltri? Giuliano Ferrara. Che pone al Banana come condizione per accettare di poter fare il giornale dei moderati italiani e solo se si ricomincia a parlare di politica sul serio. Per Vittorio onori soldi e seggio sicuro.
Ora che le colombe volano alte Littorio Feltri non vuole fare il piccione ed ha pronta la sua exit strategy. Il Banana è stato servito a dovere perchè comunque vada a finire Gian-Fregnone rimarrà sfregiato a vita dal bicamere di Montecarlo.

DAGOREPORT/2
Ora che la mannaia della sentenza Boffo sta per arrivare e che i soliti Letta-Letta stanno vincendo la battaglia, Feltri è pronto a togliere il disturbo ma lo farà realizzando una sua segreta e grande ambizione: entrare in politica con un seggio sicuro e poi - forte del suo straordinario carisma - scendere pesantemente in campo. Un grillino o un Di Pietro di destra: perchè nei sondaggi la sua popolarità è alle stelle nel mondo della destra e del berlusconismo più esagitato. E il "Giornale"? Poco gliene importa anche perché ha dimostrato già a tutti quello che vale ed anche la sufficiente spregiudicatezza per abbandonare i suoi figli (vedi ’L’Indipendente’ e ’Libero’) al loro destino (il suo sogno è di fare un giornale veloce come "Il Fatto" versione di destra). Ed un motivo di fretta in più: i dati di diffusione non sono poi cosi straordinari come fa credere, tanto che ancora una volta sta partendo un piano di ridimensionamento degli organici. Berlusconi che gli deve davvero tanto lo asseconderebbe e farebbe fare a Giuliano Ferrara quello che non ha potuto fare con Feltri: trasformare il quotidiano di via Negri nel punto di riferimento della grande borghesia italiana, quello che era cioè il "Corriere della Sera" di un tempo. Accetterà Ferrara? Se Berlusconi vuole fare davvero politica con un progetto chiaro per salire al Quirinale in un clima di pacificazione nazionale dirà di si.
PS - Ieri sera, verso l’ora di cena, Berlusconi ha chiamato personalmente Alessandro Sallusti chiedendo di moderare i toni su Fini-Tulliani....

***

VERONICA VENDE AIL FOGLIO A MARINA
Veronica vende il Foglio a Marina L’abboccamento c’è stato. Ora si tratterebbe di ragionare sulle cifre e le condizioni di un possibile trasferimento di quote. A ballare è l’assetto proprietario del quotidiano Il Foglio fondato e diretto da Giuliano Ferrara.
Nell’agenda di settembre del giornalista ex ministro dei Rapporti con il Parlamento nel primo esecutivo di Silvio Berlusconi è stato inserito un appuntamento milanese per incontrare i vertici della Mondadori. Un colloquio, avvenuto a Milano giovedì 23 settembre, con Marina Berlusconi e Maurizio Costa, rispettivamente presidente e amministratore delegato della casa editrice di Segrate, per discutere della cessione della quota di maggioranza de II Foglio detenuta attualmente da Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario. Nella delicatissima vicenda per la separazione tra il premier e la moglie Veronica potrebbe rientrare una partita minore legata all’acquisto del pacchetto del 38% della Foglio Edizioni srl. Società a cui fa capo la titolarità del dominio ilfoglio.it e del giornale.
Gli altri azionisti sono Veditore sardo Sergio Zuncheddu, a cui fa riferimento una quota del 27%, il coordinatore del Pdl Denis Verdini (15%), la società Editrice Telestampa Sud di Luca Colasanto (detiene il 10%, ma dallo scorso 14 settembre è in liquidazione) e lo stesso Ferrara con una partecipazione del 10%. Al direttore, la figlia di Berlusconi e Costa avrebbero esposto la volontà di rilevare attraverso la Mondadori la maggioranza assoluta della società valutando perciò l’acquisizione di quote ulteriori oltre a quella della Lario. Editore della restata al momento è peraltro la società cooperativa II Foglio Quotidiano, che affitta il giornale dalla Foglio Edizioni srl e che riceve i contributi erogati dal dipartimento per l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri. Lo scorso anno il sussidio ha garantito 3,4 milioni di euro alle casse della cooperativa consentendo di chiudere l’esercizio con una piccola perdita di 84 mila euro. L’acquisto delle quote di Veronica porterebbe così sotto il cappello di Mondadori un secondo quotidiano. Segrare detiene, infatti, una partecipazione del 39,2% in Società Europea Edizioni, ossia l’editore de II Giornale diretto fino a pochi giorni fa da Vittorio Feltri, che ha lasciato la poltrona ad Alessandro Sallusti.
A.D. Il Mondo n.41 8/10/2010