Lele Mora, Chi, n. 40, 06/10/2010, p. 66, 6 ottobre 2010
Cara Nina, scusami. Scusa perché mi sono reso conto troppo tardi di essere stato una presenza ingombrante nella tua vita, soprattutto quando hai conosciuto Fabrizio e subito dopo le nozze, alle quali, tra l’altro, io ero testimone
Cara Nina, scusami. Scusa perché mi sono reso conto troppo tardi di essere stato una presenza ingombrante nella tua vita, soprattutto quando hai conosciuto Fabrizio e subito dopo le nozze, alle quali, tra l’altro, io ero testimone. Scusa perché forse non ho mai compreso quanto fosse grande il tuo cuore e, soprattutto, quanto tu credessi in Dio e nei sacri valori della famiglia. Io, però, ho sempre creduto in te, sia come artista sia come persona, anche se sei un po’ pazzerella. Non sto qui a giustificarmi per le notizie apparse sui giornali, anche se non capisco come sia possibile che un verbale sottoposto a segreto istruttorio diventi merce alla portata di tutti. Però i miei genitori mi hanno insegnato che solo il buon Dio è sovrano del giudizio universale e per questo non voglio essere giudicato. E come diceva mia madre: “Ho sbagliato di mia testa, pagherò di mia tasca”. E aggiungo: “Dio vede, Lele provvede”. Ti voglio bene. Lele Mora (a Nina Moric)