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 2010  ottobre 01 Venerdì calendario

MAURIZIO MOLINARI

CORRISPONDENTE DA NEW YORK
Invitato a partecipare ad un convegno storico sulla presenza americana nel Sud-Est asiatico, Henry Kissinger ha sorpreso la platea con un inedito «mea culpa» sugli errori che portarono all’umiliante caduta di Saigon nel 1975.
L’ex segretario di Stato di Richard Nixon e Gerald Ford ha identificato tre tipi di errori compiuti dagli Stati Uniti nella gestione del conflitto contro il Vietnam del Nord. Il primo fu militare, perché «sottovalutammo la tenacia dei vietnamiti», ritenendo che avrebbero ceduto militarmente come invece non avvenne. Poi vi fu un errore di approccio più generale, perché «l’America cercava il compromesso, mentre Hanoi voleva la vittoria» e l’incertezza di Washington nel sostenere l’alleato Sud Vietnam si rivelò determinante.
Infine, durante le trattative di pace svoltesi a Parigi nel 1973, Kissinger ammette che il negoziatore vietnamita Le Duc Tho «dimostrò enorme abilità», riuscendo a pilotare i colloqui verso un’intesa che consentiva agli Stati Uniti di sganciarsi dal conflitto, rendendo al tempo stesso il Sud Vietnam vulnerabile all’offensiva comunista che poi puntualmente avvenne, portando alla caduta di Saigon. «La maggior parte di quanto andò male in Vietnam dipese solo da noi stessi, avrei sicuramente preferito un altro finale», ha aggiunto Kissinger, ammettendo che Le Duc Tho riuscì a beffarlo a Parigi, fino al punto da aggiungere che «se non lo avessi incontrato oggi starei sicuramente assai meglio».
L’autocritica di Kissinger è stata interpretata da molti dei presenti come un voluto monito sui errori da non compiere oggi nella guerra in Afghanistan, un conflitto dal quale l’amministrazione Obama dà l’impressione di volersi sganciare, mentre i taleban continuano a perseguire la vittoria ovvero il rovesciamento di Hamid Karzai. «La tragedia del Vietnam per me non fu tanto che vi furono degli inevitabili disaccordi fra noi in America - ha concluso Kissinger - quanto il fatto che durante quel periodo gli americani persero la fiducia l’uno dell’altro».