Gian Luigi Paracchini, Corriere della Sera 30/09/2010, 30 settembre 2010
A GENOVA LE NUOVE BARCHE ECOLOGICHE E HI-TECH (NON SOLO STATUS SYMBOL) —
«Vi sentirete come in famiglia». È il classico slogan lanciato dagli albergatori nell’Italia del boom economico che scopriva le vacanze di massa.
Oggi il concetto, inglesizzato in family feeling, continua a essere (letteralmente) sulla cresta dell’onda. Così viene infatti definita l’ultima tendenza in fatto di barche, il nuovo, vivace capitolo che sta contribuendo a tenere l’industria nautica in rotta nonostante scogli e secche.
Una tendenza generalizzata che riguarda natanti a vela e yacht di medie-piccole dimensioni, modi cioè opposti d’andare per mare e tecnologie diverse, ma accomunati da un’unica filosofia.
Family feeling vuol dire prima di tutto una barca che ragiona in termini familiari, puntando su un andamento di crociera rilassato, moderatamente minimalista e vacanziero piuttosto che «sgommando» e addobbando lo scafo all’insegna di lussi barocchi. I salotti nautici ridondanti d’argento e di tele da museo non abitano qui.
Dimensione familiare per un lusso sostenibile dove «sostenibile» ha un significato ovviamente molto relativo. Di certo però un dato: barche di questa fascia possono costare sui 50 mila euro, come molte berline.
Ecco anticipata una delle pagine di spicco del cinquantesimo salone nautico internazionale che apre dopodomani (fino al 10 ottobre) a Genova con le ultime novità su barche a motore, pneumatiche, a vela, motoristica e abbigliamento tecnico.
Il momento non è facile in acqua come a terra. Però la presenza di 1.400 espositori (36 per cento esteri) e 2300 barche (500 in acqua) dà un’idea rassicurante su quali siano le aspettative. Una cifra che si riallaccia al lusso sostenibile: il 60 per cento dei modelli è inferiore ai 10 metri. Quale può essere un iden
tikit della barca «che pensa alla famiglia» e che appartiene dunque al filone del lusso sostenibile? Dimensioni contenute. Poi il gioco degli spazi che offrono a gli interni il comfort d’una vera casa.
Fondamentale pure la fluidità nel muoversi tra prua e poppa con conseguente scarsa simpatia per paratie e altre « barriere architettoniche » che ostacolano gli spostamenti.
Chiaro che se la dimensione è davvero familiare quale può essere il posto più accessoriato? La cucina naturalmente, magari con un barbecue esterno.
Se il lusso del prezzo d’acquisto si rivelasse un po’ meno sostenibile di quello che si vorrebbe, ecco un’altra occasione di valorizzare il concetto di sostenibilità, applicata però all’ecologia.
Dunque alte tecnologie per navigare senza spendere cifre indecenti in carburante. Come sul Commuter 108’ Marhaba, yacht con due motori depotenziati che permettono di percorrere oltre 4 mila miglia con un pieno. È la scuola di pensiero che sta dietro alla categoria delle navette, fatte in acciaio o in vetroresina, ma soprattutto concepite per limitare i consumi, come il modello Gamma 20 di Gamma Yachts.
In ogni caso una vera barca ecologica deve essere piccola e leggera, deve montare un motore ibrido con pochi cavalli e utilizzare pannelli solari, confermando che anche in questo uno scafo ha svariate assonanze con una casetta di vacanza. Il Greenline 33, è tutto ciò e pazienza se il tetto lungo e piatto costruito per inserire i pannelli ha lasciato un po’ freddi i cultori dell’estetica.
La ricetta eco-familiare per andare a vela? Secondo i cantieri Finot, una solida storia alle spalle, si può riassumere nella Beneteau Oceanis 31, un dieci metri perfettamente vivibile sopra e sotto coperta.
Sostenibilità nell’ecologia e nel lusso dunque come nuova frontiera del costume. Ora è il turno delle barche.
Ma prima ci sono passati pure case, mobili, vestiti e perfino gioielli.
Gian Luigi Paracchini