Marco Del Corona, Corriere della Sera 29/09/2010, 29 settembre 2010
KIM JONG-IL HA SCELTO: SARA’ IL FIGLIO MINORE IL NUOVO «RE ROSSO» - L’
erede senza volto è più vicino. La Corea del Nord sta preparando la sua seconda successione dinastica, il Caro Leader, Kim Jong-il, sembra davvero aver indicato al Partito dei lavoratori della Corea la persona che gli succederà. Salvo clamorose sorprese, toccherà a Kim Jong-un, terzogenito, 26 o 27 anni, da ieri generale a quattro stelle, cooptato nella potentissima Commissione militare in qualità di vice presidente (il padre è stato confermato alla guida dell’ istituzione più importante ai fini del potere). È stato necessario convocare per la terza volta (dopo il ’ 58 e il ’ 66) una conferenza del Partito, una sorta di congresso in chiave minore, e officiare il rito. I delegati si sono raccolti a Pyongyang dopo un paio di convocazioni annunciate e annullate, e hanno preso atto che dopo Kim Il-sung, il fondatore della Corea comunista, e dopo Kim Jong-il, riacclamato segretario del partito ma dalla salute declinante per l’ ictus del 2008, il sangue del clan continuerà a dettare la linea della nazione. Chi sia Kim III non è chiarissimo. Meno ancora chi sarà. Gira una foto di lui ragazzino, ma dovrebbero arrivare i ritratti che la propaganda si dice abbia preparato (10 milioni). «Non ho visto nulla che lasciasse presagire l’ ascesa di un terzo Kim», spiegava poche settimane fa Glyn Ford, eurodeputato laburista britannico, habitué della Corea del Nord. Eppure ieri per la prima volta Pyongyang ha fatto il nome di Kim Jong-un, anche se tacendo la parentela con Jong-il. Ha studiato in Svizzera, ha imparato ad amare i film (come il padre) e il basket. Gli manca esperienza ma ha battuto la concorrenza dei fratelli. Contro Kim Jong-chul corsa facile: troppo femmineo il fratello maggiore per poter aspirare a diventare il delfino. Il fratellastro Kim Jong-nam si è bruciato da solo nel 2001, quando è stato scoperto in Giappone con un falso passaporto della Repubblica Dominicana mentre cercava di andare a Disneyland. Adesso vive a Macao, esilio edonista, «starei qui come un turista se fossi un successore?». Ha un’ ex moglie, una moglie, un’ amante, un figlio di primo letto che vive a Pechino, più un altro figlio di 14 anni e una figlia di 10 che fanno gli scout, cantano in portoghese e vanno a messa. Il sangue del padre scorre nel figlio prediletto, confucianamente. La Corea del Nord è il solo Paese al mondo dove il leader supremo è morto (nel ’ 94): ma Kim Il-sung è costituzionalmente il presidente eterno, che avviò la successione del figlio per tempo nel 1980, col 6° e ultimo congresso del Partito. Il secondo passaggio, da Kim Jong-il al «giovane generale» Kim Jong-un, è stato più precipitoso, ma la salute del Caro Leader non permetteva perdite di tempo. Tuttavia il rampollo ha chi vigila su di lui. Due viaggi che il padre ha compiuto in Cina quest’ anno sarebbero serviti, nonostante le smentite, a cercare per lui la benedizione fraterna della Cina, i cui aiuti e il cui petrolio garantiscono la sopravvivenza della Corea del Nord. Ma oltre la Cina, i due veri tutori sono la zia, Kim Kyong-hui, sorella del Caro Leader, e il di lei marito Jang Song-taek, ritenuto il numero 2 del regime. Figlio, sorella e cognato sarebbero i soli «consiglieri» ad avere accesso a Kim Jong-il. E della donna, anche lei nominata generale, si è parlato come di una possibile outsider per la leadership. Improbabile. Certo è che insieme col marito farà da tutrice al neo-futuro leader. La zia ha la tempra giusta. «Quando diventa violenta, neppure io riesco a fermarla», pare dica di lei Kim Jong-il. Che l’ ha benedetta così davanti al comitato centrale: «Lei è me. Le sue parole sono le mie, i suoi ordini i miei». E secondo la signora Yuriko Koike, ex ministro della Difesa giapponese, certe ambizioni sono «corroborate dalle voci che avrebbe contribuito a organizzare l’ incidente d’ auto che in giugno ha ucciso Ri Je-gang», un dirigente ritenuto rivale. Chi comanda, chi deve comandare, è il clan dei Kim. Il nucleare, la faccia cattiva con la Corea del Sud e i 28.500 soldati Usa sotto il 38° parallelo, i test missilistici, l’ economia a pezzi, l’ ombra della fame, l’ intero menu dell’ anormale normalità nordcoreana resta un affare di famiglia.
Marco Del Corona