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 2010  settembre 30 Giovedì calendario

IL VIAGGIO MISTERIOSO DELLA POLIZZA CONGELATA

Il signor Marco vive a Roma. Tre anni fa decise di investire 1,8 milioni di euro in una polizza promossa da Aig. Il nome è di fantasia, ma i soldi sono veri e sono finiti in un limbo. Come quelli di altri 16mila risparmiatori italiani, per un totale di circa 100 milioni, che da due anni sono bloccati senza sapere il destino dei loro risparmi (in buona parte bruciati). Avevano comprato una unit linked della più grande compagnia assicurativa al mondo, la Aig (con un rating di tripla A): uno strumento finanziario complesso che a sua volta poteva investire in un centinaio di diversi fondi targati Aig Life che andavano dalle materie prime agli immobili, dall’azionario fino al private equity.

Per ricostruire i passaggi di questo intricato caso, bisogna ripercorrere a ritroso un lungo cammino che dall’Italia risale all’Irlanda, passa a Zurigo, poi approda a Malta per infine tornare di nuovo in America. Una girandola di passaggi, ma rimane insoluto il nodo: cos’è successo a quei risparmi? L’avvocato Marco La Mantia, con la consulenza del professionista Martino Scornavacca il cui studio segue il caso, sospetta che sia stato messo in piedi «uno schema Ponzi in cui migliaia di risparmiatori hanno perso traccia dei loro soldi». La questione è esplosa quando il Tribunale di Milano ha aperto un’indagine sul caso dei clienti bloccati nei fondi Aig Private Equity e Aig Real Estate.

Titolare della polizza era la Aig Life, filiale irlandese del gruppo Usa: il sottostante era un fondo chiuso della stessa casa madre, Aig Private Equity (Apen), quotato alla Borsa di Zurigo e con un portafoglio di oltre 400 milioni di euro. La nota informativa qualificava come "medio" il rischio del fondo. Le unit linked non sono semplici assicurazioni, ma strumenti finanziari che, replica un portavoce del gruppo, «dovrebbero essere proposti solo a investitori sofisticati». Inizialmente, però, tutto filava liscio: nel 2005, il fondo Aig Pe quotava a premio sul Nav dell’8,8 %.

A giugno 2008 nessuno può immaginare la tempesta che di lì a poco si abbatterà sui mercati, ma c’è uno snodo cruciale. Compare sulla scena la Alphabetos International Sicav: una società di Malta, dove di fatto Aig trasloca la gestione di entrambi i fondi (Pe e Real Estate). Aig Pe, prima controllato direttamente al 47% da Aig (di cui un 25% proprio da Aig Life Ireland), ora finisce sotto il cappello di una Sicav maltese (tramite a sua volta due sottofondi, il Global Private Equity Fund e il Global Re). Così facendo, sottolinea lo Studio La Mantia, la polizza Aig Ireland non è stata più investita direttamente in un fondo quotato (e quindi trasparente), ma in un’oscura scatola maltese. All’epoca i clienti italiani, prosegue, non furono informati, ma lo avrebbero appreso solo un anno più tardi.

Nell’autunno 2008, dopo il tracollo di Lehman, il panico dilaga: il fondo Aig Pe accusa una perdita del 66%. Come contromossa il 9 dicembre Aig Life annuncia ai clienti il congelamento del fondo interno di private equity. Da quel giorno e a tutt’oggi il fondo è rimasto nel freezer e con esso i detentori della polizza. Alla rilevazione di gennaio 2009, prima che Aig sospendesse la pubblicazione delle quote, la polizza accusava un -71,6%. È l’ultima informazione ufficiale sul fondo che i risparmiatori hanno. Ma all’oscuro sembra essere anche Aig Life (nel frattempo divenuta Alico Wm): in una lettera del settembre 2009 informa che, proprio per effetto dell’intermediario maltese, non è in grado di dire quando si sbloccherà il congelamento del fondo, né dare garanzie sul recupero delle perdite.

Per capire cosa sia successo, occorre dunque sciogliere il "mistero" della Alphabetos. A Malta risultano registrate due società: una Alphabetos Sicav e una Alphabetos International Sicav. L’unica informazione reperibile è il rimando a un sito internet: quello di Gdp Malta. Secondo quanto da loro spiegato, i dirigenti di Aig Italia hanno bussato alla loro porta chiedendo di prendere in affitto due comparti della Sicav. In sostanza la Gdp Malta, gestore amministrativo, ha fatto da mero locatario, ma nemmeno Alico Wm, a giudicare dalle lettere ai clienti, è in grado di dire cosa ci sia dentro il fondo. Gli avvocati accusano una vera e propria catena di Sant’Antonio. C’è un ultimo, recente, tassello: la Sicav è stata messa in liquidazione. Alico Wm ha sospeso l’affitto della Sicav e tutto il contenuto restituito da Gdp alla casamadre. Il cerchio si chiude e i fondi tornano a casa. Alico Wm, interpellata a proposito, lancia un messaggio tranquillizzante ai clienti: «Ci aspettiamo una soluzione in tempi brevi» promette l’azienda che ha preso contatto con lo studio legale per cercare una transazione. «La divisione di Alico Wm sta attualmente collaborando con le competenti Autorità di Vigilanza per risolvere le problematiche in essere». Che sia la fine dei problemi?