Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  ottobre 06 Mercoledì calendario

«Pietro aveva delle passioni improvvise e fulminanti. Un giorno mi fa: “Teso’, ho comprato il camper”

«Pietro aveva delle passioni improvvise e fulminanti. Un giorno mi fa: “Teso’, ho comprato il camper”. Ci siamo andati una volta in Abruzzo. Ma l’Italia non è l’America, dove vai? Dove lo metti il camper? Non ci sono le strutture. Abbiamo finito per parcheggiarlo sull’Aventino e un mattino abbiamo trovato un barbone che ci dormiva dentro. Fine del camper» (Kasia Smutniak parlando di Pietro Taricone). I cavalli che Pietro Taricone ha lasciato a Kasia Smutniak: «Il primo si chiama Jack ed è uno stallone nero, naturalmente. Poi c’è Donna, una cavalla marrone. Poi Sophie, in onore di Sophie (la figlia, ndr). Che ha dato a un’altra cavalla il nome più bello: Piccola Macchia Blu, anche se non ha nessuna macchia blu. Poi c’è Kim, bianco. Orchidea è marrone a strisce, poi ci sono Priscilla, Cocita e Mao-Mao che è figlio di Donna». E che cosa ci fate con tutti questi cavalli? «Che cosa vuoi che ci facciamo? Niente. Vivono liberi e felici». Perché vi lanciavate col paracadute? «Ci hanno criticato in tanti su questa faccenda degli sport estremi, ma chiunque abbia provato a lanciarsi col paracadute lo sa: l’adrenalina non c’entra. È la sensazione di libertà e di contatto con la natura che ci rendeva felici: era un altro modo per stare insieme, per condividere qualcosa. Il volo all’inizio era una cosa mia, gliel’ho attaccata io, lui era più uomo di terra, un cinghiale. Ma non mi sento in colpa, perché era bello. Invece di passare il tempo seduti al ristorante, o a comprare vestiti, noi saltavamo. Insieme».