Frammenti, 30 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FACCHINI, FIORENZO"
Ricerca fatta con “Facchini Fiorenzo” e “Fiorenzo Facchini”
[…] monsignor Fiorenzo Facchini, docente di antropologia all’università di Bologna.
Giulio Divo Macchina del Tempo, ottobre 2003 (n.10)
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Fiorenzo Facchini in ”Origini dell’uomo ed evoluzione culturale” (Jaca Book, 2002, e 12) presenta un parallelo tra evoluzione biologica e culturale, dalle origini all’Homo sapiens.
Giulio Divo Macchina del Tempo, ottobre 2003 (n.10)
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Fiorenzo Facchini, ordinario d’antropologia a Bologna e vicepresidente dell’accademia, ma anche monsignore, uomo di Chiesa, la cui fede, a quanto pare, non vacilla di fronte alla realtà della scienza.
Macchina del Tempo, dicembre 2003 (n.12)
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L’antropologo e paleontologo monsignor Fiorenzo Facchini, nella sua intervista a Il Foglio, dice tantissime cose con le quali concordo, in particolare che esula dalla scienza trovare «il significato di un mondo che ha una sua storia evolutiva ».
Massimo Piattelli Palmarini, Corriere della Sera 9/11/2007
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Per esempio Fiorenzo Facchini, sacerdote cattolico e docente di Antropologia, nel suo ultimo libro Le sfide della evoluzione (Jaca Book, pp. 174, e 16) critica la teoria del «disegno intelligente», che a suo dire «non appartiene alla scienza» e «porta a una confusione di piani che non giova a nessuno». Ma al tempo stesso tiene a sottolineare che l’uomo, in quanto dotato della facoltà di pensare, «reclama una trascendenza nella sua origine, perché lo spirito non può derivare dalle forze della materia».
Insomma, bisogna distinguere l’umanità dal resto degli esseri viventi: «I sostenitori del disegno intelligente – spiega Facchini al Corriere ’ commettono l’errore di introdurre un elemento sovrannaturale per spiegare fatti che rimangono nell’ambito fisico e biologico. Ma con la comparsa del pensiero umano si verifica una discontinuità molto netta, a mio avviso innegabile. L’attitudine a fare progetti, il linguaggio simbolico, l’autocoscienza e l’autodeterminazione, la capacità di gestire consapevolmente l’ambiente sono caratteristiche peculiari dell’uomo, che non si possono ricondurre al semplice sviluppo dell’attività cerebrale. A mio parere in questo caso è vano cercare una spiegazione con i metodi delle scienze naturali, perché siamo dinanzi a fenomeni trascendenti che sfuggono alla loro indagine».
[…] Facchini risponde positivamente: «Una volta ammesso che l’uomo è un unicum e la sua comparsa segna un salto di qualità, ci troviamo su un piano che sfugge agli strumenti della conoscenza empirica. Non è detto che l’unica soluzione sia ammettere l’esistenza del Dio biblico: c’è chi vede il trascendente come uno spirito universale e impersonale che avvolge la realtà. Dal punto di vista cristiano l’uomo risponde a un progetto del Creatore: non un disegno intelligente che determina lo sviluppo dell’universo, ma piuttosto un "disegno superiore", posto al di là della natura e della storia» […].
Dario Fertilio, Corriere della Sera 10/6/2008, pagina 35
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Ho letto con molto interesse l’articolo di don Fiorenzo Facchini – ’Darwin meglio dei suoi nipotini’ – pubblica¬to il primo di marzo su Agorà. Sono rimasto però stupito dalla considerazione secondo cui il darwinismo sociale sarebbe una deriva dei seguaci di Darwin e non apparterrebbe a Charles. […] Antonio Gaspari
I riferimenti richiamati riguardano l’euge¬netica più che il darwinismo sociale, che viene visto come lotta tra dotati e meno dotati o fra classi sociali per il progresso del¬la società. Essi lasciano intendere che Darwin non era certo tenero verso le persone più de¬boli, considerate un peso per la società. Scon¬sigliando la procreazione alle persone deboli di mente e di corpo non si è però spinto agli eccessi dei sostenitori dell’eugenetica (a par-tire dal cugino Galton), alcuni tra i quali han¬no promosso l’eliminazione o la sterilizzazio¬ne dei portatori di tare. In questo senso essi hanno esteso il suo pensiero e possono rite¬nersi peggiori di lui. Occorre inoltre tenere pre¬sente che le affermazioni riportate figurano nell’opera ’L’origine dell’uomo’ del 1871 che non tratta dell’origine delle specie, ma ri¬guarda l’evoluzione della specie umana (del¬la quale ben poco si conosceva a quel tempo) e sviluppa considerazioni assai discutibili sul futuro dell’uomo e della società, espressioni di un evidente riduzionismo antropologico, come in varie occasioni ho rilevato.
Fiorenzo Facchini, Avvenire 17/3/2009
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[…] Anche il paleontologo ”ufficiale” del Vaticano, Fiorenzo Facchini, ha scritto che ”l’armonia dell’universo considerato nel suo insieme e nel percorso realizzato dall’evoluzione cosmica e biologica rimanda a una causalità superiore, almeno per quanto si riferisce alle leggi che lo regolano. E’ ragionevole pensarlo”. Sempre Facchini ha spiegato che ”Darwin vede solo una parte della verità, quella riguardante i meccanismi biologici. Ci sono invece fondamentali domande di significato, circa la natura dell’uomo, cui si può rispondere solo ponendosi su un piano differente, di carattere filosofico e religioso”.
Il Foglio 4/12/2009
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[…] In ambito cattolico aleggia il cosiddetto ”darwinismo ecclesiastico”. C’è Fiorenzo Facchini, paleoantropologo.
Il Foglio 9/04/2010
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LE SUORE DARWINIANE - Sabato 24 aprile presso la redazione del Foglio si è svolto un forum sul libro di Jerry Fodor e Massimo Piattelli Palmarini, ’Gli errori di Darwin” (Feltrinelli). Hanno partecipato il professor Piattelli Palmarini, l’epistemologo Giulio Giorello, il paleontologo monsignor Fiorenzo Facchini, lo zoologo Saverio Forestiero e il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara.
[…]FERRARA: Si è parlato, e mi rivolgo a monsignor Facchini, del fatto che aleggia nella chiesa un certo ”darwinismo ecclesiale”. Su Avvenire lei ha scritto una recensione prudente del libro. La chiesa per paura di ripetere il caso Galileo e dopo l’apertura di Giovanni Paolo II secondo cui l’evoluzione ”non è una mera ipotesi”, tende ad abbracciare sempre di più il darwinismo. C’è stato anche un bel convegno di monsignor Ravasi alla Gregoriana. Ora arriva un libro che destabilizza il quadro. Cosa dice monsignor Facchini?
FIORENZO FACCHINI: Credo che le osservazioni di Piattelli e Fodor siano attinenti agli aspetti scientifici, a me piace che il dibattito si sviluppi sui meccanismi dell’evoluzione, perché non sono così chiari come alcuni vorrebbero ritenere. Il paradigma evolutivo viene ormai esteso a tutto. Ritengo che la selezione funzioni a livello microevolutivo, dubbia è invece la sua estensione a largo raggio. Penso che ci sia una complessità generata nell’evoluzione e che questa richieda la contemplazione di vincoli a livello genetico. E’ onesto porre il problema. Distinguerei fra l’evoluzione e il darwinismo, che è una spiegazione dell’evoluzione, c’è la distinzione fra evoluzione come fenomeno biologico e l’estensione darwinista della teoria in modo totalizzante. Una visione che esonera l’uomo e la vita da qualunque riferimento a Dio. E’ una posizione filosofica, non scientifica.
[…]FERRARA: Monsignor Facchini, secondo lei non andrebbe rivisto l’insegnamento di Darwin nelle scuole in senso più critico? In questo libro si riassumono, nella forma della rottura, una serie di progressi della ricerca che hanno superato il dogma della selezione naturale. Voi uomini di chiesa non dovreste gioire che si rimetta tutto in discussione? Il Papa regnante ha detto una cosa bellissima: ”L’istante dell’umanazione non può essere fissato dalla paleontologia: l’umanazione è l’insorgenza dello spirito, che non si può dissotterrare con la vanga”. Lei che è paleontologo: che facciamo con la vanga, lo spirito e gli errori di Darwin?
FACCHINI: Sulle scuole dovrebbe esserci una visione meno semplicistica e meno dogmatica rispetto all’onda del neodarwinismo. Serve un’impostazione più critica. Sui meccanismi dell’evoluzione c’è tutto lo spazio per la ricerca, la natura è da scoprire nel suo funzionamento che ha una sua razionalità. E’ aperto il discorso sulle cause efficienti. Però occorre riconoscere delle domande che non possono essere liquidate, il libro quasi esclude queste domande. Bisogna far capire che ci sono domande di altro tipo, compresa la domanda sull’umanizzazione che avviene quando l’ominide ha preso coscienza di sé.
Il Foglio 1/05/2010