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 2010  settembre 30 Giovedì calendario

Vendesi monolocale: 5 mq al Pantheon - «Se è interessata bene, sennò non mi fac­cia perdere tempo

Vendesi monolocale: 5 mq al Pantheon - «Se è interessata bene, sennò non mi fac­cia perdere tempo. La casa è molto piccola». Succede a Roma, capita di sentirlo risponden­do ad un incredibile annuncio appeso in piaz­za di Sant’Ignazio: «Pantheon Mini-garçon­nière 5 mq 50.000 euro ». Cinque metri quadra­ti, non mancano zeri. Cioè due metri e mezzo per due metri e mezzo, o due per due con l’in­gresso. Minuscola, microscopica, più stretta di una tenda canadese: diecimila euro al me­tro quadrato, posizione splendida. L’abbia­mo visitata: è una sfida all’immaginazione. «Prego». Si entra uno per volta, come in ascensore. «Se sale con le scarpe sul ma­terasso può aprire la finestra». «Posso scattare una foto?». «Sì, allora esco». Per forza: fotografando la ca­s­a si inquadra anche il proprie­tario. Cinque metri quadrati di­chiarati, uno e mezzo calpesta­bile al pian terreno. Uno nel lo­culo- letto, un materasso a una piazza accoccolato sotto un soffitto a cassettoni. Per arrivare nella casa in ven­dita più piccola di Roma e for­se del mondo è stato necessa­rio ammansire una certa diffi­denza: «Se è interessata bene, altrimenti non mi faccia perde­re tempo. La casa è molto pic­cola », era stata la prima rispo­sta al telefono. Quella era l’unica cosa che avevamo capito, gentile vendi­tore. Il cartello di presentazio­ne, appeso in piazza di San­t’Ignazio, è onesto fino alla spudoratezza: «Pantheon Mi­ni- garconniere 5 mq 50.000 eu­ro ». Due metri e mezzo per due metri e mezzo sulla carta. Minuscola, microscopica, più stretta di una tenda canadese, pertugio per topolini. Diecimi­la euro al metro quadrato, posi­zione splendida sulla cartina di Roma: tra il Pantheon, piaz­za Venezia e via del Plebiscito, una trentina di metri in linea d’aria da palazzo Grazioli,resi­denza di Silvio Berlusconi. Prendere un appuntamento per vedere la casa più piccola del mondo è una sfida all’im­maginazione. Un nido, un ba­gno, un camerino: è difficile vi­sualizzare l’eccessivamente piccolo. È altrettanto difficile visualizzare le dimensioni di un possibile inquilino, anche se nella strada, via di Santo Ste­fano del Cacco, la voce si è già sparsa, e nell’unico negozio, dalla parrucchiera, i primi can­didati timidamente si presen­tano: «Possiamo venire con lei a vedere la casa piccolissima? Cinquantamila euro...qui non si compra nemmeno un gara­ge! ». E infatti alle sei e mezzo del pomeriggio un anziano e un giovane escono dal portone. «Hanno visto la casa», ci spie­ga il nipote del proprietario, il venditore: «Chiedono se il prezzo è trattabile. Ho detto di fare un’offerta». La casa è un ex guardiola di portinaio, loca­le- ripostiglio per il catasto, al­l’ingresso di un palazzo confi­nante con il convento dei pa­dri silvestrini: «La compram­mo con tre appartamenti». Un optional, un nulla immobilia­re rivelatosi una Lilliput dai frutti inimmaginabili. Un passo dalla porta al mu­ro. Un altro passo da destra a sinistra. Un paravento altezza uomo per coprire un wc, un la­vandino con doccetta, rialzato da uno zoccoletto. A destra, metà passo, una scaletta che porta al materasso:«Provi a im­maginarla, senza scala...». La fantasia volteggia, poi si scon­tra contro la parete: «Una si­gnora calabrese è venuta qui con il metro e ha misurato tut­to ». Una mensola naturale può ospitare qualche libro, ma in orizzontale: manca la profondità. La piccola finestra si affaccia su un anfratto accan­to al portone. Il venditore racconta: «Mi chiamano tre, quattro perso­ne al giorno. Gente del quartie­re, professionisti, gay». Cerca­no un posto intimo e clandesti­no, 5 metri quadrati pur di scappare dal mondo. La di­mensione della libertà mini­ma. Oppure sono interessati per i piccoli 300 euro di affitto che se ne possono ricavare:«E’ quello il prezzo a cui eravamo arrivati». La casa-ascensore-cameri­no- confessionale-portalacri­me- nido d’amore infatti in vent’anni è stata abitata da tan­te persone: un bancario, un guardiano di notte, un orafo, una coppia di gay: «Vedesse co­me l’avevano fatta carina, con una tenda qui in mezzo». In «mezzo» al mezzo metro qua­drato accanto al bagno. Stare qui è una prova di spirito, un’impresa memorabile, luila chiama «resistenza»: «Chi resi­stette di più fu il cameriere, un anno».E poi un tempo c’erano anche le rose, nella casa più piccola di Roma: «La vede quel­la carrucola sul soffitto? Lì ci si può agganciare la doccia, ma per l’inaugurazione appen­demmo delle felci». L’inaugu­razione! «Tavolini, champa­gne ».Nell’androne del condo­minio, dove altro sennò. La ca­sa, in quell’occasione,fu un va­so di fiori.