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 2010  settembre 30 Giovedì calendario

Nella tratta dei bimbi vale di più la pelle bianca - La madre? «Che sia più bian­ca possibile»

Nella tratta dei bimbi vale di più la pelle bianca - La madre? «Che sia più bian­ca possibile». E lo stesso vale per il neonato. Pelle chiara, che altri­menti «perdo dieci milioni». Tutto è mercato, anche quello delle ado­zioni illegali. E in ogni mercato, è la domanda che vince. Cercavano dei bambini, meglio se maschi e bianchi. E allora il prezzo saliva: 18mila euro. Così, garantivano al telefono, «se è maschio te lo do, se è femmina la do a qualcun altro». Perché una femmina valeva di me­no: «soltanto» 7mila euro. Erano le scorciatoie per ottenere un figlio. Bastava pagare. Era la tratta di ess­e­ri umani organizzata da un gruppo di nomadi bulgari da tempo in Ita­lia, condannati dal tribunale di Mi­l­ano a pene fino a 9 anni di reclusio­ne. Tra questi, anche due madri: per loro, 3 anni e otto mesi di carce­re. Donne reclutate nelle zone più povere della Bulgaria. Spinte dalla miseria ad accettare persino le bri­ciole: 400 euro per vendere un bim­bo, 200 per una bambina. È uno spaccato di cinismo e di­sperazione, quello che emerge dal­­l’inchiesta condotta dalla polizia a partire dal 2004 e coordinata dal pubblico ministero Brunella Sar­doni. Madri portate a partorire in un piccolo ospedale lombardo do­ve falsificare gli atti di nascita e di­sposte a liberarsi dei neonati in cambio di una manciata di euro. In­termediari senza scrupoli pronti ad arricchirsi grazie a un business raccapricciante. E acquirenti finali -anch’essi nomadi-che esigevano di scegliere il neonato come fosse stato un vestito o un’automobile. E il sospetto - un sospetto che l’in­chiesta non è arrivata a provare ­che dietro ai due episodi accertati si nasconda un più vasto mercato delle adozioni in nero. Su tutto, spicca la disumana leggerezza con cui al telefono si contrattava e veni­va discusso il valore dei neonati. In­tercettazioni contenute nelle moti­vazioni della sentenza pronuncia­t­a dai giudici della nona sezione pe­nale del tribunale di Milano, e de­positate nei giorni scorsi. La prima: «Ci dà i soldi adesso, subito, - spiega un intermediario al suo complice, nel bel mezzo di un affare - vuole maschietto, però anche se è femminuccia la prende (...). Ma comportati da uomo e non farmi un bidone (...). Comunque senti anche se non è maschio nes­sun problema, lo prende lo stesso, ma meno costoso». Ancora, due settimane più tardi, l’acquirente chiede lumi sulle caratteristiche so­matiche di una bambinada acqui­stare. «È bianca e non ti fa schifo ­registrano gli investigatori - . Ades­so ti garantisco che a settembre se è maschio te lo do, se è femmina la do a qualcun altro». Un mese più tardi, uno degli imputati chede che venga procurata la madre «più bianca possibile». L’interlocutore se la ride. «Quando arriva a Trieste, le do una verniciata».