Federico Mello, il Fatto Quotidiano 30/9/2010, 30 settembre 2010
DIMMI DOVE WEB SEI
Il prossimo botto, “The next big thing”. Nella Silicon Valley invasa da nerd, creativi, ingegneri e smanettoni, gli analisti finanziari cercano risposta a un unico interrogativo: quale sarà la prossima creatura digitale che riuscirà a sfondare, la prossima Next Big Thing? In questi mesi il candidato principe al botto è “Foursquare”. Il social network progettato ai tempi della “geolocalizzazione” e dell’Internet ovunque è nato New York, città che ormai sfida apertamente la California sul terreno dell’innovazione. Foursquare è una piattaforma integrata per Web e smartphone (per ora disponibile su iPhone e Android) sulla quale, come ogni social network che si rispetti, ogni utente ha il suo account, i suoi “amici”, dice “cosa gli piace” e cosa no. Ma il cuore di questo nuova rete sociale sono i “luoghi”: “Abbiamo voluto creare qualcosa che rendesse migliori le nostre città” ha dichiarato Nadeen Selvadurai, il co-fondatore della start-up in un recente incontro a Roma (vedi articolo sotto).
Per usarlo serve
lo Smartphone
TUTTOPARTEdaunsemplice datodifatto:glismartphonesono oggi in grado di indicare in ogni momento la nostra posizione geografica e di pubblicarla su Internet. Con il nuovo social network,perciò,possiamodiredove siamo e gli amici possono fare la stessa cosa – magari scoprendo chesiamoapochiisolatididistanza. Non solo, ci sono i luoghi, appunto. Appoggiandosi su Google Maps, Foursquare permette di lasciare i propri commenti (“tip”) sui posti che frequentiamo: com’è il caffè in quel bar?; sono gentili i commessi di quel negozio? “Ho appena preso una ‘coppa Portofino’: il miglior pranzo che si possa fare in questa zona, tantafruttaeottimogelato”recita un “Tip” su un bar in Piazza Cola di Rienzo, vicino alla redazione del Fatto Quotidiano, a Roma: è lo stesso Foursquare ad indicarcelo sull’iPhone appena siamo nello stesso isolato. Una piccola rivoluzione. Prendete questo meccanismo, moltiplicatelo per tutti i luoghi della vostra città e quindi per tutte le città del mondo: ecco una gigantesca “mappatura sociale” dei luoghi generata dagli utenti. Va chiarito che la localizzazione non è automatica ma sempre volontaria. Foursquare si basa sul meccanismo del “check-in”. Per indicare se siamo in luogo specifico, dobbiamo fare “check-in” con l’applicazione del telefonino: lo smarphone ci geolocalizza e,unavoltaverificatalanostraposizione,lapubblicaonline(volendo anche su Facebook e Twitter). Un meccanismo interno, inoltre, prevede un articolato sistema di reputazione: se si fa check-in per primiinuncertoluogo,esiripete l’operazione per alcuni giorni, c’è la possibilità di guadagnarsi la qualifica di “sindaco”; se si “scoprono” nuovi luoghi, invece, ecco che si sale di livello. Il geo-network per ora è soltanto in inglese, quindisonoancorapochiiluoghi mappatiecommentatinelnostro Paese. Ma se gli utenti italiani sono appena quarantamila, nel mondo gli iscritti sono tre milioni e mezzo: la start-up, fondata un anno fa con due soli dipendenti, adesso conta su uno staff di 40 persone e su un venti milioni di dollari appena arrivati da un fondo di “venture capital”.
Problemi di privacy e
altre inquietudini
È ANCHE VERO che nessuna rosaèsenzaspine:leimplicazioni per la nostra privacy sono notevoli. È vero: solo chi abbiamo accettato come “amico” può vederelenostreattività,maèaltrettanto vero che su Foursquare non indichiamo solo dove abbiamo fatto “check-in”, ma viene conservata anche una “history” di tutti i nostri movimenti. “Non obblighiamo
nessuno a pubblicare informazioni riservate” ha spiegato sempre Selva-durai durante l’incontro romano. Ma il sito “Please rob me” mostra plasticamente, con una provocazione, tutti i rischi della geolocalizzazione social. Su “per favore derubami”, infatti, sono pubblicatiinautomaticoidati–pubblici –lasciatidagliutentisuFoursquare incrociati con i rispettivi messaggi Twitter: un twitt come “Non tornerò a Dallas prima di domenica”,accompagnatodaun “check-in” effettuato a 1000 kilometri di distanza, suona come un invito esplicito ai topi di appartamento. Questi rischi non fermeranno la voglia di condividere ogni cosa ovunque: “Una buona diffusione di Foursquare certo favorirebbe l’incremento del traffico dati sul cellulare – ci dice Aldo Torchio, che per Vodafone è direttore del marketing sui social network – ma si porta dietro altre opportunità”. Nel film Minority Report il protagonista Tom Cruise è tempestato da messaggi pubblicitari personalizzati mentre cammina per strada – i sensori dei negozi lo riconoscono dalla retina. Così con Foursquare, attraversando il corso della nostra città, potremmosaperecheinuncerto negozio c’è un’offerta ‘per chi fa il check-in’. “Questo meccanismo non può diventare invasivo però, deve essere un servizio” aggiungeTorchio.AncheLucaConti, esperto di Internet sociale, ritienecheilconnubiodivertimento-utilità risulterà vincente: “Foursquare è destinato a crescere esponenzialmente – ci dice –. Anche Facebook ha lanciato un servizio simile: Places, ma Foursquare è più avanti perché ha interpretato meglio quell’elemento ludico che stimola l’utente a partecipare sempre”.
Gli sviluppi futuri
nelle mani di chi lo usa
RIMANE DA CAPIRE come il geo-social-network potrà generare introiti. “Non è ancora particolarmentechiaro–aggiungeConti – Ma adesso stanno pensando soprattuttoasvilupparelapiattaforma: hanno già annunciato che per i prossimi due anni non puntanoadincassare.Ciòchecreavalore per il futuro è il numero di utenti: già adesso Foursquare viene valutato 95 milioni di dollari”. Saranno però gli utenti, come sempre, ad avere l’ultima parola: “Com’èsuccessopertuttelealtre piattaforme che in questi anni si sono affermate in Rete – conclude il blogger – sono poi gli utenti a reinventare, adattandolo alle loro esigente, l’evoluzione dello strumento: Twitter ora è completamente diverso dalla sua prima versione. Gli sviluppatori sono stati dietro ai bisogni degli utenti: a Foursquare sembrano in grado di seguire la stessa strada”. Dove ci porterà la geo-localizzazione sociale? Verso un nuovo grande fratello? In Italia, per esempio, verso una mappatura dell’evasione fiscale? Lo capiremo nei prossimi mesi. Appena saremo sicuri cheèproprioFoursquarela“next big thing”.