Raffaella De Santis, la Repubblica 30/9/2010, 30 settembre 2010
Vedi alla parola "emo": «Appartenente a gruppi giovanili appassionati di un genere musicale nato negli anni ´80 come sottogenere del punk-rock»
Vedi alla parola "emo": «Appartenente a gruppi giovanili appassionati di un genere musicale nato negli anni ´80 come sottogenere del punk-rock». Segni particolari? Abbigliamento nero, capelli con frangia asimmetrica e occhi bistrati. Se qualche anno fa c´erano i "punkabbestia", con piercing e cani a seguito, adesso, nella nuova edizione dello Zingarelli 2011 entrano gli "emo", i teen ager influenzati dalle melodie "emotional". Non è certo questa l´unica novità dell´edizione di quest´anno dello storico Vocabolario della lingua italiana, che include 1500 nuove voci, tra cui le new entry "arcisicuro" e "impanicarsi". Ma come si scelgono le parole? Mario Cannella, lessicografo e curatore dello Zingarelli, spiega così il suo lavoro: «I due criteri base sono la frequenza e la qualità. Bisogna monitorare le parole, appurare che non si tratti di fenomeni effimeri, ma costanti. E poi si deve valutare il loro peso nella società». Scartati, dunque, tutti i neologismi transitori. Difficile trovare nello Zingarelli le invenzioni linguistiche dell´ultimo minuto. Ce l´ha fatta "inciucio", tirato in ballo da D´Alema per significare un accordo sottobanco, un "pateracchio". Per trovare i "fiellini", bisognerà aspettare la prova del tempo. Una volta le segnalazioni venivano archiviate in cassetti pieni di schede e ritagli di giornali. Adesso invece la maggior parte arrivano via mail, direttamente sul sito del vocabolario. Quindi al lavoro della redazione si aggiunge la collaborazione delle persone comuni. Il passo successivo è la verifica su Google. Si scrive "emo" e si cerca nei siti italiani la ricorrenza della parola. «In questa fase - aggiunge Cannella - privilegiamo i siti dei giornali e quelli istituzionali, culturali e specialistici, scartando i blog generici e le chat-line». Il monitoraggio di una parola varia però a seconda dei casi. L´incubazione di un vocabolo, cioè il tempo necessario a studiarne le ricorrenze per poi decidere se includerlo o meno nel dizionario, non ha tempi prestabiliti. Per Cannella il percorso non è scontato: «Ci sono parole che si impongono abbastanza presto e altre che sonnecchiano a lungo prima di esplodere. Quasi sempre ci si innamora di un vocabolo a prima vista. Poi partono le verifiche». Nel caso degli "emo" è andata proprio così. Ci si è accorti che quel termine, nato come codice identitario di un gruppo, aveva cominciato a creare adepti, ad avere una propria "estensione" sociale. È a partire da questo momento, dice Cannella, che la parola inizia ad essere monitorata, attraverso una verifica della sua incidenza nei giornali: «Le parole sono come attori che a un certo punto escono da dietro le quinte e vengono alla ribalta». Una scena popolata di attori stranieri. Così mentre l´Oxford Dictionary registra l´ingresso di una nutrita serie di termini cinesi inserendo "shanzhai" ("contraffazione") e "shengnu", la donna che ha trascurato il matrimonio per la carriera, il nostro Zingarelli si aggiorna con "shantung", la seta selvaggia made in China; "tai ji quan", la ginnastica che ha scelto per le sue lente coreografie i parchi delle nostre città; "feng shui", la disciplina che giustifica la recente mania di disporre stanze e oggetti guardando il nord o il sud per attirare le energie positive. La "bachata", che sbarca col suo ritmo sensuale dalla Repubblica Dominicana, convive invece con la danza rituale maori "haka". Mentre l´ultima moda dei pantaloni "pinocchietti" alla pescatora e quella dei calzini "fantasmini" fa il suo debutto nel dizionario, arrivando dopo il velo arabo "hijab", comparso da qualche anno. Ma non è detto che vengano inserite solo parole a larga diffusione. Ecco registrata una desueta "cosificazione", con lo stesso significato di "reificazione", e che nel lessico religioso vuol dire "trasformazione in cosa", "riduzione della persona a oggetto". Parola accolta per il suo "peso culturale". Naturalmente i maggiori serbatoi del nuovo sono i media e l´informatica, che, spiega Cannella, «hanno preso il posto dei letterati nel veicolare le innovazioni del linguaggio». Oggi è la volta di "enoturismo" e "archistar", qualche anno fa registravamo "comodoso" e "morbidoso". Molte le parole 2011 che arrivano dal web: "malware" ("software creato con l´intenzione di danneggiare il computer su cui si installa"), "taggare", "postare". E poi: "nativo digitale", chi è nato nell´era di internet, e "immigrato digitale", chi ha imparato da adulto ad usare il computer. La prima edizione del Vocabolario della lingua italiana Zingarelli fu pubblicata nel 1922. Nella prefazione Nicola Zingarelli scriveva: «La lingua è opera di civiltà e non di natura come per lungo tempo si è creduto. Il dolersi di una specie di inondazione di cosiddetti neologismi o che parole straniere siano così penetrate facilmente nella nostra lingua, sarebbe come dolersi di quel che ha il mondo per vivere meglio». Nessuna paura, dunque, se ci si vede per un "apericena" e magari si conclude la serata buttando giù tutto d´un fiato uno "shottino".