Ettore Livini, la Repubblica 30/9/2010, 30 settembre 2010
A PESO D’ORO
La protesi a 18 carati del premolare? 80 euro. Lo spillone da 40 grammi ereditato dalla prozia? Almeno 750 euro. Più gli spiccioli che si possono ricavare con le mini-pepite nascoste in lavatrice, nel computer di casa o tra i circuiti del nostro telefonino. Altro che Klondike, Sud Africa o Australia. La corsa all´oro del terzo millennio ha cambiato volto. Basta badili e padelle, fango e sudore. Oggi la più grande miniera al mondo è casa nostra. E il suo filone più promettente la pattumiera.
«Tutti noi viviamo circondati, a volte senza saperlo, da una piccola fortuna in metalli preziosi» dice Andrea Squarcialupi, titolare della Chimet, un Eldorado toscano da cui escono 500 chili di lingotti al giorno. I gioielli di famiglia e il servizio da tavola in argento ereditato dalla zia sono solo la punta dell´iceberg: «In un chilo di schede madri di pc ci sono da 0,1 a 2 grammi di oro, nei vecchi cellulari della Motorola addirittura 0,4 grammi. Persino dai videogames riusciamo a ricavarne 3 grammi al quintale». Così oggi, con le quotazioni volate a 1.310 dollari l´oncia (42 euro al grammo) e la crisi finanziaria che morde i conti degli italiani, è scattata una nuova era: quella dell´oro di seconda mano. Le famiglie liquidano i loro gioielli per far quadrare i conti di casa – i compra-oro nel nostro paese sono quintuplicati in meno di due anni – mentre le grandi aziende di riciclaggio hanno iniziato a rastrellare pattumiere e discariche dove, tra circuiti elettronici, rifiuti ospedalieri e filtri d´aerei, è nascosto un gigantesco tesoro in oro e argento.
Gli ori di famiglia. Una collana per il mutuo della casa. Il braccialetto della nonna, a malincuore, per trovare i soldi per riparare l´auto. Il boom dell´oro ha regalato negli ultimi mesi agli italiani un´arma in più per tappare i buchi nei bilanci di famiglia. «Beh è innegabile: la fila in coda ai nostri sportelli di recente si è allungata – ammette Angelo Mallardi, titolare della Compro-oro, due uffici a Bergamo e Milano –. Certo non tutti sono all´ultima spiaggia: tre giorni fa una signora mi ha venduto 250 grammi d´oro per comprarsi una Harley Davidson. Ma almeno il 20% delle persone viene qui per far fronte a problemi finanziari urgenti».
In pochi mesi in Italia sono spuntati 8mila negozi che comprano metalli preziosi di seconda mano con un giro d´affari decollato a 3 miliardi l´anno. «Arrivano per lo più gioielli di fascia bassa, quasi sempre d´oro giallo come andava di moda tanti anni fa» spiega Francesca Batacchi della Orocash, 350 punti vendita nel paese. «Noi paghiamo 19 euro al grammo l´oro e 20 centesimi l´argento – dice Mallardi – il 30% in più di un anno fa». Una tentazione troppo forte per chi fatica ad arrivare a fine mese. E così in molti hanno svuotato solai e cassapanche, riesumato oggetti dimenticati nelle cassette di sicurezza e sono passati all´incasso.
«Ci arriva di tutto: enormi candelabri d´argento, orologi d´epoca – continua Batacchi –. Molti li rivendiamo, il resto lo giriamo a chi fonde di nuovo il metallo». «Denti d´oro? Compriamo pure quelli», ammette Mallardi. Quelli nuovi sono in titanio, valore zero. Ma quelli vecchi contengono il 33% di metallo giallo. E un dente «può valere anche 80 euro». Il business tira se è vero che le protesi di Winston Churchill sono state vendute all´asta a Londra per 15.200 sterline mentre nel cimitero di Staglieno a Genova sarebbero stati riesumati diversi cadaveri (la magistratura sta indagando) solo per riciclarne canini e molari.
Una miniera in discarica. La corsa del prezzo delle materie preziose ha però avuto un altro effetto collaterale. Il boom del loro riciclo. Oro e argento non diventano solo anelli, collane, posate o oggetti d’arredamento. Anzi, negli ultimi anni il loro utilizzo industriale è decollato. Si fondono verghe e lingotti per sfruttare nei circuiti elettronici l´ottima conduttività del metallo giallo. L´oro si usa per creare i rivestimenti di molti satelliti e come ingrediente principe di medicinali anti-reumatici. L´argento è uno dei componenti fondamentali degli specchi d´arredamento, è stato per decenni uno dei materiali base per l´industria fotografica. La Nasa lo utilizza per i filtri dello Shuttle, le grandi compagnie aeree per purificare l´acqua di bordo. In forma colloidale è uno straordinario anti-batterico utilizzato da tutti i big della farmaceutica.
Quando l´oro viaggiava a 700 dollari l´oncia, nessuna faceva caso a dove finisse tutto questo ben di Dio. Oggi tutto è cambiato. Si recuperano i telefonini (da un milione di cellulari si ricavano 37,5 chili d´oro, 386 d´argento e 16,5 di palladio), le lavastoviglie, i computer, le tv e le batterie d´auto. «Noi ricicliamo soprattutto segatura d´oro, lo scarto del lavoro d´oreficeria ma anche tanta elettronica», racconta Squarcialupi della Chimet.
L´estrazione della parte preziosa è relativamente semplice. Prendiamo le schede madri dei pc, il filone più ricco del metallo di seconda mano: «Si macinano una prima volta, si bruciano e poi si rimacinano – racconta l´imprenditore toscano –. Poi si seleziona con sofisticati procedimenti il composto ottenuto, si passa alla fusione e si separa l´oro». Durata del processo 10 giorni. Al cui termine si ricava oro 999,9, purissimo, in lingotti da un chilo o barre da 12 kg. Alla Chimet se ne producono 500 kg. al giorno». Una fortuna protetta 24 ore su 24 da una dozzina di guardie fisse.
Intere città in India e Cina campano oggi proprio grazie all´industria del recupero dei materiali preziosi. Loro fanno i lavori a più alto volume (soprattutto il riciclaggio di elettrodomestici, marmitte e batterie). L´Europa ha un know-how specifico per gli interventi più sofisticati, Obbiettivo, non perdere nemmeno una pagliuzza di metallo giallo: «Un´antica raffineria d´oro inglese costretta a ristrutturare i suoi impianti ci ha inviato il suo vecchio pavimento di legno – racconta Squarcialupi –. Erano 23mila kg. di listelli. Li abbiamo trattati e alla fine sa quanto oro abbiamo ricavato? 60 kg!». Valore ai prezzi attuali di questa "spremuta" di parquet: 2,3 milioni di dollari. E pensare che c´è gente che l´oro – invece che sotto i piedi – va a cercarlo sottoterra...