D. Mas, Libero 30/9/2010, 30 settembre 2010
PERSEGUITAVA LA FIGLIA PER IL FIDANZATO ANCHE UNA MAMMA PUÒ FARE STALKING
Le mamme o sono delle brave mamme o delle rompiballe di proporzioni inimmaginabili, dal punto di vista dei figli. Mamma non si nasce, si diventa. I più fortunati si ritrovano una mamma equilibrata con un’infanzia felice, che ha risolto i propri tormenti emotivi e raggiunto la maturità. Ma se così non fosse, la situazione si complica. E i figli rischiano di crescere su dinamiche sbagliate, quando va bene, malate nella peggiore delle ipotesi.
Fino ad arrivare ai casi più disperati come quello di una mamma di 65 anni della provincia di Terni che da quattro anni infastidisce la figlia di 28 anni che convive con il suo fidanzato. Alla signora non piace il ragazzo della figlia. E così la perseguita in modo insistente, tormentandola con telefonate, messaggi e persino pedinamenti. Non solo. La
donna, ossessionata da questa relazione, si è anche presentata più volte sul luogo di lavoro del fidanzato. In alcune occasioni ha anche richiesto l’intervento delle forze dell’ordine sostenendo che la figlia fosse in pericolo.
La polizia è intervenuta, non ha mai trovato nulla di così strano o allarmante e ha deciso di porre fine alla situazione notificando un ammonimento emesso dal Questore di Terni per il reato di atti persecutori. Con il provvedimento la signora viene invitata a modificare il proprio comportamento prima che questo sfoci in un illecito perseguibile in Tribunale.
Uno strano caso di stalking. «Ma sempre stalking è. Ha fatto bene il questore», commenta Federica Mormando, psichiatra e psicoterapeuta, «poco importa da dove arrivi, lo stalking va sempre fermato, prima che faccia
troppi danni» Aggiunge: «In questo caso vanno ridefiniti i confini del rispetto che è dovuto a qualunque persona; nessuno può entrare prepotentemente nella vita di un’altra persona». Nemmeno una mamma può invadere in modo così fastidioso la vita della figlia. Una figlia che tra l’altro ha 28 anni e non è più una ragazzina.
«Fare la mamma è impegnativo», dice la psichiatra. «Le donne per mille motivi sono costrette a polarizzare la propria vita sui figli;
per i primi due anni quasi non escono di casa; lasciano fuori dalla porta un mondo e cominciano una nuova vita; un cambiamento forte, difficile per molte, tant’è che in qualcuna nasce il desiderio di strozzare il neonato ma poi finisce per farne il centro della propria vita». E «quando il bambino va all’asilo chi è che va in crisi? La mamma, è lei che soffre più del bambino la separazione, perché è come se qualcuno le strappasse una parte di sé».
Ma questi sono casi particolari. «Di solito la gente ha dei buoni confini di personalità a volte no: c’è chi uccide i figli e chi li perseguita». La stalker ha un pensiero ossessivo: entrare nella vita della figlia e modificarla. Un desiderio morboso: farle lasciare il fidanzato e e scegliere per lei quello giusto.