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 2010  settembre 30 Giovedì calendario

FINI TROVA LA SCUSA PER DIMETTERSI

Il primo appuntamento è stato fissato per martedì prossimo. Tutti i deputati e i senatori di Futuro e Libertà sono stati convocati ufficialmente da Gianfranco Fini per la prima riunione destinata a trasformare i gruppi parlamentari in un partito vero e proprio. L’annuncio è stato dato ieri dal presidente della Camera poco dopo il discorso con cui Silvio Berlusconi chiedeva la fiducia. L’ufficializzazione ha anche messo le ali a una ipotesi che già il giorno prima era stata avanzata dall’intellettuale finiano Alessandro Campi: con la nascita del nuovo partito il presidente della Camera lascerà l’incarico istituzionale per ricoprire un ruolo politico a tempo pieno e probabilmente anche per guidare senza tentennamenti il gruppo dei deputati di Futuro e Libertà. Non ci sono conferme ufficiali dentro il partito in costruzione, ma l’ipotesi è data per assai probabile dagli stessi fedelissimi: «Lui non ne ha parlato incontrandoci ieri, ma è plausibile che lasci l’incarico», afferma uno dei più stretti collaboratori. E un altro aggiunge: «Nulla di deciso, ma si sta ragionando anche su questo». Dall’esterno gli ex amici del Pdl maliziosamente spiegano che le dimissioni “politiche” dalla presidenza della Camera sarebbero un’ottima via di fuga dalla trappola in cui Fini stesso si è infilato per la casa di Montecarlo. Ormai piovono quotidianamente prove e indizi sul fatto che Giancarlo Tulliani sarebbe il vero proprietario sia di Printemps ltd che di Timara Ltd, le società con cui Alleanza nazionale ha triangolato nel 2008 l’abitazione ricevuta in eredità dalla contessa Anna Maria Colleoni. Anticipare quelle dimissioni promesse davanti alla prova regina su Tulliani servirebbe davvero a Fini per divincolarsi da un caso che lui giorno dopo giorno ha vieppiù ingarbugliato. Molti dei suoi per altro si rendono conto che con la fiducia di ieri il rischio elezioni è stato solo parzialmente allontanato. I bookmakers di palazzo collocano nella primavera 2011 la data assai probabile di nuove elezioni politiche. Il partito che dovrebbe nascere ora avrebbe dunque massimo sei mesi per fare conoscere agli italiani il proprio menù politico e la propria nuova collocazione. E non può farlo se il suo leader, l’unico in grado di raccogliere voti (gran parte dei finiani non ne hanno di propri, e spesso sono stati eletti più o meno come è accaduto alle contestate veline azzurre), è imbrigliato in un ruolo istituzionale. Non solo: ma partecipare a un incontro pubblico in qualche piazza italiana oggi è possibile per Fini solo con visita protocollare e ufficiale, e a spese della Camera dei deputati. Sono condizioni che impediscono attività politica se non sotto una grandine di polemiche. Le dimissioni, secondo i finiani, sarebbero dunque un atto obbligato. Per fare il nuovo partito però servirebbero anche finanziamenti e fondi necessari all’attività politica. E su questi oggi Fini non può contare, salvo la generosità di qualche nuovo fan e delle imprese che già hanno aiutato la fondazione Fare Futuro. Il nuovo partito non può chiedere al PdL da cui si separa una quota parte dei rimborsi elettorali, perché questi sono già stati regolati fin dal 2008 con il vecchio partito di Fini, Alleanza nazionale, che non solo li ha iscritti a bilancio come crediti fin dal primo giorno, ma li ha pure cartolarizzati con un primario istituto bancario per mettere in cassa subito la somma stabilita da una scrittura privata con il tesoriere del PdL, Rocco Crimi, del 27 febbraio 2008. Grazie a quell’accordo da quel giorno in poi il 100% dei rimborsi elettorali del PdL sarebbero stati divisi girando i tre quarti della somma a Forza Italia e un quarto solo ad Alleanza nazionale. Il toto contributi, visto il risultato elettorale delle politiche, ammontava in tutto a 41 milioni e 303 mila euro. Quelle somme sono finite però nella cassa di An e lì sono rigorosamente protette da un comitato di garanti che sta traghettando lentamente e faticosamente il vecchio partito in una nuova fondazione dove sono custoditi tutti i beni mobili e immobili. La fondazione non c’è ancora e da lì nessuno può attingere nulla ancora per un anno. Bisognerà cercare altrove.