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 2010  settembre 29 Mercoledì calendario

L´ETICHETTA TRASPARENTE VALORIZZERÀ GLI ARTIGIANI

Etichette chiare e trasparenti. Per il mondo della moda è una vera rivoluzione. E a dare il via a questa innovazione è il marchio Prada, con l´operazione "made in", dove si dichiara il paese in cui è stato realizzato il prodotto. Mentre a livello europeo si sta definendo, non senza difficoltà, una legge che consenta la tracciabilità di un abito, una giacca o una borsa, uno dei grandi marchi del lusso, come è Prada, si pone all´avanguardia con quattro etichette che svelano il paese in cui abili artigiani hanno consentito la realizzazione del prodotto.
Le nuove etichette sono quattro e sono tutte associate a capi di gran lusso. Il "made in Scotland" è legato a una collezione di kilt fatti nei laboratori della Gran Bretagna depositari delle originali tecniche di tessitura e dove si utilizzano le lane e i tartan che appartengono alla plurisecolare tradizione dei clan. Dal Perù arrivano le preziose maglie in Alpaca, la lana che gli Incas chiamavano «l´oro delle Ande» e che solo l´imperatore, la sua famiglia e gli alti dignitari avevano il diritto di indossare. Con l´etichetta "made in Japan", Prada ha fatto realizzare i jeans con il più bel denim al mondo, in quattro varianti di tela e sette lavaggi diversi. Dall´India, terra di raffinatissimi artigiani, arrivano non solo abiti con ricami Chikan, quelli dai motivi floreali applicati su tessuti leggeri, ma anche borse, ballerine e sandali di pelle colorata e intrecciata, tutti realizzati a mano da piccoli laboratori artigiani indiani.
«Noi siamo sempre stati a favore della dichiarazione provenienza del prodotto - spiega Patrizio Bertelli, amministratore delegato di Prada - e come nella moda, siamo grandi anticipatori». E aggiunge: «Se si vuol fare un bel maglione in Alpaca, cosa c´è di meglio se non andare in Perù e lavorare con i migliori laboratori della zona? Per fare i nostri prodotti "made in" abbiamo scelto il meglio al mondo, valorizzando e sostenendo la tradizione artigianale di quei paesi». Ma, come ricorda Bertelli, l´operazione fatta da Prada, riflette una ricerca del bello che fa parte della storia del marchio: «Già nel 1913 Mario Prada, il nonno di Miuccia, il visionario fondatore del marchio, girava il mondo per scovare materiali raffinati, come pellami e stoffe, e sofisticate manifatture per la realizzazione delle sue creazione. Usava, ad esempio, la pelletteria alsaziana o austriaca, i cristalli di Boemia, l´argenteria inglese e la galuscià che arrivava dall´Estremo oriente. Oggi il mondo si è globalizzato e Prada ha scelto, in vari paesi del mondo, nicchie di eccellenza con cui collaborare per quei prodotti fatti a mano, utilizzando antiche tecniche artigianali». Il "made in", avrà etichette speciali: sono quelle storiche, su fondo azzurro, con il logo della maison e sotto "made in" Perù, Giappone, Scozia o India, a seconda della provenienza del prodotto. I jeans giapponesi, tutti pezzi unici, sono già in boutique e al loro interno sono impressi ideogrammi dipinti a mano, con le rappresentazioni grafiche che indicano la regione di provenienza. Per Natale è previsto l´arrivo dei kilt e dei maglioni in Alpaca e, poi, in primavera, sarà la volta dei coloratissimi prodotti "made in India". «La nostra operazione continuerà con alti prodotti - conclude Bertelli - e la chiave di volta che ci guiderà è la ricerca dell´eccellenza».