Attilio Barbieri, Libero 29/9/2010, 29 settembre 2010
LETTERE
Vorrei chiedere al ministro Brambilla la differenza tra una pelle di visone, rispetto a quella di un capretto o di un vitello. Infatti in tutti i casi nulla viene disperso, in quanto oltre all’utiliz - zo delle pelli per l’abbigliamento, con le carni del visone come per le altre vengono composti mangimi e integratori vari molto usati negli allevamenti ittici (quindi probabilmente anche per i pesci che le aziende alimentari commercializzano). Per non parlare degli agnelli, i cui allevamenti sono fonte di sostentamento per alcune popolazioni del Terzo Mondo, oltre che per le pelli. Certo, si può rinunciare alla pelliccia o al giubbotto in pelle, e le scarpe possiamo prenderle di plastica, ma non sarà questo tipo di ambientalismo un modo comodo per mettere a tacere la nostra coscienza, visto che abbiamo fallito nei rapporti umani? Franco Gonzato e.mail