29 settembre 2010
Tags : Gian Arturo Ferrari
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FERRARI, GIAN ARTURO"
2010
Gian Arturo Ferrari, presidente del Centro per il libro del ministero dei Beni culturali, parlando dell’ebook invita a diffidare degli scenari apocalittici: «Al momento il business dei libri riguarda in larghissima prevalenza la carta e lo scenario non cambierà a breve termine, diciamo per i prossimi cinque anni. Però si avvicina una radicale trasformazione, nella quale il ruolo degli editori non verrà meno, ma sarà insidiato da altri soggetti come gli attori della tecnologia e gli agenti letterari. La funzione mediatrice tra chi crea e chi fruisce della creazione non scomparirà, anzi verrà esaltata dall’aumento della complessità, ma bisogna vedere come cambierà. Ci attende una fase di transizione che va affrontata senza troppa paura. Anche il pericolo della pirateria digitale nel campo dei libri, che qualcuno paventa indicando l’esempio della musica, mi sembra lontano finché il mezzo elettronico resta minoritario in fatto di consumo dei libri» (Antonio Carioti, Corriere della Sera 6/9/2010).
Gian Arturo Ferrari, ex boss di Mondadorie oggi presidente del Centro per il Libro e la Lettura. «Ci sono pochi dubbi sul fatto che l’e-book finirà per vincere» ha scritto in occasione della festa del libro di Roma «Libri come». Per due motivi: di contenuto («l’ebook diventerà il mezzo elettivo per ogni forma di apprendimento, da quello elementare a quello più sofisticato») e, soprattutto, economico: «tutti i costi legati alla consistenza fisica dei libri nell’e-book scompariranno (Stefano Salis, Il Sole-24 Ore 6/4/2010).
2009
Gian Arturo Ferrari a Bologna, durante una cena organizzata nella sede del Mulino alla vigilia della tradizionale lettura annuale, venerdì della scorsa settimana aveva parlato di Giulio Einaudi come dell’ «inventore dell’editoria di qualità» e poi s’era lanciato in una serie di definizioni quali «Fitzcarraldo del libro», per niente preoccupato dai conti economici, un editore che non dipendeva dall’università o dal partito (inteso come Pci), ma che voleva «influenzare l’università e il partito». (Dino Messina, Corriere della Sera 6/12/2009)
In Italia The lost symbol uscirà entro la fine dell’anno. Sarà pubblicato da Mondadori, già editore del Codice da Vinci e di Angeli e demoni.
A Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione libri del Gruppo Mondadori, chiediamo come siano riusciti ad aggiudicarsi i diritti per i best seller di Dan Brown.
«Con le aste, come si fa di solito».
Come funzionano queste aste?
«I diritti di un libro sono gestiti da agenti che trattano per conto dell’autore. In genere gli agenti stranieri, soprattutto quelli americani e quelli inglesi, hanno dei sub-agenti in Italia. Questi, quando hanno un libro importante, lo fanno vedere a quegli editori che possono essere interessati. In molti casi gli editori questo libro lo conoscono già, perché hanno ricevuto delle segnalazioni dagli scout che hanno nel paese dove il libro è uscito».
Già lo conoscono?
«Sì, l’hanno letto tutto, o solo alcuni capitoli oppure qualche riassunto che renda l’idea».
A questo punto cosa succede?
«Se il libro è un libro ”caldo”, cioè sta vendendo tantissimo perché l’autore è di grande fama, oppure perché c’è un film in arrivo ecc., un editore può decidere di fare subito un’offerta che dev’essere per forza molto alta».
Altrimenti?
«L’agente dice: ”Ho questo libro, fate le offerte”. Stabilisce il termine ultimo entro cui devono arrivare le proposte. Una volta che le ha viste, dice: ”L’offerta più alta è di tot, se volete potete rilanciare”. Si va avanti finché gli editori interessati non restano in due. Allora l’agente chiede in genere la ”best offer”, ovvero l’ultima cifra cui i due editori sono disposti ad arrivare. E quindi sceglie. Però c’è anche un’altra modalità, che si chiama ”floor”: all’inizio dell’asta un editore mette sul piatto una proposta molto alta (per esempio 300 mila euro) e annuncia che comunque aggiungerà un 10% all’offerta più alta che gli altri concorrenti potranno fare».
Ma gli editori e l’agente si incontrano in una stanza?
«No. Fino a qualche tempo fa si faceva tutto per telefono, adesso si usa la posta elettronica».
In questo modo avete preso The lost symbol?
«No, per Dan Brown l’asta c’è stata solo per il primo che abbiamo pubblicato, cioè il Codice da Vinci. L’abbiamo preso quando già nelle vendite americane stava andando bene, ma prima dell’exploit. Poi quando un autore conosce con un editore, in genere (anche se non è scontato) continua con quello».
Che prima tiratura prevedete per questo libro?
«Dobbiamo ancora decidere, comunque è sempre meglio non cominciare mai con grandi numeri». (Vocearancio 16/09/09)
Gian Arturo Ferrari, attuale capo della divisione libri Mondadori, lascerà i ruoli operativi per dedicarsi, lavorando a fianco di Costa, a compiti più marcatamente strategici e istituzionali.
(Daniele Manca, Corriere della sera 1/7/2009)
Finora gli e-book hanno deluso le aspettative. Innanzitutto perché i prezzi dei dispositivi hardware sono ancora troppo alti, come sottolinea Gian Arturo Ferrari, direttore generale della divisione libri Mondadori: tra i 350 e i 600 euro (per quelli col wi-fi). (Anna Masera, La stampa 13/5/2009)