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 2010  settembre 29 Mercoledì calendario

SANGUE E RIFIUTI, CHI SONO GLI IMPRESENTABILI AL TELEFONO

Il sangue e i rifiuti. E poi la politica. Nicola Cosentino era spesso al telefono con gli uomini legati a Gomorra – Giuseppe Valente e i fratelli Sergio e Michele Orsi – tutti condannati in primo grado per una sfilza di reati aggravati dal metodo mafioso o dall’agevolazione all’associazione camorristica. “Soggetti intranei o contigui all’organizzazione dei Casalesi”, scrivono i pm della dda di Napoli Alessandro Milita e Giuseppe Narducci. Con loro, Cosentino, aveva una particolare confidenza: “Uè Peppino”, dice a Giuseppe Valente, nel luglio 2002. È lo stesso Valente, ex presidente del consorzio “Ce4”, poi condannato a 5 anni e 4 mesi, per reati che vanno dal concorso esterno al clan camorristico , alla truffa con aggravante di mafia. “Giuseppe Valente era un funzionario Inps, faceva attività politica per Forza Italia, e fu individuato come presidente del consorzio CE4, ritengo proprio grazie ai fratelli Orsi”, dice un collaboratore di giustizia, Gaetano Vassallo, poi condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione. E il consorzio “Ce4”, come i fratelli Orsi, sono il perno del “Caso Cosentino”. L’8 luglio Cosentino parla con Valente utilizzando un altro telefono: quello di Michele Orsi. “Ti passo un attimo Nicola...”, dice Orsi passando la cornetta a Cosentino. Michele Orsi morì ammazzato, dal clan Bidognetti, nel suo paese: Casal di Principe. Era il primo giugno 2008: Gomorra ammazzava un “colletto bianco” che custodiva i rapporti con la politica. E Vassallo dichiara agli inquirenti che Valente e i fratelli Orsi erano “culo e camicia”, “rappresentavano un unico soggetto. Facevano tutto insieme, uscivano, mangiavano e praticamente tutto ciò garantiva l’aggiudicazione della gara”. Le gare: erano quelle per aggiudicarsi l’affare dei rifiuti. Quando fu ammazzato, davanti a un bar di Casal di Principe, Michele Orsi aveva 47 anni. Era a capo di una società mista, pubblica e privata: la “Eco 4”. In una nota – diramata dalla procura nel 2009 – si legge che i fratelli Orsi, da “semplici imprenditori edili, privi della minima esperienza nel settore della raccolta e della gestione dei rifiuti solidi urbani”, s’erano “serviti del potere economico e criminale del gruppo di stampo camorristico per sbaragliare ogni possibile concorrenza, divenendo così il partner privato del consorzio Ce4, nella società a capitale misto denominato Eco 4”. Michele Orsi era già stato interrogato dalla dda di Napoli: “Vi sono due tipi di imprenditori”, aveva detto, “l’imprenditore che nasce con la camorra, che è più camorrista del camorrista, e quello che non lo è, ma è costretto a entrare in contatto con la camorra”. I pm volevano che spiegasse gli intrecci tra Casalesi e politica nel settore rifiuti. Nel frattempo Orsi, che non aveva mai collaborato, finì ammazzato. Era indagato per truffa, aggravata dal metodo mafioso, ma è stato raggiunto da un’altra sentenza. Inappellabile: la condanna a morte dei Casalesi. Gli stessi casalesi ai quali, secondo Vassallo, doveva gran parte della sua fortuna imprenditoriale: “Alla fine degli anni ‘90 – dichiara Vassallo in un verbale – fui chiamato dal geometra Cirillo Bernardo, nipote di Bidognetti Francesco e affiliato al clan Bidognetti, dicendomi che voleva incontrarmi. Mi chiese, a nome del clan Bidognetti, di dare una mano ai fratelli Sergio e Michele Orsi di Casal di Principe a inserirsi nel mondo dei rifiuti. (…). Gli Orsi (…) dissero che il loro progetto era di essere il braccio operativo del consorzio pubblico “Ce 4”, il cui presidente è Giuseppe Valente di Mondragone (…)”. E Valente, che con Cosentino parlava al telefono, dirà agli inquirenti: “Cosentino (…) voleva che ‘tutto quel che si faceva doveva passare attraverso di lui’ ”. Particolarmente amara, però, e la parabola giudiziaria di Sergio Orsi: all’indomani dell’omicidio di suo fratello Michele, disse ai giornalisti: “Ho paura per me e per i miei familiari”. Per un po’ ottenne anche la scorta, ma un anno dopo finì agli arresti. Secondo l’accusa, ha continuato a fare affari con i casalesi, con gli assassini di suo fratello. Sergio Orsi è stato condannato a 4 anni e 8 mesi per associazione di stampo mafioso, riciclaggio, corruzione e truffa. Non è in carcere e, secondo la Cassazione, i suoi contatti con il clan si fermerebbero al 2002. Il 2002: l’anno in cui, al telefono con Cosentino, veniva intercettato suo fratello Michele.