ROBERTO GIOVANNINI, La Stampa 29/9/2010, pagine 47, 29 settembre 2010
Lady Oscar femminista in punta di fioretto - Lei è Oscar François de Jarjayes, classe 1755, colonnello della Guardia Reale di Luigi XVI, carattere di ferro e spadaccina implacabile, sesta figlia femmina del generale François Augustin Reynier de Jarjayes (un nobile francese realmente esistito), che stanco di avere bimbe in casa decide di crescerla «come un maschio»
Lady Oscar femminista in punta di fioretto - Lei è Oscar François de Jarjayes, classe 1755, colonnello della Guardia Reale di Luigi XVI, carattere di ferro e spadaccina implacabile, sesta figlia femmina del generale François Augustin Reynier de Jarjayes (un nobile francese realmente esistito), che stanco di avere bimbe in casa decide di crescerla «come un maschio». Tutti però la conoscono come Lady Oscar, la protagonista dell’anime trasmesso in televisione in Italia per la prima volta nel 1982. Un vero e proprio mito per legioni di trentenni e quarantenni che rimasero affascinati di fronte alle prodezze di questa biondissima guerriera androgina, simbolo di un’emancipazione conquistata a suon di duelli e di battaglie politiche e non nel mefitico ambiente della corte di Versailles alla vigilia della Rivoluzione Francese. A ideare - ormai nel lontano 1972 - Oscar François de Jarjayes ci pensò la mangaka Riyoko Ikeda, una signora dall’aspetto gentilissimo, ma dalla determinazione altrettanto ferrea, che in questi giorni è in Italia per partecipare alla rassegna del fumetto Romics e per cantare: da dieci anni, abbandonato il disegno, Ikeda è un popolarissimo soprano. E come spiega Ikeda-sensei, Oscar è e resta «un personaggio rivoluzionario nato in un’epoca dominata dagli uomini, in cui per le donne era molto difficile essere indipendenti. E ancora oggi resta un modello per tante bambine e ragazze... Questo mi fa piacere ma mi stupisce». Una leggenda, quella di Oscar e di Versailles No Bara (Le rose di Versailles). Questo il titolo originale del manga - l’albo a fumetti - e dell’animazione, ispirato largamente alla biografia di Maria Antonietta di Stefan Zweig. La seduzione di Oscar, la radice del suo successo, sta proprio nel suo essere a cavallo di due mondi. Oscar è donna, ma anche uomo. E un uomo che sa menare le mani e fronteggiare le mille insidie che a Versailles minacciano Maria Antonietta e la sua vita disordinata. Non a caso, peraltro, in diverse occasioni si percepisce tra le due - nonostante le «bonifiche» effettuate nella versione italiana del cartone, che ha drasticamente cancellato o distorto molti passaggi chiave - il montare di una potente tensione erotica. Oscar è soldato leale, ma matura una coscienza politica: con il passare degli anni cresce il suo disgusto per le dissolutezze reali e la sua empatia per le sofferenze del popolo. Non è un caso che, in una sorta di combinato risveglio sessuale e insieme politico, Oscar (finalmente!) ceda all’amore del suo amico d’infanzia, l’umile ma costante figlio della governante André Grenier, scelga di schierarsi con i rivoluzionari e cada durante gli scontri per la presa della Bastiglia. «Ho iniziato a pensare a Lady Oscar - dice Ikeda, incontrata presso l’ambasciata giapponese - quando avevo 24 anni ed ero studentessa di filosofia a Tsukuba. I miei amici mi dicevano che ero matta ad abbandonare gli studi per il fumetto, e il mio editore mi sconsigliava di affidare un messaggio importante a una donna. Io invece ero certa che la storia di una ragazza che rinunciava ai sogni tipici delle donne per essere indipendente avrebbe colpito il cuore di molti. Molti uomini però non l’hanno accettato. Quando è uscito il manga ricevevo telefonate d’insulti». Tra l’altro, erano tempi duri per una donna mangaka: «Prendevo la metà dei soldi di un autore uomo, si dava per scontato che prima o poi mi sarei sposata e fatta mantenere». Una storia di rottura, ma anche un tratto di rottura: «Allora le donne venivano disegnate tutte uguali, aggraziate e passive. Io volevo che il mio personaggio rispettasse la propria essenza. Credo - spiega - che possano esserci uomini che tirano fuori la loro femminilità, donne che tirano fuori la loro mascolinità: l’importante è che rispettino il proprio io». Ikeda la sua parte l’ha fatta, collaborando a fondare il «gruppo dell’anno 24», un circolo di autrici che ha rivoluzionato il mondo del manga shojo (per ragazze), ed ha aperto la strada al filone shonen-ai (storie di amicizia omosessuale tra ragazzi, oggi popolarissimo tra le lettrici). E Ikeda Sensei, la maestra Ikeda, ha continuato ad affascinare con storie bellissime come Orpheus no Mado (la finestra di Orfeo), un’altra storia di una ragazza costretta a camuffarsi da uomo, ambientato nella Russia tra la prima guerra mondiale e la rivoluzione leninista, ed Eroika, sull’epopea di Napoleone Bonaparte.Lady Oscar, Tex Willer e tanti altri eroi dei fumetti invaderanno la Nuova Fiera di Roma, dal 30 settembre al 3 ottobre, in occasione di «Romics». La rassegna dedicata al fumetto, all’animazione e ai games lo scorso anno ha registrato 75mila visitatori. Tra le tante iniziative, riconoscimenti a Riyoko Ikeda, al disegnatore di Tex, Claudio Villa, e all’americano Chris Ware, autore della graphic novel Jimmy Corrigan. Premi anche ai «sette re di Romics», sette grandi firme che si alterneranno sul palco e in workshop per raccontare la loro esperienza: Roberto Dal Prà, Stefano Disegni, Paolo Eleuteri Serpieri, Roberto Recchioni, Laura Scarpa e Rodolfo Torti. E ieri sera, la «Sfilata Cosplay» nel centro storico di Roma, un corteo di appassionati di manga e anime mascherati come i loro personaggi preferiti.