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 2010  settembre 29 Mercoledì calendario

La dolce ossessione del Faraone del Parco - Il feudatario innamorato è triste per il Parco lasciato solo più che per le accuse, l’arresto, le cronache

La dolce ossessione del Faraone del Parco - Il feudatario innamorato è triste per il Parco lasciato solo più che per le accuse, l’arresto, le cronache. Franco Bonanini si sente, si vive - nel bene della gloria mondiale delle Cinque Terre e nel male di novecento pagine d’ordinanza scritte dai pm di La Spezia - padre, madre, amante, principe, vita e slancio della «nuda e solenne cornice», paesaggio roccioso e austero fra mare e rupi dipinto a parole da Eugenio Montale. Bonanini si offriva disinvolto e stupito già nei giorni scorsi, quando si parlava del «corvo», misterioso castigatore, a dire il vero non in picchiata su personaggi pubblici, ma su una polizia giudiziaria attaccata in lettere anonime. Tra autodifesa e candore spiegava: «La Procura della Spezia indaga su aspetti civilistici e privati di alcune persone sui quali l’Ente Parco nazionale non c’entra assolutamente nulla e nessuna acquisizione riguarda direttamente l’Ente». Si metteva anche in gioco direttamente, raccontando di lavori di ristrutturazione della sua casa a Riomaggiore con richiesta firmata dal figlio anziché da lui: per forza, spiegava, mi preparavo al trapianto di fegato e avevo altro cui pensare, ho delegato. Giù le mani dall’immagine del Parco, insomma: vi racconto le cose mie, ma la mia Creatura non c’entra. Però della sua Creatura tutti lo chiamavano il Faraone. E non certo per lussi o sprechi, anzi, come un omaggio a una ricca, illuminata, seppur accentrata, gestione. «Ho ricevuto un avviso di garanzia nella qualità di privato cittadino». Tenacia totale: non sporcate il Parco, come fosse uno dei tanti cartelli da innestare sui camminamenti tra Monterosso, Vernazza, Corniglia, Manarola, Riomaggiore. A Riomaggiore Bonanini è nato il 7 novembre 1952. Impiegato in banca, alla Carispe, la Cassa di Risparmio di Spezia, si sposa con Concetta Gasparini e ha due figli, altrettanto amanti della loro terra, dediti alla produzione di vino e di miele. Uno di loro, Edy, diceva ieri attonito: «Un arresto spettacolare all’alba, per una persona che ha problemi di salute, ha subìto un trapianto, stava a casa sua e non certo a preparare una fuga. Neanche fosse stato un blitz antimafia». Ma pure la famiglia conserva quel distacco tipico di lui - a metà tra il lontano e il timido il suo - che lo faceva essere il feudatario innamorato ma silenzioso anche negli incontri internazionali. Non cercava i giornalisti, aspettava che lo cercassero o che qualcuno suggerisse loro di cercarlo per saperne di più, quasi a chiedergli per cortesia di svelare pezzi del gioiello. E’ nel 1997 che le Cinque Terre, con le isole Palmaria, Tino e Tinetto, diventano patrimonio dell’Unesco. Nel 1998 il Ministero dell’Ambiente istituisce l’Area marina naturale protetta. L’anno dopo ne è il presidente ed è chiamato nella giunta esecutiva della Federazione Italiana Parchi e Riserve Naturali ed è fondatore di Symbola. Nel 2005 è presidente dell’Agenzie Regionale per la promozione Turistica della Liguria. Direttore generale è Angelo Berlangieri, oggi assessore al Turismo, incredulo, dopo quella collaborazione, all’idea di accuse che non siano eventuali figlie di disattento entusiasmo o eccessiva fiducia in altri: «Persona straordinaria, mi ha insegnato molte cose». Lo ricorda lui e lo ricordano quelli che al fianco di Bonanini lavorarono in silenzio: «Non prese mai gli emolumenti che gli spettavano, perfino mettendo in crisi una giunta che in bilancio li aveva inseriti». Sono senza schieramenti stupore e amicizia: dal ministro Prestigiacomo al presidente di Legambiente Cogliati Dezza, da Giovanna Melandri a Ermete Realacci, dal presidente di Federparchi alla valanga scrivente di Facebook. Parlamentari d’ogni colore. Ma è qui, a Riomaggiore, in strada o in un salotto di casa, che si palpa la fiducia che però non diventa condanna ai magistrati. Vogliono sentirsi dire che Franco era soltanto un padre un po’ troppo entusiasta e possessivo, che gli è scappato l’acceleratore per il bene del figliolo di roccia, vegetazione, mare. D’altra parte lo stesso figlio Edy ha detto: «Non entriamo nel merito delle accuse, che non conosciamo, ma siamo preoccupati per la sua salute». Più di lui. Raccontano che quando era entrato in lista d’attesa per il trapianto conservava lo stesso aplomb di quando accompagnava Edward Nixon, fratello del presidente Usa, a vedere le «sue» meraviglie: «Silenzioso, magari pensieroso, ma gli parlavi del Parco e si distoglieva dalle ansie e dalle incognite dell’intervento». Quando negli Stati Uniti pensarono di festeggiare i 150 anni di Central Park venne fuori l’idea di abbinare una festa per Portofino. Non si inalberò, ma fu un po’ gelido: «E le Cinque Terre?». Pace fu fatta, con un Bonamini sorridente, a Manhattan, sotto l’hotel Jolly, al ristorante «Cinque terre».