Paolo Giordano, il Giornale 29/9/2010, pagina 34, 29 settembre 2010
Nikki Yanofsky mescola il jazz con i Led Zeppelin - Tutto sommato manco te l’aspetti una voce così quando lei sale velocissima sul palchetto del Duc des Lombards, un club microscopico alle spalle del Marais, qui a Parigi, tutta musica e al massimo un bicchiere sul tavolino
Nikki Yanofsky mescola il jazz con i Led Zeppelin - Tutto sommato manco te l’aspetti una voce così quando lei sale velocissima sul palchetto del Duc des Lombards, un club microscopico alle spalle del Marais, qui a Parigi, tutta musica e al massimo un bicchiere sul tavolino. Appena inizia a cantare i suoi standard jazz, Nikki Yanofsky- che, detto per inciso, ha sedici anni- spiega senza bisogno di domande perché il suo primo cd Nikki (appena uscito per la Decca) è stato prodotto nientepopodimenoche da Phil Ramone, un tipino sudafricano che si è fatto conoscere registrando la famosa Happy birthday di Marilyn Monroe a John Fitzgerald Kennedy e poi è arrivato fino a oggi passando per, tra gli altri, Ray Charles, Pavarotti, Sinatra e Liza Minnelli. Insomma, uno che capisce dove sia il talento e mica si fa scrupoli sull’età di chi lo esibisce. «Canto praticamente da quando ho iniziato a parlare » spiega lei, minutissima, un volto dolce e adolescente che è anni luce da quello delle tante lolite di cui sono farcite le classifiche pop. Nikki Yanofsky canta cose come On the sunny side of the street , uno standard degli anni Trenta, mescolandola con Fool in the rain , un bel rock che i Led Zeppelin pubblicarono nel 1980, poi I got rhyhmn e You’ll have to swing it e Over the rainbow , insomma tutti grandi classici che farebbero paura anche a un artista più scafato, figurarsi a una ragazzina che ha la madre come manager e sgrana gli occhi ogni volta che le parli tanto è felice. «Le abbiamo sempre lasciato seguire questa strada - dice Elyssa, la mamma - perché abbiamo capito che era la sua».E,giudicando l’atmosfera che si è creata in questo clubbettino con qualche decina di persone appena, non si sono mica sbagliati. Già nel disco, che snocciola tredici brani compreso l’inedito Bienvenue dans ma vie , questa ragazzina canadesemostra una voce fuori dal comune per estensione e soprattutto rotondità, la padroneggia come se fosse una cantante jazz cresciuta a furia di serate al Blue Note di New York, e neppure si lascia intimorire. Sarà l’incoscienza ( beata) dei sedici anni. Oppure la voglia inarrestabile di trasformare emozioni in suoni, chissà. In ogni caso,sembra nata per cantare,cantare e null’altro, e riesce persino, accompagnata da un trio di musicisti che avranno almeno il triplo della sua età, a trasformare in musica una vecchia filastrocca come Old MacDonald had a farm senza trasformarsi in un patetico karaoke. «Ho scelto di cantare vecchi standard perché mi piace sentire come erano e riproporli così come allora. Però io amo ogni tipo di musica, io faccio parte della generazione nata con iTunes , quella che divide la musica solo in due categorie: la bella e la brutta». E, per dimostrarlo, inizia a rappare in I love the way you lie , il brano duettato con Rihanna che ha appena riconsegnato Eminem al primo posto delle classifiche. Insomma, una (dolce) forza della natura. E non è un caso che sia stata la più giovane artista che abbia mai inciso con la prestigiosa Verve; che abbia già cantato (all’età in cui non si può neanche guidare l’auto)con Celine Dion,Herbie Hancock e Wyclef Jean; che a Umbria Jazz quest’anno se la siano ritrovata davanti senza stupirsi neppure un po’.D’altronde a quattordici anni, quando l’hanno chiamata a inaugurare le Olimpiadi invernali di Vancouver, non si è presentata con un brano qualsiasi: ha cantato in mondovisione Air mail special di Ella Fitzgerald con la stessa naturalezza sciolta e allegra con cui l’altra sera, quasi d’improvviso, ha riempito di jazz un piccolo locale che non s’aspettava una sorpresa così.