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 2010  settembre 29 Mercoledì calendario

Perfino il re sciopera contro Zapatero - Oggi la Spagna si fer­ma per il primo sciopero ge­nerale dell’era Zapatero, la prima protesta di massa che i sindacati socialisti (Ugt) e co­munisti (Ccoo) compiono contro il governo socialista spagnolo dal suo arrivo al po­tere nel 2004

Perfino il re sciopera contro Zapatero - Oggi la Spagna si fer­ma per il primo sciopero ge­nerale dell’era Zapatero, la prima protesta di massa che i sindacati socialisti (Ugt) e co­munisti (Ccoo) compiono contro il governo socialista spagnolo dal suo arrivo al po­tere nel 2004. E si ferma an­che il re. A complicare infatti una giornata già sufficiente­mente indigesta per l’esecuti­vo - che deve incassare le cri­tiche per la manovra da «la­crime e sangue » varata per ri­mettere in sesto i bilanci sta­tali - è arrivata anche la noti­zia che i membri della fami­glia non parteciperanno oggi ad atti pubblici. Il re Juan Carlos di Borbo­ne e l’erede al trono Felipe, oltre alla regina Sofia e alla principessa Letizia avrebbe­ro infatti cancellato tutti i lo­ro impegni pubblici in segno di rispetto per il diritto di scio­pero dei lavoratori spagnoli, assicura il madrilegno El Mundo . La Casa Reale non vorrebbe in questo modo aderire alla protesta contro il governo di José Luis Rodrí­guez Zapatero, spiega il quo­tidiano, ma fare un gesto di neutralità verso la manifesta­zione, evitando di comparire in pubblico in impegni uffi­ciali. Il capo di Stato e il resto della famiglia saranno infatti al lavoro oggi, ma nei loro uffi­ci del Palazzo de la Zarzuela, fuori Madrid, dove risiedo­no, non all’esterno. La Casa Reale ha subito smentito la notizia di un ge­sto del re in solidarietà con gli scioperanti, assicurando che «domani (oggi), come molti altri giorni dell’anno, i re non hanno previsto nes­sun atto pubblico». La rispo­sta non ha però convinto al­cuni, come il quotidiano Pu­blico , che ha ironizzato sulla coincidenza: «Guarda a caso uno di questi giorni che gli so­no rimasti liberi è proprio quello dello sciopero genera­le », lungamente atteso. La presidenza dello Stato ha anche assicurato che man­tiene la massima «normalità istituzionale» e ha smentito che siano state cancellati ap­puntamenti a proposito: uffi­cialmente infatti non vi era­no impegni in programma per il 29 settembre nell’agen­da ufficiale, spiegano. La pro­testa generale, diretta soprat­tutto contro la riforma del mercato del lavoro conside­rata «lesiva dei diritti dei lavo­ratori », era in programma al­meno da luglio, quando il go­verno ha approvato il critica­to decreto. Da mesi ormai si parla infat­ti in Spagna dello sciopero storico che promette di para­lizzare oggi i traspor­ti del pae­se e punta a piegare un gover­no socialista che per i convo­canti avrebbe abbandonato i suoi principi fondanti. La cri­si della Grecia, le speculazio­ni dei mercati sul debito spa­gnolo e le indicazioni di Unio­ne europea e Germania han­no infatt­i convinto in un tem­po record l’esecutivo Zapate­ro a cambiare rotta e applica­re misure draconiane per ri­mettere in sesto il deficit pub­blico, scivolato rapidamente al 11,4% del Pil nel 2009 con l’arrivo della crisi mondiale. I socialisti hanno varato due misure da 65 miliardi di euro che dovrebbero riporta­re il rapporto deficit/Pil en­tro il 3% nel 2013. A contribui­re all’operazione sono state però in particolare alcuni strati della società vicini ai so­cialisti. Il governo ha infatti tagliato per prima cosa il 5% di stipendio ai funzionari pubblici appena due mesi do­po aver firmato con loro un aumento. Poi è arrivato l’au­mento dell’Iva per tutti dal 16 al 18%, e la riforma del mercato del lavoro che ha, tra le altre cose, diminuito gli indennizzi per licenziamen­to senza giusta causa, facen­do scoppiare l’ira dei sinda­cati, fino a giugno sempre a fianco del governo.