Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 28 Martedì calendario

Domande e risposte: Società off-shore Che cosa sono? Lo scandalo «Tulliani» è legato a una presunta società off-shore

Domande e risposte: Società off-shore Che cosa sono? Lo scandalo «Tulliani» è legato a una presunta società off-shore. Quali le caratteristiche di queste società? Si tratta di società registrate in base alle leggi di uno stato estero, ma che conducono la loro attività al di fuori dello Stato o della giurisdizione in cui sono registrate. In genere si tratta di Paesi i cui ordinamenti prevedono scarsi controlli, pochi adempimenti contabili e regimi fiscali agevolati. Spesso sono Nazioni che basano la loro economia sulla presenza di capitali esteri e sulle ricche commissioni guadagnate sulle transazioni finanziarie. L’impressione è che servano per evadere le tasse. È vero? L’obiettivo principale è proprio ridurre al minimo l’imposizione fiscale, approfittando delle imposte molto basse. Ma con una società studiata bene - ed esiste un ricco mercato di professionisti specialisti della materia - è possibile ottenere anche altri vantaggi: per esempio la protezione di un patrimonio, la semplificazione della burocrazia, l’ottimizzazione dei costi, e la riservatezza. Come si risale al titolare di una società off-shore? La riservatezza è uno dei capisaldi dei paesi nei quali si costituiscono le off-shore. Pur di attirare sul loro territorio i capitali - e gestire le operazioni - di queste società, i Paesi non forniscono informazioni sulle società con base nel loro territorio. Così spesso le società offshore sono usate per realizzare discretamente speculazioni spericolate, se non addiritutra operazioni vietate o illecite, o per nascondere perdite di bilancio. La costituzione di offshore all’interno dell’architettura societaria di gruppi multinazionali è un fenomeno diffuso. Senza la riservatezza, i paesi perderebbero la loro ricchezza: e per questo motivo il governo di Saint Lucia, citato nella vicenda «Tulliani» è criticato con durezza dalla sua opposizione. L’aver rivelato dettagli sulla questione della casa di Montecarlo, vecchia proprietà del partito di An, mette a rischio la sua sopravvivenza economica». Come si apre una società off-shore? In sostanza bastano il proprio codice fiscale e un collegamento a internet. La rete pullula di società italiane e straniere che offrono il servizio completo. Qualcuna mette addirittura a disposizione società già costituite e rimaste inattive, ed è pronta a «girarle» ai suoi clienti in caso di necessità. Molto più difficile è fare da soli: bisognerebbe essere esperti di diritto internazionale per evitare di finire incriminati per evasione o riciclaggio. Generalmente, comunque, chi ha bisogno di una off-shore non ha grossi problemi a permettersi una consulenza del genere. Le società off-shore sono legali? Sì. Nonostante l’ammanco delle entrate fiscali, causato dalle società offshore ai cittadini dei Paesi a fiscalità ordinaria, un soggetto residente in qualsiasi Stato può legalmente creare e utilizzare una società off-shore. La legge italiana come regola le off-shore? Attravero la norma sulla tutela del risparmio del 2005 che attribuisce al Ministro della giustizia il potere di determinare gli Stati «i cui ordinamenti non garantiscono la trasparenza della Costituzione, della situazione patrimoniale e finanziaria e della gestione delle società». Per le società per azioni italiane che controllino o siano collegate con società con sede in quegli Stati sono previsti particolari obblighi informativi: devono documentare il patrimonio movimentato, le tasse pagate e dove sono stati realizzati i profitti. Dove cittadini italiani non possono controllare o aprire off-shore? Non esistono luoghi in cui non sia possibile. Però, nei Paesi in cui il ministro della Giustizia individui «carenze particolarmente gravi», le Spa italiane sono tenute a rispettare un regolamento stabilito dalla Consob, la commissione di vigilanza, che valuta «le ragioni di carattere imprenditoriale» che motivano la scelta. La Consob, qualora rilevi irregolarità, può presentare denuncia al Tribunale. Quali sono gli Stati che consentono l’apertura delle off-shore? Un elenco dei Paesi più conosciuti, che però non è esaustivo, comprende luoghi noti e altri sconosciuti che balzano agli onori delle cronache esclusivamente per essere «paradisi fiscali». Nel complesso, sono: Andorra, Anguilla, Aruba, Bahamas, Barbados, Belize, Bermuda, Isole Vergini Britanniche, Brunei, Isole Cayman, Isole Cook, Costa Rica, Cipro, Dubai, Gibilterra, Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man, Labuan, Liberia, Isole Marshall, Mauritius, Principato di Monaco, Antille Olandesi, Nuova Zelanda, Panama, Repubblica Dominicana, Saint Lucia, Seychelles, Singapore, Trinidad e Tobago, Turks e Caicos, Regno Unito.