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 2010  settembre 28 Martedì calendario

UNA GENIALE TESSITURA DIPLOMATICA —

Bisogna «trovare il coraggio della concordia». Con questa citazione foscoliana evocata dallo storico Walter Barberis (del Consiglio dei garanti del «Comitato Italia 150») come base per una lettura comune della nostra storia, il 6 giugno si chiuse una cerimonia per il bicentenario di Cavour nel castello di famiglia del conte a Santena, vicino a Torino. Il capo dello Stato era presente. Così come sarà presente domani all’Ecole normale supérieure di Parigi, dove il filo di quella riflessione — dal sapore più che mai esorcistico, data la crisi italiana oggi — è forse destinato a essere ripreso e approfondito in un convegno su «Cavour l’europeo e la rivoluzione diplomatica». Sarà uno dei momenti più importanti della visita di Giorgio Napolitano nella capitale francese. Che comincia ufficialmente stamani, con il conferimento di un dottorato honoris causa all’Università della Sorbona. E che prevede una tappa, giovedì, alla mostra allestita al Museo Nissim de Camondo, «La France et le Risorgimento, Cavour et Napoléon III: deux grands réalisateurs de l’unification italienne». L’agenda del presidente della Repubblica in questa trasferta Oltralpe comprende anche parecchie parentesi politico-istituzionali di rilievo. Da una colazione di lavoro all’Eliseo, con Nicolas Sarkozy, a un colloquio con il primo ministro François Fillon. Da un faccia a faccia con il presidente del Senato, Gerard Larcher, a un meeting con il segretario generale e i direttori dell’Ocse. Al centro degli incontri sarà, prevedibilmente, il ruolo dell’Unione Europea davanti alle sfide comuni. Ad esempio la crisi economica globale e i problemi, all’ordine del giorno a Parigi come a Roma, del controllo dei flussi migratori (oggetto di accese polemiche in particolare sul caso dei rimpatri coatti dei rom) e delle politiche d’integrazione. Ma sono soprattutto gli appuntamenti di tema risorgimentale quelli che potrebbero sollecitare qualche intervento del presidente sull’attualità politica italiana, di nuovo sotto stress anche per le sortite del leader della Lega, Umberto Bossi. Se infatti sarà inevitabile che a Parigi si parli della cosiddetta «tessitura cavouriana» nell’ambito europeo, senza la quale l’unificazione dell’Italia non sarebbe stata possibile nei termini in cui l’abbiamo conosciuta, altrettanto inevitabile sarà che si ragioni sulle idee che mossero l’azione dello statista piemontese. E che furono molto diverse — secondo Napolitano — dal «cavourismo immaginario, idoleggiato e chiuso in un orizzonte nordista, e quasi travolto senza volerla dalla liberazione del Mezzogiorno», che emerge dalle maldestre interpretazioni di qualcuno.
Marzio Breda